L'analisi

Economie verso scenario di “nessun atterraggio”, ma l'azionario è in grado di tenere

AllianzGI nel suo outlook di marzo vede più difficile per le banche centrali raggiungere l’obiettivo di inflazione con conseguenti meno tagli ai tassi,il che consiglia allocazione tattica su bond e azioni

di Stefano Caratelli 5 Marzo 2024 11:58

financialounge -  Allianz Global Investors economia Stefan Rondorf
Alla cloche dell’aereo il pilota inizia la fase di discesa verso l’aeroporto, ma un problema tecnico impedisce di atterrare. È più o meno quello che potrebbero provare in questo momento le banche centrali, soprattutto la Fed. La stretta dei tassi, la flessione dei prezzi dell’energia e la riduzione delle criticità nelle filiere hanno determinato un rallentamento dell’inflazione, ma l’avvicinamento al target del 2% si presenta impegnativo. Una situazione complessa per i “piloti” delle banche centrali. Ma gli investitori in azioni e High Yield da inizio anno hanno incassato rendimenti positivi e premi per il rischio, soprattutto per la crescita USA sorprendentemente solida, mentre anche in Europa si stanno moltiplicando i segni di timido ma costante miglioramento del sentiment.

TIMORI ACCANTONATI DI UN ATTERRAGGIO DURO IN USA


A questo punto si possono probabilmente accantonare i timori di “atterraggio duro” dell’economia USA nei prossimi trimestri, considerando che anche gli utili societari si mantengono solidi. Lo sottolinea l’outlook di marzo di Allianz Global Investors, a cura di Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy, dal titolo “No landing” in vista?  Se l’economia USA non rallenta, argomenta Rondorf, per “i piloti” delle banche centrali sarà difficile, se non impossibile, riportare l’inflazione al target del 2% e forse potrebbe essere il momento di tirare il freno ancora una volta.

DIMEZZATO IL NUMERO ATTESO DI TAGLIO DEI TASSI


Dopo che a dicembre Jerome Powell, il “pilota in comando” della Fed, aveva prospettato un “atterraggio morbido”, nelle ultime settimane ha nuovamente assunto toni più attendisti, che lasciano presagire un “volo a vista”. Il mercato monetario USA ha reagito di conseguenza: se a metà gennaio erano attesi circa sei tagli dei tassi da 25 punti base, oggi se ne prevedono solo tre. Sono invece aumentate le probabilità di “no landing”. Ma in ogni caso, sottolinea l’esperto di AllianzGI, finché l’economia si conferma più solida del previsto, i mercati azionari potrebbero riuscire a fronteggiare la situazione. Di recente diversi indici hanno persino toccato nuovi massimi. come il Nikkei giapponese che ha superato il record precedente risalente addirittura al 1989 e lo S&P-500, che ha varcato la soglia dei 5.000 punti stabilendo un nuovo massimo storico.

MENO VISIBILITA’ SU ECONOMIE E TASSI


Ma in caso di “no landing” la visibilità su tassi e crescita è inferiore, considerando che l'economia potrebbe anche decollare di nuovo. Questo quadro suggerisce una allocazione tattica sui mercati azionari e obbligazionari: finché l'inflazione non scende e la crescita resta superiore alle aspettative, i mercati azionari dovrebbero essere in grado di affrontare la situazione, insieme al rinvio o all'annullamento dei tagli dei tassi, ma in caso di ri-accelerazione dell’inflazione potrebbero subire una battuta d’arresto. Dal punto di vista tecnico, secondo AllianzGI gli investitori non devono temere di “essere arrivati troppo tardi”, perché è improbabile che il trend rialzista rallenti in modo significativo.

LE MEDIE STORICHE NON SEGNALANO GRANDI PROBLEMI


Dal 1928, la performance dei mercati azionari dopo il raggiungimento di nuovi massimi storici in media è stata nella norma e i rendimenti dell’S&P 500 sono stati persino superiori nei 6 mesi successivi ad un nuovo massimo. Inoltre la stagione degli utili nel quarto trimestre 2023 si può definire solida per gli USA e sufficientemente buona per Europa e Giappone. Ma le valutazioni ambiziose, soprattutto negli USA, richiedono che gli utili rimangano solidi. L’azionario, USA in particolare, presenta un’alta concentrazione, trainato da pochi titoli che pesano molto negli indici con gli investitori che continuano a privilegiare i temi del futuro come digitalizzazione e Intelligenza Artificiale.

TORNATA LA DIVARICAZIONE TRA BOND E AZIONI


I mercati dei titoli di Stato hanno risentito delle ridotte aspettative di taglio ai tassi, e sono tornati a muoversi in direzione opposta rispetto all’azionario, secondo Rondorf uno sviluppo positivo in termini di diversificazione delle soluzioni multi asset. I mercati monetari scontano i primi tagli di Fed e BCE a giugno, e sembra anche possibile che la seconda inizi per prima, il che favorirebbe il dollaro. I premi di rischio delle obbligazioni societarie si sono ridotti a fronte del rialzo dei mercati azionari, sono bassi rispetto ai dati storici e non lasciano molto margine in caso di difficoltà nel servizio del debito.

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