L'analisi

Eurozona verso un 2024 difficile tra shock e speranze, la view di Natixis IM

Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di NIM Solutions, analizza i principali temi soffermandosi in particolare su che cosa alimenterà la crescita e sulla situazione del mercato del lavoro

di Stefano Caratelli 17 Febbraio 2024 09:30

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Nel 2024 l'Eurozona dovrà affrontare un quadro economico difficile, soprattutto rispetto a quello degli Usa. La frenata della crescita dal 3,4% nel 2022 ad appena lo 0,6% nel 2023, è legata agli shock che hanno colpito i principali Paesi e sottolineato la fragilità e la crescente eterogeneità dell'area, rappresentando una debolezza fondamentale. Le interruzioni delle catene di approvvigionamento, l'aumento dei costi di produzione, le pressioni sul mercato del lavoro e le strategie industriali ed energetiche divergenti hanno determinato tassi di crescita diversi, ma hanno anche esposto l’Eurozona a rischi inflazionistici persistenti.

POSSIBILE RITORNO DEGLI SHOCK


Nonostante questo scenario difficile, Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis IM Solutions, vede un barlume di speranza per il 2024 quando si prevede una crescita modesta, pari a circa l'1%, anche se la proiezione solleva interrogativi sulla possibilità che gli shock possano ripresentarsi. Interrogativi riguardano anche la persistenza dell'inflazione e la raggiungibilità del tasso di crescita. L'Eurozona ha superato tre shock significativi, a cominciare dalla crisi energetica, solo parzialmente risolta, che ha alterato l'equilibrio del mercato, spingendo a rivalutare le politiche industriali ed energetiche in Germania.

IL RALLENTAMENTO DELLA CINA


L’esperto di Natixix IM cita poi il rallentamento della Cina, non più in grado di trarre vantaggio da un commercio mondiale che ha smesso di crescere con volumi piatti dal 2022, mettendo in subbuglio il manifatturiero tedesco e italiano. La Cina continuerà probabilmente a soffrire anche la crisi immobiliare, che minerà ancora la fiducia e i consumi. Chetouane prevede che nel 2024 la crescita cinese rimarrà in una fascia tra il 4,4% e il 4,7%.

L’IMPATTO DELL’INASPRIMENTO MONETARIO


Infine, completa il quadro delineato dall’esperto di Natixis IM, l'inasprimento delle condizioni monetarie e finanziarie. Il forte aumento senza precedenti dei tassi europei ha avuto un forte impatto sui prestiti alle famiglie e alle imprese, in particolare quelle che non hanno accesso ai mercati del debito societario, il che si riflette nella quasi stagnazione degli investimenti produttivi e nel calo di quelli fissi lordi nel settore residenziale.

POLITICHE FISCALI ANCORA ACCOMODANTI


A chi si chiede da dove verrà la crescita del Pil dell'Eurozona nel 2024, Chetouane risponde citando alcuni fattori positivi, tra cui la continuazione di politiche fiscali accomodanti a sostegno di alcuni segmenti. Anche se i rapporti di indebitamento potrebbero normalizzarsi leggermente, gli obiettivi fissati dal Trattato di Maastricht potrebbero non essere pienamente raggiunti, e nonostante le contestazioni della Corte di Karlsruhe, la Germania potrebbe ricorrere a strumenti di bilancio dopo la deludente performance di crescita nel 2023.

MERCATO DEL LAVORO IN CRESCITA


Ma il vero motore della crescita nell'Eurozona, secondo l’analisi di Natixis IM, dovrebbe essere il consumo privato, sostenuto da condizioni favorevoli del mercato del lavoro, dopo che l'occupazione ha registrato un aumento significativo nel 2023. Si potrebbe pensare che l’aumento si concluda nel 2024, ma il numero di posti di lavoro vacanti resta elevato, e le indagini della Commissione Ue rivelano che l'occupazione rimane una delle principali preoccupazioni per le aziende che cercano di aumentare i livelli di produzione.

L'AUMENTO DEI SALARI REALI


Questa tensione nel mercato del lavoro, sottolinea in conclusione Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis IM Solutions, sosterrà probabilmente la crescita dei salari, superando i livelli di inflazione. Si prevede che la crescita dei salari reali nell'Eurozona supererà i livelli del 2023, fornendo un sostegno fondamentale al principale motore dell'attività economica: i consumi delle famiglie europee.

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