Mercati asiatici
AllianzGI: ecco perchè la Cina non è il Giappone degli anni 90
Christiaan Tuntono, Senior Economist, Asia Pacific, non vede una stabilizzazione dell’immobiliare cinese a 12-18 mesi, ma la situazione dovrebbe essere gestibile e non rappresentare un pericolo per il sistema bancario
di Stefano Caratelli 24 Febbraio 2024 10:00
La Cina ha iniziato l’anno del Drago con qualche difficoltà. Probabilmente la riduzione dell’indebitamento privato proseguirà, frenando la crescita e minando la stabilità dei prezzi. La decisione del governo nel 2021 di dare un giro di vite alle società di sviluppo immobiliare ha decretato la fine del modello di crescita basato sul debito e gli investimenti, adottato nel 2008 con stimoli da 4.000 miliardi. Allianz Global Investors, nel weekly outlook a cura di Christiaan Tuntono, Senior Economist, Asia Pacific, non ritiene che il real estate potrà stabilizzarsi nei prossimi 12-18 mesi in assenza di misure fiscali e monetarie importanti.
Persisteranno le pressioni sia per le imprese, in particolare società private di sviluppo immobiliare, che per le famiglie, a vendere le rispettive proprietà per ridurre l’indebitamento, provocando un indebolimento della domanda e pressioni deflazionistiche. Il governo ha aumentato l’emissione di obbligazioni e si è assunto una quota maggiore della spesa per infrastrutture e riqualificazione urbana, ma l’attuale portata degli investimenti sembra inadeguata. Per stabilizzare l’immobiliare e arrestare il processo di deleveraging, secondo AllianzGI, potrebbero servire un incremento dei finanziamenti e un maggior allentamento delle politiche macroeconomiche.
Secondo l’analisi di Tuntono, a un primo sguardo i problemi della Cina presentano analogie con quelli del Giappone all’indomani dello scoppio della bolla immobiliare degli anni ‘90, ma con differenze sostanziali. In primo luogo, in Giappone i prezzi degli immobili hanno evidenziato un vero e proprio boom per poi crollare, mentre i prezzi del real estate sono in fase di correzione ma restano elevati in Cina, e le più colpite sono prevalentemente le società private di sviluppo immobiliare maggiormente indebitate.
Inoltre, le ingenti perdite delle società giapponesi avevano gravemente intaccato la qualità degli asset e la base di capitale del sistema bancario, provocando una crisi sistemica durata anni mentre il sistema bancario cinese si protegge da tempo contro l’esposizione al real estate dovuta ai prestiti a famiglie e imprese. Secondo AllianzGI, sebbene si preveda una diminuzione della qualità degli asset, la situazione “dovrebbe essere gestibile e non rappresentare un pericolo per l’intero sistema bancario”.
Ora mercati e investitori guardano ai dati in arrivo dalle principali aree, a cominciare da quelli sull’inflazione in Giappone, Usa e Eurozona. Una serie di altri indicatori daranno la temperatura dei vari settori dell’economia americana, fornendo ulteriori elementi per capire quando la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi, con indicazioni anche sulle prossime mosse della Bce.
PRESSIONI PERSISTENTI SU IMPRESE E FAMIGLIE
Persisteranno le pressioni sia per le imprese, in particolare società private di sviluppo immobiliare, che per le famiglie, a vendere le rispettive proprietà per ridurre l’indebitamento, provocando un indebolimento della domanda e pressioni deflazionistiche. Il governo ha aumentato l’emissione di obbligazioni e si è assunto una quota maggiore della spesa per infrastrutture e riqualificazione urbana, ma l’attuale portata degli investimenti sembra inadeguata. Per stabilizzare l’immobiliare e arrestare il processo di deleveraging, secondo AllianzGI, potrebbero servire un incremento dei finanziamenti e un maggior allentamento delle politiche macroeconomiche.
ANALOGIE CON IL GIAPPONE ALLO SCOPPIO DELLA BOLLA
Secondo l’analisi di Tuntono, a un primo sguardo i problemi della Cina presentano analogie con quelli del Giappone all’indomani dello scoppio della bolla immobiliare degli anni ‘90, ma con differenze sostanziali. In primo luogo, in Giappone i prezzi degli immobili hanno evidenziato un vero e proprio boom per poi crollare, mentre i prezzi del real estate sono in fase di correzione ma restano elevati in Cina, e le più colpite sono prevalentemente le società private di sviluppo immobiliare maggiormente indebitate.
MA IL SISTEMA BANCARIO CINESE SI PROTEGGE DA TEMPO
Inoltre, le ingenti perdite delle società giapponesi avevano gravemente intaccato la qualità degli asset e la base di capitale del sistema bancario, provocando una crisi sistemica durata anni mentre il sistema bancario cinese si protegge da tempo contro l’esposizione al real estate dovuta ai prestiti a famiglie e imprese. Secondo AllianzGI, sebbene si preveda una diminuzione della qualità degli asset, la situazione “dovrebbe essere gestibile e non rappresentare un pericolo per l’intero sistema bancario”.
OCCHI SUI DATI GLOBALI IN ARRIVO PER CAPIRE LE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI
Ora mercati e investitori guardano ai dati in arrivo dalle principali aree, a cominciare da quelli sull’inflazione in Giappone, Usa e Eurozona. Una serie di altri indicatori daranno la temperatura dei vari settori dell’economia americana, fornendo ulteriori elementi per capire quando la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi, con indicazioni anche sulle prossime mosse della Bce.