Cosa aspettarsi
RBC BlueBay AM spiega perché il credito investment grade europeo è tornato attraente
La geopolitica è il rischio maggiore perché è molto difficile da prevedere e ha inoltre il potenziale per condizionare l’inflazione: resta comunque possibile ricavare buoni rendimenti adeguati al rischio per tutto il 2024
di Leo Campagna 11 Marzo 2024 12:02
Dopo un 2022 disastroso per i mercati obbligazionari e un 2023 che si è concluso in territorio positivo solo grazie agli ultimi due mesi, quest’anno la volatilità dei tassi si è attenuata. L’interesse per il reddito fisso è cresciuto grazie anche ai messaggi dei policymaker delle banche centrali secondo cui i tassi hanno raggiunto il picco e potrebbero muoversi leggermente verso il basso. “Un contesto che rafforza i tradizionali investitori long-only, che stanno tornando a puntare nuovamente sul reddito fisso. In particolare, come testimoniato dai flussi sui fondi specializzati, sul credito investment grade” fa sapere Marc Stacey, Senior Portfolio Manager di BlueBay, Investment Grade.
Certo, ammette il gestore, i tassi core rappresentano un fattore determinante per prevedere i rendimenti complessivi delle obbligazioni investment grade, ma anche il premio derivante dallo spread aggiunge appeal all’asset class. “I rendimenti sono prossimi ai massimi decennali, ovvero al 4% circa nell’area euro e superiori al 5% in dollari, ma anche gli spread offrono un discreto potenziale di guadagno, soprattutto in Europa”, riferisce Stacey.
Gli spread creditizi delle società europee sono infatti relativamente interessanti e superano i 130 punti base (pb): basti pensare che, negli ultimi cinque anni, sono stati più ampi di 130 pb soltanto nel 30% dei casi. “Dal punto di vista dei fondamentali” spiega il manager “le imprese europee sono in buone condizioni, con la maggior parte dei bilanci in grado di resistere a qualsiasi flessione ciclica o di crescita che potremmo sperimentare. Per quanto riguarda la copertura degli interessi e la dinamica del rifinanziamento del debito, gran parte del lavoro è stato fatto nel corso del 2020, quando i rendimenti erano incredibilmente bassi”.
L’offerta di nuove obbligazioni societarie è stata significativamente inferiore dopo il 2020, quando abbiamo assistito a un massiccio aumento dell’offerta di circa 400 miliardi di euro. “Si stima che si raggiungerà un volume di emissioni compreso tra 230 e 290 miliardi di euro, analogamente a quanto sperimentato nel 2021 e nel 2022: l’anno scorso si è raggiunta quota da 290 miliardi di euro. Quest’anno l’offerta netta di obbligazioni societarie dovrebbe essere moderata, anche perché non vi è alcuna importante attività di fusione e acquisizione da finanziare” specifica il gestore di RBC BlueBay Asset Management.
La geopolitica è il rischio maggiore all’orizzonte, anche perché è molto difficile da prevedere e ha anche il potenziale per condizionare l’inflazione. I costi di spedizione hanno già iniziato ad aumentare con la crisi del Mar Rosso e questo ha un impatto diretto sull’Europa. Se le tariffe di spedizione raddoppiassero o triplicassero nuovamente, l'inflazione potrebbe ripartire. La capacità della BCE di tagliare i tassi se l’inflazione permane su questi livelli – o addirittura si muove al rialzo – diventerebbe sempre più problematica.
Il ritardo della politica monetaria europea potrebbe anche scompaginare il percorso e le prospettive di crescita a causa dell’enorme aumento dei tassi che in pochi mesi sono balzati da zero, o da livelli negativi, a 400 punti base (+4,00%). Questo potrebbe rivelarsi un effetto frenante, con ripercussioni per gli spread creditizi. “Tuttavia”, argomenta Stacey “le dinamiche di crescita sono relativamente robuste e non riteniamo che ciò sia particolarmente preoccupante, soprattutto per quanto riguarda i tassi e i rendimenti core: il flusso cedolare odierno è tale da proteggere l’investitore da un ampliamento degli spread creditizi”.
Un’ingente quantità di denaro è stata riversata nei fondi del mercato monetario: soltanto negli Stati Uniti questa cifra sfiora i seimila miliardi di dollari, attratti dai generosi tassi correnti che remunerano la liquidità. Tuttavia, se vedremo i primi tagli dei tassi la situazione potrebbe cambiare. “Quando quel 5% abbondante che oggi si ottiene negli Stati Uniti sulla liquidità tenderà verso il 3,8% che noi riteniamo possibile nel corso di quest’anno, allora una parte significativa di quei 6.000 miliardi di dollari inizieranno a orientarsi sul reddito fisso. Questa tendenza è iniziata e dovrebbe continuare per tutto quest’anno. Di conseguenza, riteniamo che le società europee siano particolarmente interessanti e dovrebbero offrire buoni rendimenti adeguati al rischio per tutto il 2024”, conclude il Senior Portfolio Manager di BlueBay.
NON È SOLO UNA QUESTIONE DI TASSI
Certo, ammette il gestore, i tassi core rappresentano un fattore determinante per prevedere i rendimenti complessivi delle obbligazioni investment grade, ma anche il premio derivante dallo spread aggiunge appeal all’asset class. “I rendimenti sono prossimi ai massimi decennali, ovvero al 4% circa nell’area euro e superiori al 5% in dollari, ma anche gli spread offrono un discreto potenziale di guadagno, soprattutto in Europa”, riferisce Stacey.
IMPRESE EUROPEE IN BUONE CONDIZIONI
Gli spread creditizi delle società europee sono infatti relativamente interessanti e superano i 130 punti base (pb): basti pensare che, negli ultimi cinque anni, sono stati più ampi di 130 pb soltanto nel 30% dei casi. “Dal punto di vista dei fondamentali” spiega il manager “le imprese europee sono in buone condizioni, con la maggior parte dei bilanci in grado di resistere a qualsiasi flessione ciclica o di crescita che potremmo sperimentare. Per quanto riguarda la copertura degli interessi e la dinamica del rifinanziamento del debito, gran parte del lavoro è stato fatto nel corso del 2020, quando i rendimenti erano incredibilmente bassi”.
L’OFFERTA DI NUOVE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
L’offerta di nuove obbligazioni societarie è stata significativamente inferiore dopo il 2020, quando abbiamo assistito a un massiccio aumento dell’offerta di circa 400 miliardi di euro. “Si stima che si raggiungerà un volume di emissioni compreso tra 230 e 290 miliardi di euro, analogamente a quanto sperimentato nel 2021 e nel 2022: l’anno scorso si è raggiunta quota da 290 miliardi di euro. Quest’anno l’offerta netta di obbligazioni societarie dovrebbe essere moderata, anche perché non vi è alcuna importante attività di fusione e acquisizione da finanziare” specifica il gestore di RBC BlueBay Asset Management.
RISCHI ALL’ORIZZONTE
La geopolitica è il rischio maggiore all’orizzonte, anche perché è molto difficile da prevedere e ha anche il potenziale per condizionare l’inflazione. I costi di spedizione hanno già iniziato ad aumentare con la crisi del Mar Rosso e questo ha un impatto diretto sull’Europa. Se le tariffe di spedizione raddoppiassero o triplicassero nuovamente, l'inflazione potrebbe ripartire. La capacità della BCE di tagliare i tassi se l’inflazione permane su questi livelli – o addirittura si muove al rialzo – diventerebbe sempre più problematica.
EUROPA: DINAMICHE DI CRESCITA ROBUSTE
Il ritardo della politica monetaria europea potrebbe anche scompaginare il percorso e le prospettive di crescita a causa dell’enorme aumento dei tassi che in pochi mesi sono balzati da zero, o da livelli negativi, a 400 punti base (+4,00%). Questo potrebbe rivelarsi un effetto frenante, con ripercussioni per gli spread creditizi. “Tuttavia”, argomenta Stacey “le dinamiche di crescita sono relativamente robuste e non riteniamo che ciò sia particolarmente preoccupante, soprattutto per quanto riguarda i tassi e i rendimenti core: il flusso cedolare odierno è tale da proteggere l’investitore da un ampliamento degli spread creditizi”.
FARE SPAZIO ALL’INVESTMENT GRADE EUROPEO
Un’ingente quantità di denaro è stata riversata nei fondi del mercato monetario: soltanto negli Stati Uniti questa cifra sfiora i seimila miliardi di dollari, attratti dai generosi tassi correnti che remunerano la liquidità. Tuttavia, se vedremo i primi tagli dei tassi la situazione potrebbe cambiare. “Quando quel 5% abbondante che oggi si ottiene negli Stati Uniti sulla liquidità tenderà verso il 3,8% che noi riteniamo possibile nel corso di quest’anno, allora una parte significativa di quei 6.000 miliardi di dollari inizieranno a orientarsi sul reddito fisso. Questa tendenza è iniziata e dovrebbe continuare per tutto quest’anno. Di conseguenza, riteniamo che le società europee siano particolarmente interessanti e dovrebbero offrire buoni rendimenti adeguati al rischio per tutto il 2024”, conclude il Senior Portfolio Manager di BlueBay.