Bond market

PGIM: perché oggi una gestione attiva in ambito obbligazionario è premiante

PGIM ricerca valore in selezionati settori corporate investment grade, come banche e oleodotti, mentre nell’high yield vede molte opportunità tra i titoli con rating B e persino CCC

di Leo Campagna 1 Febbraio 2024 14:36

financialounge -  Gregory Peters mercati obbligazioni PGIM
I rendimenti obbligazionari si stabilizzeranno e resteranno a lungo intorno ai livelli attuali. Nel frattempo, la politica monetaria dovrebbe essere meno restrittiva sulla scia della continua disinflazione: la Federal Reserve statunitense, in particolare, dovrebbe tagliare i tassi tre volte entro la fine del 2024. Sono alcune delle considerazioni espresse sul reddito fisso da Gregory Peters, Co-Chief Investment Officer di PGIM Fixed Income.

LO SCENARIO DI BASE


Per quanto riguarda le condizioni economiche, il manager ipotizza diversi scenari, con lo quello di base in cui i prezzi al consumo superano l’inflazione target della banca centrale con una crescita inferiore al trend. “La recessione è un’altra opzione possibile. Il rischio principale per i rendimenti obbligazionari è invece un ‘boom del PIL nominale’, o una forte crescita macro sulla scia dell’inflazione elevata: tuttavia, qualunque cosa succederà, crediamo che l’obbligazionario andrà bene” specifica Peters.



VISIONE FAVOREVOLE SUI SEGMENTI A SPREAD


Per quanto riguarda le condizioni del credito, il manager, in un contesto divenuto ora più stabile in termini di rendimenti dei Treasury, esprime una visione favorevole sui segmenti a spread e crede che possano dare buoni risultati in uno scenario di weakflation. Ad esempio, vede aree di valore nell’high yield. “Molti emittenti hanno ridotto la leva finanziaria e sono in attesa di rifinanziare il proprio debito. C’è un’intera serie di possibili upgrade all’investment grade. A favore, si sono le scadenze più brevi, la qualità più elevata e la diversa composizione settoriale nell’high yield” spiega il Co-CIO di PGIM Fixed Income.

FOCUS SULL’HIGH YIELD


Peters ritiene inoltre che i default resteranno contenuti intorno al 3,5% nei prossimi 12 mesi. La maggior parte delle previsioni indica che i controvalori della nuova offerta per il 2024 dovrebbero ammontare a volumi relativamente gestibili alla luce di un mercato del valore di 1.350 miliardi. “Prevediamo operazioni di M&A o LBO molto limitate, dal momento che queste transazioni sono sfavorite dal contesto di tassi più alti più a lungo. Infine, se è vero che il muro delle scadenze presenterà difficoltà sempre maggiori dopo i prossimi 18-24 mesi, è composto soprattutto da emittenti con rating BB, che presentano minori probabilità di default” specifica il manager.

IL VANTAGGIO DELLA GESTIONE ATTIVA


Secondo Peters, il contesto di tassi elevati è perfetto per gestori attivi esperti. È vero, specifica il manager di PGIM Fixed Income, che l’incertezza è ancora forte ma ci sono anche molte opportunità di valore relativo per i manager capaci di confrontare gli emittenti in base alla loro qualità creditizia e individuare le obbligazioni convenienti rispetto a quelle costose. I gestori bottom-up con una grande esperienza nella gestione del credito possono trovare molte ottime opportunità.

NELL’INVESTMENT GRADE VALORE NEI SETTORI BANCARIO E OLEODOTTI


“Nell’ambito del credito cartolarizzato, preferiamo la fascia alta della struttura del capitale mentre nel corporate investment grade selezioniamo titoli di settori nei quali troviamo valore come banche e oleodotti. Nel segmento high yield, la dispersione tra i titoli con rating B e persino CCC, va emergere tante occasioni. Nei portafogli multisettore, anche se abbiamo una visione positiva sulle obbligazioni riteniamo che sia importante essere prudenti e tattici in termini di duration e rischio di tassi, a causa della curva dei rendimenti attualmente invertita” conclude il Co-CIO di PGIM Fixed Income.

Trending