La view
Banche: Capital Group spiega perché in questo momento l’Europa offre le migliori opportunità
Tassi più elevati più a lungo sostengono i margini di interesse netti ma Etrit Vllasalija (Capital Group) segnala una situazione disomogenea a livello regionale con opportunità nelle banche spagnole, irlandesi e greche
di Leo Campagna 7 Marzo 2024 17:16
Uno scenario di tassi più elevati più a lungo tende a sostenere i margini di interesse netti (NIM) delle banche. Tuttavia, gli istituti con una quota importante di mutui a tasso variabile sono posizionati meglio rispetto a quelli che hanno erogato molti mutui a tasso fisso. In Francia, per esempio, gli istituti di credito offrono mutui pluridecennali e, di conseguenza, il pass-through dei tassi elevati sui ricavi è stato molto più contenuto per le banche francesi rispetto a quelle europee.
“Negli Stati Uniti, invece, per le banche del centro monetario (cioè le più grandi banche del Paese) lo scenario di tassi più elevati più a lungo è positivo mentre, per gli istituti regionali, l’aumento dei tassi determina maggiori costi di deposito, esercitando maggiore pressione su NIM e utili. Anche i bilanci delle banche di minori dimensioni risultano penalizzati, poiché il prezzo degli strumenti obbligazionari iscritti tra le attività di stato patrimoniale tende a diminuire” spiega Etrit Vllasalija, Fixed Income Investment Analyst di Capital Group.
Più in generale, il concretizzarsi di uno scenario di tassi più elevati più a lungo sarebbe negativo per i NIM, ma creerebbe un contesto più favorevole per le altre fonti di reddito delle banche. Infatti, contribuiscono alla determinazione del reddito, anche commissioni, spese, asset management e assicurazioni. Fattori meno ciclici che, pertanto, forniscono sostegno al reddito delle banche nell’arco dell’intero ciclo.
L’altro importante elemento che influenza i bilanci bancari è lo scenario macroeconomico. “A fronte di una diminuzione dei timori macroeconomici e a parità di condizioni, lo spread tra obbligazioni bancarie e corporate dovrebbe subire una contrazione. Se invece dovessero riemergere i timori di recessione lo scenario per le banche sarebbe molto più difficile e potrebbe determinare un ulteriore ampliamento degli spread” argomenta Vllasalija.
Secondo l'esperto di Capital Group c’è una certa dispersione a livello regionale. In Asia, a parte alcune sacche di valore a Hong Kong non sembra esserci tanto valore inespresso con le sole banche cinesi valutate molto correttamente. Negli Stati Uniti, invece, i risultati del terzo trimestre 2023 hanno contribuito ad allentare i timori su possibili ulteriori conseguenze derivanti dalla crisi bancaria regionale.
“Ne abbiamo approfittato per incrementare l’esposizione, sia nelle banche del centro monetario sia in quelle regionali. Tuttavia, in questa fase le banche europee scambiano con spread più ampi rispetto alle controparti statunitensi e asiatiche: nonostante siano alla fine del regime di regolamentazione presentano elevati cuscinetti di capitale e solidi fondamentali” fa sapere il manager di Capital Group.
Esaminando in modo più approfondito il mercato europeo, Capital Group individua opportunità nelle banche spagnole, irlandesi e greche. Si tratta, in particolare, di istituti nazionalizzati dopo la crisi finanziaria globale (GCF) e dopo la crisi del debito sovrano europeo. E che, da allora, hanno ripulito i bilanci, migliorando in modo significativo redditività e fondamentali.
“Oltre a questi solidi fattori creditizi, le economie dei paesi in cui operano sono tra le più solide in Europa, con crescita positiva del PIL, un’inflazione bassa rispetto all’Unione europea in generale e con i livelli di indebitamento di famiglie e imprese che hanno registrato una sensibile diminuzione negli ultimi vent’anni. Una vasta gamma di elementi positivi che propizia la qualità dei loro asset bancari nei prossimi anni” conclude Vllasalija.
NEGLI USA FAVORITE LE BANCHE PIÙ GRANDI
“Negli Stati Uniti, invece, per le banche del centro monetario (cioè le più grandi banche del Paese) lo scenario di tassi più elevati più a lungo è positivo mentre, per gli istituti regionali, l’aumento dei tassi determina maggiori costi di deposito, esercitando maggiore pressione su NIM e utili. Anche i bilanci delle banche di minori dimensioni risultano penalizzati, poiché il prezzo degli strumenti obbligazionari iscritti tra le attività di stato patrimoniale tende a diminuire” spiega Etrit Vllasalija, Fixed Income Investment Analyst di Capital Group.
ALTRE FONTI DI REDDITO DELLE BANCHE
Più in generale, il concretizzarsi di uno scenario di tassi più elevati più a lungo sarebbe negativo per i NIM, ma creerebbe un contesto più favorevole per le altre fonti di reddito delle banche. Infatti, contribuiscono alla determinazione del reddito, anche commissioni, spese, asset management e assicurazioni. Fattori meno ciclici che, pertanto, forniscono sostegno al reddito delle banche nell’arco dell’intero ciclo.
LO SCENARIO MACROECONOMICO
L’altro importante elemento che influenza i bilanci bancari è lo scenario macroeconomico. “A fronte di una diminuzione dei timori macroeconomici e a parità di condizioni, lo spread tra obbligazioni bancarie e corporate dovrebbe subire una contrazione. Se invece dovessero riemergere i timori di recessione lo scenario per le banche sarebbe molto più difficile e potrebbe determinare un ulteriore ampliamento degli spread” argomenta Vllasalija.
DISPARITÀ E OPPORTUNITÀ REGIONALI
Secondo l'esperto di Capital Group c’è una certa dispersione a livello regionale. In Asia, a parte alcune sacche di valore a Hong Kong non sembra esserci tanto valore inespresso con le sole banche cinesi valutate molto correttamente. Negli Stati Uniti, invece, i risultati del terzo trimestre 2023 hanno contribuito ad allentare i timori su possibili ulteriori conseguenze derivanti dalla crisi bancaria regionale.
AUMENTATA L’ESPOSIZIONE ALLE BANCHE USA
“Ne abbiamo approfittato per incrementare l’esposizione, sia nelle banche del centro monetario sia in quelle regionali. Tuttavia, in questa fase le banche europee scambiano con spread più ampi rispetto alle controparti statunitensi e asiatiche: nonostante siano alla fine del regime di regolamentazione presentano elevati cuscinetti di capitale e solidi fondamentali” fa sapere il manager di Capital Group.
OPPORTUNITÀ NELLE BANCHE SPAGNOLE, IRLANDESI E GRECHE
Esaminando in modo più approfondito il mercato europeo, Capital Group individua opportunità nelle banche spagnole, irlandesi e greche. Si tratta, in particolare, di istituti nazionalizzati dopo la crisi finanziaria globale (GCF) e dopo la crisi del debito sovrano europeo. E che, da allora, hanno ripulito i bilanci, migliorando in modo significativo redditività e fondamentali.
SOLIDI FATTORI CREDITIZI
“Oltre a questi solidi fattori creditizi, le economie dei paesi in cui operano sono tra le più solide in Europa, con crescita positiva del PIL, un’inflazione bassa rispetto all’Unione europea in generale e con i livelli di indebitamento di famiglie e imprese che hanno registrato una sensibile diminuzione negli ultimi vent’anni. Una vasta gamma di elementi positivi che propizia la qualità dei loro asset bancari nei prossimi anni” conclude Vllasalija.