La ricerca
Previdenza integrativa, italiani consapevoli della necessità ma faticano ad agire
ANIMA Sgr rivela che all’origine dell’impasse c’è carenza d’informazione e che le esigenze più sentite per costruire un fondo pensione privato sono maggior flessibilità, più vantaggi fiscali e supporto dalle aziende
di Stefano Caratelli 30 Gennaio 2024 08:00
Gli italiani sono ben consapevoli dell’importanza di un fondo pensione privato ma spesso non ne conoscono abbastanza i vantaggi per passare all’azione sottoscrivendone uno. È una delle principali indicazioni della ricerca di ANIMA Sgr sulla consapevolezza previdenziale degli italiani, realizzata anche con l’obiettivo di individuare cause e possibili soluzioni per aumentare l’accesso alla previdenza complementare.
La gran maggioranza degli italiani è consapevole che la previdenza pubblica non basterà da sola mantenere il tenore di vita degli ultimi anni di lavoro: 9 su 10 affermano di ritenere il problema “molto” o “abbastanza” rilevante e che la sfida vada affrontata per tempo, almeno prima dei 35 anni. Ma quelli che dichiarano di avere attivato una qualche soluzione integrativa si ferma al 54% mentre molti che la hanno già non la alimentano a sufficienza. A ogni aderente corrisponde in media una posizione di 22.180 euro, insufficiente per integrare in modo adeguato la pensione pubblica.
Fra le cause, la ricerca di ANIMA cita la scarsa familiarità con la previdenza integrativa e i suoi vantaggi, che solo il 39% conosce adeguatamente, o l’inclinazione a indirizzare il capitale ad altre destinazioni, o ancora perché convinto erroneamente di optare per una soluzione più liquida e più sicura. Interpellato su cosa potrebbe essere più utile sapere per aderire al risparmio previdenziale, il campione evidenzia la necessità di sottolineare i vantaggi concreti: gli italiani vorrebbero più informazioni sulla flessibilità nel disporre del capitale accumulato prima del pensionamento (83% degli intervistati), sulla deducibilità fiscale (76%) e sulla possibilità che l’azienda versi un contributo aggiuntivo (75%).
Dall’indagine ANIMA emerge inoltre un orientamento estremamente prudente: quasi quattro italiani su 10, con percentuali rilevanti anche fra i giovani, sceglierebbe l’investimento garantito o il più conservativo, e solo il 15% opterebbe per una linea prevalentemente azionaria, nonostante l’orizzonte temporale di lungo periodo lo suggerisca. Una cautela particolarmente significativa nel dato di genere: solo il 9% delle donne è disposto a sottoscrivere un piano dove la componente azionaria sia prevalente.
Infine, le priorità ritenute più importanti per incentivare l’adesione alla previdenza integrativa svelate dalla ricerca di ANIMA: in cima alla lista una maggior flessibilità nell’accedere al capitale prima del pensionamento, seguita da una riduzione della tassazione sui rendimenti, dall’aggiustamento dei benefici fiscali all’inflazione e dall’aumento del massimo deducibile dall’Irpef.
Due terzi dei dipendenti, inoltre, sarebbe disponibile a chiedere alla propria azienda di aprire una convenzione con un fondo pensione aperto e oltre otto su 10 ritengono che un’azienda impegnata su questo fronte sia ben posizionata per fidelizzare i dipendenti.
Pierluigi Giverso, Condirettore Generale di ANIMA, sottolinea che “assicurarsi un futuro previdenziale sereno è una priorità per la maggioranza degli italiani, che però spesso non riescono, per diversi motivi, a porne le basi”. “Per superare questa impasse”, prosegue Giverso, “è necessario rendere tangibili, con un linguaggio semplice e argomenti concreti, i vantaggi immediati e futuri dell’accesso a un fondo pensione e diffondere così l’adozione di buone pratiche di investimento previdenziale".
UNA NECESSITÀ BEN PRESENTE A MOLTI, POCHI AGISCONO
La gran maggioranza degli italiani è consapevole che la previdenza pubblica non basterà da sola mantenere il tenore di vita degli ultimi anni di lavoro: 9 su 10 affermano di ritenere il problema “molto” o “abbastanza” rilevante e che la sfida vada affrontata per tempo, almeno prima dei 35 anni. Ma quelli che dichiarano di avere attivato una qualche soluzione integrativa si ferma al 54% mentre molti che la hanno già non la alimentano a sufficienza. A ogni aderente corrisponde in media una posizione di 22.180 euro, insufficiente per integrare in modo adeguato la pensione pubblica.
RICHIESTA DI PIÙ INFORMAZIONI SUI VANTAGGI CONCRETI
Fra le cause, la ricerca di ANIMA cita la scarsa familiarità con la previdenza integrativa e i suoi vantaggi, che solo il 39% conosce adeguatamente, o l’inclinazione a indirizzare il capitale ad altre destinazioni, o ancora perché convinto erroneamente di optare per una soluzione più liquida e più sicura. Interpellato su cosa potrebbe essere più utile sapere per aderire al risparmio previdenziale, il campione evidenzia la necessità di sottolineare i vantaggi concreti: gli italiani vorrebbero più informazioni sulla flessibilità nel disporre del capitale accumulato prima del pensionamento (83% degli intervistati), sulla deducibilità fiscale (76%) e sulla possibilità che l’azienda versi un contributo aggiuntivo (75%).
MOLTA PRUDENZA, A VOLTE TROPPA
Dall’indagine ANIMA emerge inoltre un orientamento estremamente prudente: quasi quattro italiani su 10, con percentuali rilevanti anche fra i giovani, sceglierebbe l’investimento garantito o il più conservativo, e solo il 15% opterebbe per una linea prevalentemente azionaria, nonostante l’orizzonte temporale di lungo periodo lo suggerisca. Una cautela particolarmente significativa nel dato di genere: solo il 9% delle donne è disposto a sottoscrivere un piano dove la componente azionaria sia prevalente.
FORTE RICHIESTA DI FLESSIBILITÀ E VANTAGGI FISCALI
Infine, le priorità ritenute più importanti per incentivare l’adesione alla previdenza integrativa svelate dalla ricerca di ANIMA: in cima alla lista una maggior flessibilità nell’accedere al capitale prima del pensionamento, seguita da una riduzione della tassazione sui rendimenti, dall’aggiustamento dei benefici fiscali all’inflazione e dall’aumento del massimo deducibile dall’Irpef.
IL RUOLO IMPORTANTE DELLE AZIENDE
Due terzi dei dipendenti, inoltre, sarebbe disponibile a chiedere alla propria azienda di aprire una convenzione con un fondo pensione aperto e oltre otto su 10 ritengono che un’azienda impegnata su questo fronte sia ben posizionata per fidelizzare i dipendenti.
RENDERE TANGIBILI I VANTAGGI IN MODO SEMPLICE E CONCRETO
Pierluigi Giverso, Condirettore Generale di ANIMA, sottolinea che “assicurarsi un futuro previdenziale sereno è una priorità per la maggioranza degli italiani, che però spesso non riescono, per diversi motivi, a porne le basi”. “Per superare questa impasse”, prosegue Giverso, “è necessario rendere tangibili, con un linguaggio semplice e argomenti concreti, i vantaggi immediati e futuri dell’accesso a un fondo pensione e diffondere così l’adozione di buone pratiche di investimento previdenziale".