Lo studio

Ricerca Amundi: italiani meno propensi agli investimenti digitali, forte il richiamo della consulenza

Rispetto alla media globale, in Italia la modalità digitale è meno utilizzata dagli investitori. Ma a livello internazionale la propensione a investire con metodi innovativi è in crescita

di Antonio Cardarelli 23 Gennaio 2024 16:26

financialounge -  Amundi Fannie Wurtz Ilaria Pisani mercati
Capire come, perché e in quale modo si investe nel mondo. Per farlo Amundi, in collaborazione con alcuni partner in Europa e in Asia, ha commissionato una ricerca che ha coinvolto 4.186 investitori retail di età compresa tra i 21 e i 69 anni in 11 mercati europei e asiatici. Lo studio ha evidenziato una crescente tendenza ad investire in modo digitale: lo fa il 64% degli intervistati (con il 25% che utilizza solo questa modalità) mentre il 39% ha dichiarato di preferire un approccio ibrido.

ITALIANI MENO PROPENSI AL DIGITALE


Se nel mondo due terzi degli investitori retail opta per la modalità digitale, in Italia la quota scende al 43%. Tornando ai dati complessivi della ricerca, si evince che a determinare la scelta del digitale non è tanto l’età, quanto la disponibilità. Inoltre, il 53% di chi sceglie la modalità digitale lo fa senza avvalersi dei servizi di un professionista degli investimenti. Tuttavia, gli investitori continuano a fare affidamento su una consulenza finanziaria qualificata, con 2 intervistati su 5 che si rivolgono a un consulente professionista quando investono una somma pari a un anno di stipendio. Sul tema dell’utilizzo di un consulente finanziario professionista, emerge ancora una volta una differenza tra l’Italia, dove il 61% degli investitori retail si avvale di tali servizi, e il resto del mondo, dove la quota si ferma al 46%.

LA DIFFERENZA LA FA IL CAPITALE


Secondo i dati raccolti da Amundi, è probabile che nei prossimi cinque anni i livelli di utilizzo dei canali digitali di investimento aumenteranno. Quasi la metà degli investitori retail digitali prevede un aumento della percentuale dei propri investimenti digitali. Sebbene questo dato differisca notevolmente da paese a paese, con un massimo del 60% tra gli investitori in Svizzera e Singapore e un minimo del 31% in Francia e del 35% in Italia, sono gli investitori retail relativamente più abbienti e con una maggiore consapevolezza a prevedere un aumento dei propri investimenti con modalità digitale.

RIDURRE IL GENDER GAP


Guardando alle risposte degli intervistati, si evince che la fiducia in sé stessi ha un ruolo molto rilevante, visto che il 56% di coloro che sono fiduciosi di prendere le giuste decisioni in materia di risparmio e investimento prevede di aumentare la percentuale del proprio portafoglio investita in modo digitale, rispetto al 27% di coloro che si sentono meno sicuri. Accade all’incirca lo stesso per quanto concerne i valori e gli investimenti responsabili: il 71% degli investitori fiduciosi dichiara che è importante o imprescindibile che le loro opinioni si riflettano nelle decisioni di investimento, contro il 46% degli investitori meno fiduciosi. Un altro tema emerso dalla ricerca è quello del gender gap, con la necessità che l’industria finanziaria e degli investimenti adotti misure per favorire un maggiore coinvolgimento e inclusione delle donne che investono.

LA FUNZIONE DELL’INDAGINE


"Stiamo assistendo a una profonda e duratura trasformazione della nostra industria, intensificata dalla rapida digitalizzazione e dai cambiamenti demografici. La nostra indagine, Decoding Digital Investment, è una risorsa essenziale per i nostri partner wealth e retail, poiché la ricerca fornisce preziose indicazioni su desideri, esigenze e sfide degli investitori retail, ha commentato Fannie Wurtz, Head of Distribution & Wealth Division, Passive Business Line.

I DATI ITALIANI


Oltre al dato sulla quota di investitori che scelgono di investire in modalità digitale, la ricerca di Amundi ha fatto emergere anche altre caratteristiche che riguardano gli investitori italiani meno propensi, per esempio, a investire attraverso una neobank (9%) o una app robo-advice (3%). In Italia, inoltre, le donne sono molto meno propense a investire in modo digitale rispetto agli uomini e questi ultimi tendono a ricorrere meno delle donne alla consulenza professionale. Per quanto riguarda le prospettive, solo il 17% degli investitori italiani prevede di aumentare la quota di investimenti nei prossimi 12 mesi, mentre la diminuzione del reddito a disposizione è il fattore chiave che per quasi la metà (47%) degli investitori retail italiani spiega la riduzione dell’investimento nel 2024.

ATTIVITÀ DI CONSULENZA MIRATA


Ilaria Pisani, Head of Sales ETF, Indexing & Smart Beta di Amundi SGR, ha commentato così i dati italiani: “La ricerca condotta da Amundi in materia di modalità di investimento da parte dei clienti retail evidenzia in Italia significative differenze di genere per quanto attiene ad esempio all’utilizzo di soluzioni digitali e al ricorso alla consulenza professionale. Conoscere questi dati è di grande importanza per orientare l’approccio di marketing e l’attività di consulenza in modo mirato sui bisogni e sui gap di conoscenza della clientela, aumentando così la sua soddisfazione”.

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