Gli accordi

OpenAI (ChatGPT) pronta a trattare con CNN, Fox e Time?

Dopo il divorzio con il NYT che, lo scorso dicembre, ha denunciato OpenAI e Microsoft per aver utilizzato i suoi contenuti per addestrare l'IA generativa, ora la startup di Sam Altman (nella foto) sarebbe in colloquio con altri editori

di Annalisa Lospinuso 18 Gennaio 2024 10:28

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OpenAI, la società di ChatGPT, sarebbe in trattative con alcuni grandi editori per la licenza ad utilizzare i contenuti, come base della sua intelligenza artificiale generativa. Una vera rivoluzione nel mondo della comunicazione perché aprirebbe la strada a interessanti scenari. La notizia è stata riportata da Bloomberg che ha citato CNN, Fox Corp. e Time come testate che sarebbero già in contatto con OpenAI.

LA PARTNERSHIP CON IL MONDO EDITORIALE


Anche il co-fondatore e ad di OpenAI, Sam Altman, ha lasciato intendere che la partnership con il mondo editoriale sta procedendo speditamente. Parlando al World Economic Forum di Davos ha detto: “Quello che vogliamo fare con gli editori, se lo vorranno, è che quando uno dei nostri utenti chiederà (a ChatGPT, ndr) che cosa è successo oggi a Davos, noi potremo dire: ecco un articolo di Bloomberg, ecco un articolo del New York Times. Alcuni vogliono collaborare con noi, altri no”.

GLI ACCORDI CON GLI EDITORI


Secondo Bloomberg News, OpenAI starebbe parlando con dozzine di editori per stipulare accordi di licenza, ma non ci sono conferme dalle società interessate. Tra i grandi nomi ci sarebbe anche la società che edita il The Guardian. Mentre sembra chiuso l’accordo con Politico, di Axel Springer SE, per decine di milioni di dollari e con l’Associated Press.

IL DIVORZIO CON IL NEW YORK TIMES


Altman a Davos ha voluto sottolineare che “c’è la convinzione, da parte di alcune persone, che tutti i dati siano necessari (per allenare l’intelligenza artificiale, ndr) e che tutti i dati siano preziosi. In realtà, non è così. Noi non vogliamo allenarci sui dati del New York Times, per esempio”. Un vero divorzio con il grande quotidiano newyorkese, dopo che, a fine dicembre, il NYT ha avviato una causa contro la startup di Altman e contro Microsoft (che ha finanziato OpenAI con 13 miliardi di dollari soltanto nel 2023). La motivazione è che “milioni di articoli del New York Times sono stati utilizzati per addestrare i chatbot che ora gli fanno concorrenza”, come ha scritto lo quotidiano lo scorso 27 dicembre. “I nostri obiettivi sono supportare un ecosistema di notizie sano, essere un buon partner e creare opportunità reciprocamente vantaggiose”, ha affermato OpenAI nel post sul blog lunedì, respingendo le accuse del NYT.

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