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Mercati emergenti

RBC BlueBay: in Arabia Saudita opportunità da oltre mille miliardi di dollari

Le riforme portate avanti dal principe bin Salman interessano sia il settore sociale che quello economico. In particolare, il piano Vision 2030 vuole attrarre investitori stranieri, aziende e multinazionali in progetti turistici e infrastrutturali per arrivare al 10% di Pil.

di Davide Lentini 2 Febbraio 2024 15:37
financialounge -  Arabia Saudita mercati Mohammed bin Salman vision 2030

Le grandi trasformazioni in atto da qualche anno in Arabia Saudita iniziano a interessare non solo la sfera sociale, ma anche quella economica e turistica e sebbene siano iniziate sotto re Abdulaziz, stanno subendo un'accelerazione da quando Mohammed bin Salman è diventato principe ereditario nel 2017, subentrando al padre, re Salman.

IL PIANO VISION 2030


Tutto ruota attorno al piano Vision 2030 che prevede di svincolare l'economia saudita dai combustibili fossili, sviluppando le esportazioni non petrolifere e localizzando la produzione di settori chiave. Ma anche conseguendo il 35% del Pil dalle Pmi e sviluppando attività di intrattenimento, nonché il turismo locale ed estero, fino a raggiungere il 10% del Pil, dall'attuale dato del 3,6%. Attualmente il Public Investment Fund, il braccio governativo incaricato di finanziare le iniziative correlate a Vision 2030, gestisce attività nell’ordine di 700 miliardi di dollari.

GLI OBIETTIVI TURISTICI


Anche l'obiettivo turistico è particolarmente ambizioso, in quanto il paese mira a diventare una delle prime cinque destinazioni al mondo. Nel Mar Rosso, per esempio, è prevista la costruzione di 50 resort di lusso con prestigiose catene alberghiere mondiali. Il primo, Southern Dunes, che fa capo al brand di resort di lusso Six Senses, è stato inaugurato nell'ottobre di quest'anno.

INVESTIMENTI PER MILLE MILIARDI


Vision 2030 prevede otto grandi progetti, tra cui la costruzione di nuove città da zero, per una spesa totale di mille miliardi di dollari. Per finanziare questo piano, il paese sta aprendo le porte agli investimenti stranieri, in particolare attraverso le privatizzazioni e le riforme sui mercati azionari e del debito.

LE RIFORME GIUDIZIARIE


Un'altra serie di riforme chiave avvenute tra il 2021 e il 2022 sono quelle giudiziarie, che hanno creato un quadro di riferimento che non si rifà alla Sharia, e un insieme coerente di regole, procedure affidabili e codificazione delle leggi. "Queste riforme sono fondamentali per lo sviluppo di un settore privato solido e per attrarre investimenti", spiega Laurence Bensafi, Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities di RBC BlueBay.

UNA SOCIETÀ IN FERMENTO


Diversi sondaggi hanno mostrato che la modernizzazione della società saudita è sostenuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini del Paese. L'Arabia ha primeggiato su decine di altri Paesi in un sondaggio condotto da Ipsos alla fine del 2022, da cui è emerso che il 91% dei cittadini riteneva che il Paese stesse andando nella giusta direzione. L'analista di RBC BlueBay fa notare come da un punto di vista di investitori azionari dei mercati emergenti, altri due Paesi in via di sviluppo si sono piazzati in cima alla classifica: l’Indonesia (78%) e l’India (72%).

LA CONDIZIONE FEMMINILE


La crescita saudita riguarda anche i passi in avanti fatti rispetto alla parità di genere. Oggi le tre principali università di Riyadh sono miste e l'obiettivo dichiarato è quello di aiutare le donne a raggiungere una posizione paritaria nella società. Attualmente le donne saudite rappresentano il 34% della forza lavoro totale. Cinque anni fa erano solo il 17,4%, rispetto a un dato corrente del 41% in Italia. Il 60% delle donne saudite occupate ha iniziato a lavorare negli ultimi due anni e il 60% di quelle ancora disoccupate prevede di lavorare nel prossimo biennio. "Le donne sono anche incoraggiate a lavorare per contribuire alla 'sauditizzazione' della società, un altro obiettivo chiave di Mohammed bin Salman", aggiunge Bensafi.

IL RUOLO DEI NUMEROSI EXPAT


"Man mano che il Paese si è arricchito, grazie ai proventi del petrolio, un numero crescente di posti di lavoro è stato occupato da espatriati disposti a lavorare più ore e per una paga inferiore - spiega il Portfolio manager di RBC BlueBay - Dei 36 milioni di abitanti, il 42% non è saudita, e il gruppo più numeroso di stranieri proviene da Bangladesh, India, Pakistan e Yemen. Prevediamo che la popolazione di espatriati cambierà, e a trasferirsi nel Paese sarà un maggior numero di colletti bianchi (soprattutto dai mercati sviluppati), così da sfruttare le opportunità create".

INCENTIVI PER LE MULTINAZIONALI STRANIERE


Nelle intenzioni del principe saudita bin Salman, c'è anche quella di attrarre aziende estere: nell'aprile 2023 sono state infatti annunciate quattro Zone Economiche Speciali, che si prefiggevano di localizzare le catene di approvvigionamento e creare posti di lavoro in loco. Sono rivolte alle multinazionali, che possono godere di esenzioni fiscali pluriennali, prezzi energetici agevolati, normative di sostegno per attrarre e trattenere talenti stranieri e, aspetto fondamentale, per il 100% di proprietà straniera.

POPOLAZIONE GIOVANE E IN CRESCITA


Vision 2030 mira a far crescere la popolazione a un tasso annuale composto del 4,4%, fino a sfiorare i 50 milioni di abitanti entro il 2030. "Una popolazione più numerosa e diversificata, con redditi più elevati, sospingerà un incremento delle abitudini di consumo sia per i servizi sia per i beni - spiega Laurence Bensafi - La popolazione è giovane, con un'età media di 30 anni, e urbanizzata, dato che l'85% degli abitanti vive nelle città. Una recente indagine di JP Morgan Research ha rilevato che il 98% dei cittadini sauditi prevede di incrementare le proprie spese nei prossimi 12 mesi, destinandole in particolare a istruzione, turismo e viaggi, prodotti alimentari e beni in generale".

I RISCHI DELLO SVILUPPO


Le riforme annunciate e in parte in atto non sono prive di insidie: il rischio principale per il Paese è un improvviso cambio di leadership, che potrebbe determinare un ritorno a una società più conservatrice, oltre che fermare il progetto Vision 2030. Un crollo del prezzo del petrolio rappresenterebbe inoltre una sfida per finanziare questi giganteschi progetti pubblici. Attualmente, per far sì che l’Arabia Saudita possa raggiungere un breakeven, è pari a circa 80 dollari. "Un prezzo più basso per un periodo prolungato implicherebbe un ridimensionamento di questi ambiziosi piani. I rischi di esecuzione sono elevati; abbiamo visto in passato che la costruzione di grandi infrastrutture in tempi rapidi tende a subire ritardi e non possiamo escludere il rischio che lo stesso accada per l’Arabia Saudita", spiega l'analista di RBC BlueBay.

DIRITTI UMANI E ESG


Da ultimo, nonostante i recenti cambiamenti, l'Arabia rimane agli ultimi posti in termini di criteri Esg e diritti umani, e molti investitori vogliono vedere ulteriori progressi prima d’incrementare significativamente la loro esposizione verso il Paese. "L’Arabia Saudita è sulla strada giusta, speriamo che i cambiamenti positivi a cui stiamo assistendo proseguiranno", è l'auspicio finale di Laurence Bensafi, Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities di RBC BlueBay.
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