L'analisi
AllianceBernstein: le banche centrali vogliono chiudere definitivamente la partita con l'inflazione
I mercati si aspettano tagli rapidi con l’inflazione in veloce calo, ma secondo AllianceBernstein l’orientamento di Bce e Bank of England rimarrà ancora restrittivo: ecco quando potrebbe arrivare la prima sforbiciata
di Stefano Caratelli 25 Gennaio 2024 07:55
In Europa e nel Regno Unito l'inflazione è in calo, e nell'Eurozona fa registrare la flessione più rapida di tutto il mondo sviluppato. Questo ha rinfocolato l'ottimismo degli investitori a livello globale, ma AllianceBernstein dubita che i principali dati e le politiche monetarie giustifichino un allentamento imminente nel Regno Unito e in Eurozona ritenendo inoltre che i mercati scontino adesso tagli dei tassi più rapidi di quelli che le banche centrali sono pronte ad attuare.
In un'analisi dal titolo “I falchi saranno ancora dominanti presso le banche centrali europee?” AllianceBernstein scrive che l'orientamento rimane restrittivo dopo che come previsto Bank of England ha lasciato il Bank Rate invariato al 5,25% a dicembre con dichiarazioni successive ancora una volta dai toni intransigenti, con la previsione di una politica restrittiva per un periodo prolungato, riservandosi anche la possibilità di aumentare nuovamente i tassi.
Anche la BCE ha lasciato i tassi invariati come da attese, senza modificare in modo sostanziale la formulazione del suo comunicato: l'inflazione core è diminuita, ma continua a monitorare le pressioni sui prezzi alla luce della crescita sostenuta dei costi del lavoro. Inoltre, il Direttivo ha ribadito la determinazione a tenere i tassi su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. La BCE ha anche anticipato la conclusione di uno dei principali programmi di acquisto di obbligazioni, il PEPP, che cesserà completamente i reinvestimenti a fine 2024.
AllianceBernstein vede in questa decisione un'ulteriore mossa restrittiva, poiché comporterà un inasprimento delle condizioni finanziarie. Ma c'è stato un segnale accomodante, l’omissione di un precedente riferimento al fatto che l'inflazione sarebbe rimasta elevata a lungo. La presidente Lagarde ha confermato che non si era parlato di una riduzione dei tassi che ha definito prematura, con la chiara volontà di contrastare il calo dei tassi. Più recentemente ha indicato che tagli dei tassi saranno probabilmente implementati la prossima estate.
In Europa la Gran Bretagna sarà probabilmente l'ultima a ridurre i tassi, ma quando sarà lo farà in modo aggressivo. AllianceBernstei ritiene che nel 2024 le spinte inflazionistiche si attenueranno più velocemente di quanto previsto dalla Bank of England e si aspetta un inizio tardivo, con il primo taglio a settembre 2024 e ulteriori sforbiciate a ogni riunione.
Le ultime previsioni della BCE su crescita e inflazione sono rimaste prudenti, suggerendo ulteriori revisioni al ribasso in vista, con le previsioni che indicano che l'inflazione core dovrebbe rimanere al 2,1% nel 2026 a causa della crescita sostenuta dei costi del lavoro e delle pressioni sui prezzi interni. Inoltre, nonostante il ridimensionamento dei dati sulla crescita economica per il 2023 e 2024, si prevede una vigorosa ripresa nel 2025.
Alla luce di tutto questo, AllianceBernstein ritiene che la BCE continuerà a privilegiare un approccio prudente, anche se le indicazioni di un calo dell'inflazione diventeranno presto sempre più evidenti. La grande casa si aspetta un primo taglio a giugno 2024, con una riduzione complessiva di 100 punti base nel corso dell'anno, contro un orientamento più aggressivo del mercato, che si aspetta un primo taglio dei tassi già a marzo e 150 punti base di riduzioni nel 2024.
L’ORIENTAMENTO RIMANE RESTRITTIVO
In un'analisi dal titolo “I falchi saranno ancora dominanti presso le banche centrali europee?” AllianceBernstein scrive che l'orientamento rimane restrittivo dopo che come previsto Bank of England ha lasciato il Bank Rate invariato al 5,25% a dicembre con dichiarazioni successive ancora una volta dai toni intransigenti, con la previsione di una politica restrittiva per un periodo prolungato, riservandosi anche la possibilità di aumentare nuovamente i tassi.
LA BCE HA ANCHE DECISO LA FINE DEL PEPP
Anche la BCE ha lasciato i tassi invariati come da attese, senza modificare in modo sostanziale la formulazione del suo comunicato: l'inflazione core è diminuita, ma continua a monitorare le pressioni sui prezzi alla luce della crescita sostenuta dei costi del lavoro. Inoltre, il Direttivo ha ribadito la determinazione a tenere i tassi su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. La BCE ha anche anticipato la conclusione di uno dei principali programmi di acquisto di obbligazioni, il PEPP, che cesserà completamente i reinvestimenti a fine 2024.
UN’ECCEZIONE ACCOMODANTE NELLA COMUNICAZIONE
AllianceBernstein vede in questa decisione un'ulteriore mossa restrittiva, poiché comporterà un inasprimento delle condizioni finanziarie. Ma c'è stato un segnale accomodante, l’omissione di un precedente riferimento al fatto che l'inflazione sarebbe rimasta elevata a lungo. La presidente Lagarde ha confermato che non si era parlato di una riduzione dei tassi che ha definito prematura, con la chiara volontà di contrastare il calo dei tassi. Più recentemente ha indicato che tagli dei tassi saranno probabilmente implementati la prossima estate.
LA GRAN BRETAGNA SARA’ L’ULTIMA A TAGLIARE
In Europa la Gran Bretagna sarà probabilmente l'ultima a ridurre i tassi, ma quando sarà lo farà in modo aggressivo. AllianceBernstei ritiene che nel 2024 le spinte inflazionistiche si attenueranno più velocemente di quanto previsto dalla Bank of England e si aspetta un inizio tardivo, con il primo taglio a settembre 2024 e ulteriori sforbiciate a ogni riunione.
LE PREVISIONI DELLA BCE SONO RIMASTE PRUDENTI
Le ultime previsioni della BCE su crescita e inflazione sono rimaste prudenti, suggerendo ulteriori revisioni al ribasso in vista, con le previsioni che indicano che l'inflazione core dovrebbe rimanere al 2,1% nel 2026 a causa della crescita sostenuta dei costi del lavoro e delle pressioni sui prezzi interni. Inoltre, nonostante il ridimensionamento dei dati sulla crescita economica per il 2023 e 2024, si prevede una vigorosa ripresa nel 2025.
MA IL PRIMO TAGLIO ARRIVERÀ A GIUGNO
Alla luce di tutto questo, AllianceBernstein ritiene che la BCE continuerà a privilegiare un approccio prudente, anche se le indicazioni di un calo dell'inflazione diventeranno presto sempre più evidenti. La grande casa si aspetta un primo taglio a giugno 2024, con una riduzione complessiva di 100 punti base nel corso dell'anno, contro un orientamento più aggressivo del mercato, che si aspetta un primo taglio dei tassi già a marzo e 150 punti base di riduzioni nel 2024.