Analisi e previsioni

Per Ethenea recessione ormai improbabile in Usa, ma taglio dei tassi rinviato

Stessa situazione anche in Eurozona, dove secondo il portfolio manager Michael Blümke la Bce resterà dipendente dai dati, attendendo di vedere gli sviluppi del processo disinflazionistico nei prossimi mesi. In Cina attesi nuovi interventi di politica espansionistica da parte della PBoC

di Davide Lentini 27 Febbraio 2024 08:00

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L'attuale stima del Fmi in merito alla crescita economica globale nel 2024 si attesta al 3,1%, al di sotto della media di lungo periodo. Secondo Michael Blümke, portfolio manager di Ethenea Independent Investors, la solidità dei mercati del lavoro e le incertezze geopolitiche potrebbero compromettere il processo disinflazionistico nel medio periodo, e questo nonostante la crescita solida e il calo dell’inflazione rendano sempre più improbabile una recessione globale.

LE RIPERCUSSIONI DELLE ELEZIONI


Com'è noto nei prossimi mesi le Banche centrali cominceranno a ridurre i tassi di riferimento, ma sembra ormai scontato lo faranno più lentamente e gradualmente di quanto i mercati abbiano previsto finora. Inoltre, quest’anno più della metà della popolazione mondiale sarà chiamata alle urne in oltre 70 Paesi. “Gli attuali governi - commenta Blümke - vareranno stimoli fiscali con l'intento di assicurarsi la rielezione e i risultati elettorali avranno ripercussioni sugli sviluppi fiscali, commerciali e geopolitici del mondo e su quelli legati alle politiche sull'immigrazione”.

USA, SBAGLIATO PENSARE AI TAGLI A MARZO


Negli Stati Uniti il trend disinflazionistico sta perdendo vigore, ma resta finora intatto. “Siamo convinti che il mercato sbagli ad attendersi un taglio dei tassi già a marzo - spiega il portfolio manager di Ethenea - e che ulteriori dati economici positivi getteranno un'ombra sulle aspettative ottimistiche di un allentamento monetario”.

LA SOLIDITÀ DELL'ECONOMIA AMERICANA


Con un aumento del Pil del 3,3 % nel quarto trimestre 2023, l'economia statunitense ha ancora una volta sorpreso i mercati in positivo. La congiuntura è cresciuta a ritmi che non si vedevano da sette mesi, sospinta dall'elevato numero di ordinativi e le prospettive del primo trimestre 2024 fanno prevedere una robusta espansione. “Infatti - commenta ancora Blümke - se l'attività industriale ristagna, il sentiment dei consumatori è decisamente migliorato, per cui non sorprende che la crescita economica continui a beneficiare delle solide vendite al dettaglio. Anche il mercato del lavoro continua il proprio processo di normalizzazione ritornando ai precedenti equilibri. Il mercato immobiliare è sostenuto dal ribasso dei tassi ipotecari e dovrebbe quindi esibire un miglioramento nei prossimi mesi”.

DISINFLAZIONE PIÙ LENTA


Mentre a dicembre l'indice dei prezzi al consumo è salito al 3,4%, i dati sul Pce (spesa per consumi personali) forniti dalla Fed sono più incoraggianti. A dicembre, il Pce core è sceso al di sotto del 3% e anche le aspettative di inflazione sembrano tuttora ben ancorate. Il rallentamento dell'inflazione rappresenta uno sviluppo positivo. In particolare, la solidità del mercato del lavoro, i consumi robusti e gli ulteriori stimoli fiscali in vista delle elezioni presidenziali di novembre determineranno probabilmente il prolungamento del ciclo disinflazionistico, rendendo più difficile un rapido ritorno all'obiettivo di inflazione del 2%.

IL DILEMMA DELLA FED


Sulla base di questo scenario, secondo Michael Blümke mancano le premesse per un taglio dei tassi, malgrado le notizie positive. “La Fed - sostiene l’economista di Ethenea - dovrebbe ancora attendere il pieno dispiegarsi degli effetti della sua campagna di inasprimento. Ma resta alle prese con un dilemma: una reazione troppo tardiva rischierebbe, in primo luogo, di causare un eccessivo rallentamento economico e, in secondo luogo, di far apparire l'istituto come politicamente motivato in vista delle elezioni”.

EUROZONA, BCE ANCORA CAUTA


Spostandoci in Eurozona, per Blümke i dati macroeconomici fanno presagire una stabilizzazione dell'economia fino a metà anno e gli spread dei titoli di Stato non danno adito a timori di frammentazione. “Pertanto - dice - nemmeno qui vediamo motivi per cui la Bce dovrebbe agire frettolosamente”.

CRESCITA EU DEBOLE


I dati del quarto trimestre 2023 provenienti dall'Eurozona restano infatti deboli. “Nella seconda metà del 2023, l'economia della regione è scivolata in una recessione tecnica, ma i dati disponibili ci inducono a ritenere che il peggio sia passato - sostiene Blümke - La crescita rimarrà debole anche nella prima metà del 2024, ma non prevediamo una grave recessione, semmai una crescita economica stagnante”.

SALARI E LAVORO SOSTENGONO L'INFLAZIONE


A dicembre, inoltre, la disoccupazione nell'Eurozona è scesa al 6,4%, un livello mai registrato prima. A differenza degli Stati Uniti, a gennaio la fiducia dei consumatori dell'area euro è diminuita ulteriormente e a fine 2023 le vendite al dettaglio si sono ulteriormente ridotte. L'aumento dei salari reali e la disoccupazione ai minimi storici dovrebbero tuttavia sostenere la domanda privata nei prossimi mesi. L'incremento della domanda dei consumatori e i crescenti costi del lavoro potrebbero però rendere più vischiosa l'inflazione, impedendo un rapido processo disinflazionistico.

BCE DIPENDENTE DAI DATI


“La debolezza della domanda globale crea problemi ai paesi e ai settori orientati alle esportazioni - commnenta Blümke - Il settore manifatturiero tedesco ne risente particolarmente. Gli ordini in entrata e la produzione nel settore industriale hanno subito un'ulteriore contrazione. L'indagine della Bce sull'erogazione del credito mostra condizioni di prestito ancora tese, ma indica anche che ci siamo ormai lasciati alle spalle il picco dell'inasprimento”. A quota 3,6%, l'inflazione di fondo è scesa su base annua, pur restando nettamente al di sopra dell'obiettivo della Banca centrale. Per questo secondo Ethenea la Bce manterrà un atteggiamento dipendente dai dati, attendendo di vedere gli sviluppi dei prossimi mesi.

CINA, SETTORE IMMOBILIARE DECISIVO


Guardando alla Cina, secondo Blümke le prospettive sono leggermente migliorate rispetto agli scorsi mesi, ma i futuri sviluppi continueranno a dipendere dalla velocità con cui si risolveranno i problemi del settore immobiliare.

RISULTATI CINESI ANCORA ALTALENANTI


L'economia cinese, infatti, resta debole. L'anno scorso la crescita complessiva del paese ha raggiunto il 5,2%, in linea con l'obiettivo ufficiale di crescita del 5% circa. Il 2023 si è chiuso con risultati eterogenei: inflazione debole, calo del settore dei servizi e livelli ancora modesti di erogazione del credito da parte delle banche a fronte della stabilizzazione del settore manifatturiero e del miglioramento delle esportazioni rispetto ai precedenti bassi livelli.

CRESCONO I CONSUMI


I consumi restano uno dei principali motori della crescita grazie anche al solido aumento delle vendite al dettaglio nel terziario. Anche nell'industria si delinea un trend ascendente, mentre il settore immobiliare resta il fanalino di coda, nonostante il lancio di progetti di edilizia residenziale a prezzi accessibili, diverse misure di allentamento e iniezioni di liquidità. Il contesto economico resta deflazionistico, mentre l'inflazione di fondo a +0,6% rimane positiva su base annua.

ATTESI NUOVI INTERVENTI DELLA PBOC


“I sondaggi sull'attività economica futura sono ancora deboli - commenta Michael Blümke, portfolio manager di Ethenea Independent Investors - e fotografano un'economia stagnante. In reazione a tali risultati, le autorità politiche si stanno dando maggiormente da fare. Pur in assenza di notizie più dettagliate, il deficit di bilancio dovrebbe rimanere intorno all'8% del Pil. Le autorità monetarie sosterranno la politica fiscale espansiva”. Di recente la Banca centrale, PBoC, ha già sorpreso i mercati riducendo di 50 punti base i coefficienti di riserva minima, un taglio superiore alle aspettative e preannunciando il varo di ulteriori misure.

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