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Perché Amundi cerca opportunità in Asia

Sull’esposizione al rischio Amundi dichiara una posizione quasi neutrale, ma ritiene giunto il momento di esplorare regioni e aree che divergono dalla narrativa sulla debolezza dell’economia mondiale

di Leo Campagna 6 Marzo 2024 07:55

financialounge -  Amundi Asia Francesco Sandrini mercati mercati emergenti
I recenti dati delineano un rallentamento meno pronunciato dell'economia statunitense che dovrebbe evitare un crollo significativo degli utili aziendali. Un contesto che fa escludere, a Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Strategies, e a John O’Toole, Head of Multi-Asset Investment Solutions di Amundi, l’ipotesi di una recessione dei profitti aziendali nel 2024.

ASPETTATIVE DEI MERCATI TROPPO OTTIMISTICHE


Tuttavia, avvertono i due manager, le aspettative dei mercati appaiono troppo ottimistiche sia per gli Stati Uniti, sia per l’Europa. “Questo ci rende estremamente vigili sull’azionario dei paesi sviluppati, mentre guardiamo con interesse ad alcuni paesi, soprattutto asiatici, dove il contesto è migliore. Restiamo poi positivi sui titoli di Stato ma suggeriamo agli investitori un’esposizione ben diversificata, attraverso le commodity”, riferiscono Sandrini e O’Toole.

IDEE AD ALTA CONVINZIONE


I due manager preferiscono essere prudenti sulle azioni statunitensi ed europee mentre la ripresa dei servizi in Giappone rende la Borsa di Tokyo attraente anche perché le riforme societarie e le trattative salariali in corso dovrebbero aiutare l’economia a uscire dalla spirale deflazionistica. Nell’ambito invece dei paesi emergenti, dopo il rally del Messico, il focus adesso è sull’Asia, in particolare su Indonesia, India e Corea del Sud.

VIEW POSITIVA SUI BTP


Intanto, mentre il calo dell’inflazione prosegue sia negli USA che nel Vecchio Continente, Sandrini e O’Toole restano positivi sulla duration statunitense ed europea, sebbene pronti ad intervenire in entrambi i mercati perché le elezioni negli Stati Uniti potrebbero avere un impatto sulla prudenza fiscale. “Siamo ancora convinti dell’irripidimento della curva dei tassi negli Stati Uniti e in Canada e restiamo costruttivi sui BTP. Abbiamo invece un’opinione negativa sui titoli di Stato giapponesi, che potrebbero risentire dell’outlook economico moderatamente positivo sul Giappone. Ma questo funge anche da elemento di diversificazione per la nostra posizione complessiva sulla duration” spiegano i due manager di Amundi.

FOCUS SUL CREDITO INVESTMENT GRADE


Secondo i quali, sempre nel reddito fisso, il debito emergente continua a evidenziare un forte potenziale alla luce del possibile calo dei tassi negli Stati Uniti. “Anche la crescita robusta dei mercati emergenti è positiva, ma prestiamo grande attenzione ai rischi geopolitici e alle sanzioni” specificano Sandrini e O’Toole che nel credito prediligono le obbligazioni societarie europee di grado elevato. A differenza degli high yield statunitensi, che presentano valutazioni elevate, i corporate bond investment grade rappresentano per i due manager un’opportunità grazie all'ottima qualità e alle interessanti valutazioni relative e, inoltre, dovrebbero beneficiare dell’allentamento della politica monetaria.

UNA PREFERENZA PER LE VALUTE DELL’AMERICA LATINA


Le decisioni della Fed assumono un ruolo determinante anche nei movimenti del dollaro che potrebbe incontrare delle difficoltà non appena la banca centrale americana inizierà a tagliare i tassi. Il biglietto verde potrebbe tuttavia rafforzarsi nel breve termine perché i mercati hanno già scontato con troppa rapidità dei tagli eccessivi dei tassi di interesse. “A livello valutario non ci aspettiamo un forte apprezzamento delle divise dei Paesi in via di sviluppo anche se manteniamo una preferenza relativa per l’America Latina, e abbiamo ridotto la nostra posizione positiva sullo yen rispetto al dollaro statunitense. La valuta giapponese, però, rimane una buona copertura in un contesto dominato dai rischi per la crescita globale” argomentano Sandrini e O’Toole.

RISCHI E COPERTURE


A proposito di coperture, i due manager raccomandano un’esposizione al petrolio per tutelarsi dai rischi geopolitici, in particolare quelli nel Medioriente e, più in particolare, nel Mar Rosso. “Nel rally recente le quotazioni del greggio non sono salite tanto quanto quelle delle altre materie prime cicliche, lasciando margini per ulteriori rialzi” concludono i due manager di Amundi.

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