Prospettive di investimento
Per UBS AM l’azionario sarà più promettente del reddito fisso nel 2024
Sulla base delle analisi contenute nell'outlook, bisognerebbe privilegiare i titoli governativi a 3-5 anni e i corporate bond investment grade mentre, per quanto riguarda l’azionario, le preferenze dovrebbero orientarsi su settori growth, utilities ed energia
di Redazione 18 Gennaio 2024 15:04
Dopo un 2023 che ha regalato molte soddisfazioni agli investitori azionari e che non ha deluso quelli obbligazionari, il nuovo anno si apre con prospettive ancora moderatamente positive per le due principali asset class. Lo ha sostenuto Teresa Gioffreda, Investment Strategist, UBS Asset Management, alla presentazione alla stampa specializzata dell'Outlook 2024. Con una importante differenza rispetto al consenso prevalente degli altri asset manager internazionali che, in un recente sondaggio, si sono pronunciati a favore del reddito fisso rispetto all’equity per il 2024.
“Riteniamo che il mercato sconti fino a sei tagli dei tassi da parte della Fed quest’anno che ci sembrano eccessivi. Esiste pertanto un rischio di delusione se l’allentamento monetario della banca centrale statunitense fosse meno pronunciato delle aspettative con conseguente tensione sui rendimenti obbligazionari” ha fatto sapere Gioffreda. Per questa ragione la manager preferisce ‘aumentare un po’ la duration’ ma senza esagerare.
Tradotto in pratica significa privilegiare i governativi a medio termine (3-5 anni) che offrono un rapporto rischio / rendimento migliore rispetto ai decennali. Sia nell’area del dollaro USA che nell’area euro. Restando nel reddito fisso, anche l’investment grade (IG) è un segmento molto interessante per Gioffreda, dal momento che coniuga rendimenti un po’ superiori ai titoli di stato con una qualità prossima a quella dei governativi. Basti pensare, che negli ultimi anni la percentuale di default degli emittenti IG si è mantenuta abbondantemente sotto il punto percentuale. All’orizzonte, inoltre, non emergono particolari pericoli che tale percentuale possa incrementarsi.
Anche l’high yield e il debito dei Paesi emergenti sono piuttosto attraenti per i rendimenti che offrono. Tuttavia, ha specificato la manager di UBS, meglio un’ampia diversificazione dopo un’attenta selezione degli emittenti. Più in generale, ha aggiunto Gioffreda, la raccomandazione per il 2024 è quella di un approccio flessibile al reddito fisso per capitalizzare al meglio le opportunità già presenti (rendimenti su livelli che non si vedevano da oltre un decennio) e quelli possibili durante le fasi di volatilità.
Passando all’azionario, le prospettive sono più incoraggianti. È vero, ammette la manager di UBS che il rally di fine 2023 ha fatto salire i prezzi delle azioni ma le valutazioni restano su livelli intorno alle medie storiche e, nel caso dell’Europa, addirittura sotto. “Nello scenario base, caratterizzato da un sostanziale soft landing, con l’inflazione diretta verso l’obiettivo delle banche centrali, crescita rallentata, incremento dei profitti aziendali e mercato del lavoro ancora piuttosto solido, le Borse dovrebbero fare bene anche quest’anno” ha riferito Gioffreda.
Resta l’appeal dell’azionario USA perché, al netto delle ‘magnifiche 7’, le valutazioni non sono eccessive. L’Europa e il Giappone dal canto loro, grazie anche alle loro valutazioni convenienti, evidenziano buoni spazi di ulteriore crescita. Discorso a parte per i mercati emergenti e la Cina. “L’azionario cinese presenta valutazioni estremamente attraenti in termini di rapporto prezzo/utili (p/e). Tuttavia, le tensioni geopolitiche internazionali, e più in particolare quelle tra Washington e Pechino, stanno allontanando gli investitori dal listino cinese” ha spiegato Gioffreda.
L’Investment Strategist di UBS Asset Management ha concluso la sua presentazione sottolineando l’importanza della selezione dei settori in ottica tattica e quella dei grandi temi di investimento per l’esposizione strategica di portafoglio a lungo termine. “Per il 2024 riteniamo che i settori growth e le utilities siano avvantaggiate rispetto agli altri settori mentre l’energia è utile in ottica di prevenzione dei rischi geopolitici. Per il lungo termine, invece, restano solide le prospettive relative ai megatrend legati alla digitalizzazione, alla deglobalizzazione e alla decarbonizzazione”.
AUMENTARE LA DURATION, MA SENZA ESAGERARE
“Riteniamo che il mercato sconti fino a sei tagli dei tassi da parte della Fed quest’anno che ci sembrano eccessivi. Esiste pertanto un rischio di delusione se l’allentamento monetario della banca centrale statunitense fosse meno pronunciato delle aspettative con conseguente tensione sui rendimenti obbligazionari” ha fatto sapere Gioffreda. Per questa ragione la manager preferisce ‘aumentare un po’ la duration’ ma senza esagerare.
FOCUS SU GOVERNATIVI A MEDIO TERMINE E INVESTMENT GRADE
Tradotto in pratica significa privilegiare i governativi a medio termine (3-5 anni) che offrono un rapporto rischio / rendimento migliore rispetto ai decennali. Sia nell’area del dollaro USA che nell’area euro. Restando nel reddito fisso, anche l’investment grade (IG) è un segmento molto interessante per Gioffreda, dal momento che coniuga rendimenti un po’ superiori ai titoli di stato con una qualità prossima a quella dei governativi. Basti pensare, che negli ultimi anni la percentuale di default degli emittenti IG si è mantenuta abbondantemente sotto il punto percentuale. All’orizzonte, inoltre, non emergono particolari pericoli che tale percentuale possa incrementarsi.
CAUTELA SU HIGH YIELD E DEBITO EMERGENTE
Anche l’high yield e il debito dei Paesi emergenti sono piuttosto attraenti per i rendimenti che offrono. Tuttavia, ha specificato la manager di UBS, meglio un’ampia diversificazione dopo un’attenta selezione degli emittenti. Più in generale, ha aggiunto Gioffreda, la raccomandazione per il 2024 è quella di un approccio flessibile al reddito fisso per capitalizzare al meglio le opportunità già presenti (rendimenti su livelli che non si vedevano da oltre un decennio) e quelli possibili durante le fasi di volatilità.
LE PROSPETTIVE PER L’EQUITY
Passando all’azionario, le prospettive sono più incoraggianti. È vero, ammette la manager di UBS che il rally di fine 2023 ha fatto salire i prezzi delle azioni ma le valutazioni restano su livelli intorno alle medie storiche e, nel caso dell’Europa, addirittura sotto. “Nello scenario base, caratterizzato da un sostanziale soft landing, con l’inflazione diretta verso l’obiettivo delle banche centrali, crescita rallentata, incremento dei profitti aziendali e mercato del lavoro ancora piuttosto solido, le Borse dovrebbero fare bene anche quest’anno” ha riferito Gioffreda.
APPEAL PER L’AZIONARIO USA E VALUTAZIONI CONVENIENTI IN EUROPA
Resta l’appeal dell’azionario USA perché, al netto delle ‘magnifiche 7’, le valutazioni non sono eccessive. L’Europa e il Giappone dal canto loro, grazie anche alle loro valutazioni convenienti, evidenziano buoni spazi di ulteriore crescita. Discorso a parte per i mercati emergenti e la Cina. “L’azionario cinese presenta valutazioni estremamente attraenti in termini di rapporto prezzo/utili (p/e). Tuttavia, le tensioni geopolitiche internazionali, e più in particolare quelle tra Washington e Pechino, stanno allontanando gli investitori dal listino cinese” ha spiegato Gioffreda.
SETTORI PER LE SCELTE TATTICHE E MEGATREND PER IL LUNGO TERMINE
L’Investment Strategist di UBS Asset Management ha concluso la sua presentazione sottolineando l’importanza della selezione dei settori in ottica tattica e quella dei grandi temi di investimento per l’esposizione strategica di portafoglio a lungo termine. “Per il 2024 riteniamo che i settori growth e le utilities siano avvantaggiate rispetto agli altri settori mentre l’energia è utile in ottica di prevenzione dei rischi geopolitici. Per il lungo termine, invece, restano solide le prospettive relative ai megatrend legati alla digitalizzazione, alla deglobalizzazione e alla decarbonizzazione”.
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