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Investimenti: accesso sempre più aperto, dagli ETF al popolo di app e piattaforme
Il 2024 potrebbe essere un anno di forte accelerazione anche sulla spinta dell’IA verso un modo di investire più diversificato e a obiettivi variabili. Decine di milioni di new entry possono causare movimenti imprevisti
di Stefano Caratelli 19 Febbraio 2024 08:27
Per decenni i grandi investitori di successo, alla Warren Buffet, sono stati le stelle polari per cercare di decifrare la direzione dei prezzi degli asset, a cominciare dalle azioni. Lo sono ancora, e i loro portafogli sono scrutati dagli investitori di tutto il mondo. Ma un nuovo attore senza volto sta facendo irruzione sulla scena, ha decine di milioni di facce diverse, l’esercito in crescita delle new entry, soprattutto Generation Z e dintorni, che si affacciano sui mercati a bordo di piattaforme, app, ETF, finanza disintermediata, e ora anche sempre più strumenti di Intelligenza Artificiale. Individualmente magari muovono solo qualche decina di euro o di dollari, ma messi insieme, soprattutto se vanno in tanti nella stessa direzione, grazie anche agli algoritmi che intercettano e amplificano gli ordini, possono imprimere ai prezzi virate violente e impreviste, almeno utilizzando strumenti tradizionali come dati macro e fondamentali societari.
Robinhood e altre piattaforme che hanno fatto titolo sui giornali negli ultimi anni si sono moltiplicate e il business sta attirando anche importanti operatori tradizionali. Le app convogliano le migliaia di micro ordini che ricevono sui broker attraverso il meccanismo noto come PFOF, che sta per Payment for order flows, che garantisce l’esecuzione alle migliori condizioni di mercato. Con il digitale e ora con l’Intelligenza Artificiale il business fintech si allarga dalla gestione delle spese tradizionali all’investimento, il cui concetto di base cambia anche radicalmente, andando ad esempio ad includere il ‘gaming’ tra gli strumenti di educazione finanziaria, oppure modificano l’orizzonte temporale degli obiettivi da raggiungere.
L’esercito sempre più numeroso di chi lavora da remoto, nella Gig economy o conta sulle entrate di attività diverse che esercita come freelance, è meno focalizzato sugli obiettivi tradizionali della pensione e della casa e più sulla soddisfazione di bisogni contingenti, emotivi o anche valoriali, come la sostenibilità. Il tutto va sotto l’ombrello del trend secolare della “democratizzazione” della gestione del risparmio e dell’’investimento, che si declina sia in termini di gamma di scelte possibili di allocazione che, soprattutto, in termini di abbassamento della soglia di accesso, in alcuni casi abbattuta al livello del costo di un Caffellatte da Starbucks.
La porta di questa rivoluzione è stata aperta negli USA a metà degli anni 90 dagli ETF, sbarcati all’inizio del millennio anche in Europa, che oggi contano asset per oltre 8.000 miliardi di dollari e che puntano ad offrire fondi sempre più “gestiti” per andare incontro alla platea dei Millennials e della Generazione Z e allargare la base tradizionale di mezza età che guarda all’universo investibile “esistente”, fatto di azioni, indici, commodity, dove praticamente tutto è replicato da un ETF. La loro forza è sempre stata aprire ai piccoli la porta di impieghi come gli indici, il petrolio, le commodity o l’oro, il cui biglietto di ingresso al mercato dei futures di Chicago una volta costava qualche centinaio di migliaia di dollari. All’accesso per tutti, gli ETF uniscono certezza del prezzo e di controparte, essendo quotati sul mercato regolamentato.
Dopo la cybersecurity e le auto elettriche degli anni scorsi, ora la nuova frontiera degli ETF, emersa dalla recente convention dei consulenti finanziari USA di Miami, sono il Bitcoin, l’Intelligenza Artificiale e le alternative ai Magnifici 7. Proprio grazie alla loro versatilità e capacità di evolversi, gli ETF sono spesso preferiti rispetto ai sottostanti da chi si rivolge alle app e alle piattaforme di trading e investimento. Il 2024 si profila un anno di innovazione e rivoluzione delle finanze personali con la convergenza di forze diverse che vanno in direzione di un maggior controllo e diversificazione degli obiettivi di investimento.
App e piattaforme alla Robinhood in tempi recenti si sono rivelate forze potenti per muovere con violenza singoli titoli, ma non abbastanza per impattare significativamente gli indici che riflettono l’andamento del mercato, se non indirettamente, involontariamente e temporaneamente. Gli ETF sono invece un potente fattore di stabilizzazione, che consente anche agli operatori più piccoli aggiustamenti in tempo reale a fronte di volatilità e turbolenze. Ma, se trovano un moltiplicatore adeguato, anche gli impulsi trasmessi sulle app dai piccoli e piccolissimi potrebbero dar vita a movimenti importanti, e non per forza negativi.
Sicuramente per l’investitore che guarda al lungo termine, l’impatto delle app dietro cui si muovono milioni di apprendisti che stanno imparando rappresenta una nuova sfida da aggiungere a una lista già abbastanza lunga, specialmente da 4 anni a questa parte. Non a caso, dalla convention di Miami è emersa l’esigenza crescente di una consulenza finanziaria ‘dal volto umano’, come ha riferito Bob Pisani di CNBC, capace di prendere per mano il cliente nella comprensione del proprio comportamento e delle proprie emozioni, oltre che in quella dei numeri.
IL FINTECH CAMBIA IL CONCETTO DI INVESTIMENTO
Robinhood e altre piattaforme che hanno fatto titolo sui giornali negli ultimi anni si sono moltiplicate e il business sta attirando anche importanti operatori tradizionali. Le app convogliano le migliaia di micro ordini che ricevono sui broker attraverso il meccanismo noto come PFOF, che sta per Payment for order flows, che garantisce l’esecuzione alle migliori condizioni di mercato. Con il digitale e ora con l’Intelligenza Artificiale il business fintech si allarga dalla gestione delle spese tradizionali all’investimento, il cui concetto di base cambia anche radicalmente, andando ad esempio ad includere il ‘gaming’ tra gli strumenti di educazione finanziaria, oppure modificano l’orizzonte temporale degli obiettivi da raggiungere.
IL TREND SECOLARE DELLA DEMOCRATIZZAZIONE
L’esercito sempre più numeroso di chi lavora da remoto, nella Gig economy o conta sulle entrate di attività diverse che esercita come freelance, è meno focalizzato sugli obiettivi tradizionali della pensione e della casa e più sulla soddisfazione di bisogni contingenti, emotivi o anche valoriali, come la sostenibilità. Il tutto va sotto l’ombrello del trend secolare della “democratizzazione” della gestione del risparmio e dell’’investimento, che si declina sia in termini di gamma di scelte possibili di allocazione che, soprattutto, in termini di abbassamento della soglia di accesso, in alcuni casi abbattuta al livello del costo di un Caffellatte da Starbucks.
UNA PORTA APERTA DALL’AVVENTO DEGLI ETF
La porta di questa rivoluzione è stata aperta negli USA a metà degli anni 90 dagli ETF, sbarcati all’inizio del millennio anche in Europa, che oggi contano asset per oltre 8.000 miliardi di dollari e che puntano ad offrire fondi sempre più “gestiti” per andare incontro alla platea dei Millennials e della Generazione Z e allargare la base tradizionale di mezza età che guarda all’universo investibile “esistente”, fatto di azioni, indici, commodity, dove praticamente tutto è replicato da un ETF. La loro forza è sempre stata aprire ai piccoli la porta di impieghi come gli indici, il petrolio, le commodity o l’oro, il cui biglietto di ingresso al mercato dei futures di Chicago una volta costava qualche centinaio di migliaia di dollari. All’accesso per tutti, gli ETF uniscono certezza del prezzo e di controparte, essendo quotati sul mercato regolamentato.
VERSO UNA RIVOLUZIONE DELLE FINANZE PERSONALI
Dopo la cybersecurity e le auto elettriche degli anni scorsi, ora la nuova frontiera degli ETF, emersa dalla recente convention dei consulenti finanziari USA di Miami, sono il Bitcoin, l’Intelligenza Artificiale e le alternative ai Magnifici 7. Proprio grazie alla loro versatilità e capacità di evolversi, gli ETF sono spesso preferiti rispetto ai sottostanti da chi si rivolge alle app e alle piattaforme di trading e investimento. Il 2024 si profila un anno di innovazione e rivoluzione delle finanze personali con la convergenza di forze diverse che vanno in direzione di un maggior controllo e diversificazione degli obiettivi di investimento.
IMPULSI DELLE APP E FORZE STABILIZZATRICI
App e piattaforme alla Robinhood in tempi recenti si sono rivelate forze potenti per muovere con violenza singoli titoli, ma non abbastanza per impattare significativamente gli indici che riflettono l’andamento del mercato, se non indirettamente, involontariamente e temporaneamente. Gli ETF sono invece un potente fattore di stabilizzazione, che consente anche agli operatori più piccoli aggiustamenti in tempo reale a fronte di volatilità e turbolenze. Ma, se trovano un moltiplicatore adeguato, anche gli impulsi trasmessi sulle app dai piccoli e piccolissimi potrebbero dar vita a movimenti importanti, e non per forza negativi.
BOTTOM LINE
Sicuramente per l’investitore che guarda al lungo termine, l’impatto delle app dietro cui si muovono milioni di apprendisti che stanno imparando rappresenta una nuova sfida da aggiungere a una lista già abbastanza lunga, specialmente da 4 anni a questa parte. Non a caso, dalla convention di Miami è emersa l’esigenza crescente di una consulenza finanziaria ‘dal volto umano’, come ha riferito Bob Pisani di CNBC, capace di prendere per mano il cliente nella comprensione del proprio comportamento e delle proprie emozioni, oltre che in quella dei numeri.
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