Il punto

GAM spiega perché il credito bancario europeo resta una solida idea d’investimento

I risultati impressionanti delle banche europee riflettono anni di rafforzamento dei bilanci, modifiche normative e la fine dell'era dei tassi d'interesse minimi: tuttavia è bene diversificare per settore e tipologia di immobile

di Leo Campagna 12 Marzo 2024 15:33

financialounge -  credito bancario GAM Investments investimenti Romain Miginiac
Il 2023 è stato un anno stellare per le banche europee, con il settore che ha conseguito un RoE annuale di circa il 12%. Il mercato, che come sempre guarda avanti, ha però cominciato a concentrarsi sulla prospettiva di una riduzione dei tassi a partire dalla fine del 2024, di un riprezzamento dei depositi, di un incremento dei costi e di un aumento degli accantonamenti per le perdite sui prestiti che potrebbero erodere parte dell'aumento di gestione precedente.

ATTESO UN ROE DEL 10-12% PER L’INTERO PERIODO FISCALE 2024/25


“Nonostante questi fattori potenzialmente critici, nei prossimi anni il settore bancario europeo dovrebbe continuare a registrare utili soddisfacenti, con un RoE del 10-12% previsto dal consenso per l'intero periodo fiscale 24-25, rispetto a circa il 5% per il periodo fiscale 18-22” fa sapere Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments. Basti pensare che, secondo i dati della European Banking Authority, le banche dell'Ue hanno generato un utile netto annualizzato di 180 miliardi di euro per trimestre a partire dal terzo trimestre del 2023, rispetto a una media di circa 90 miliardi di euro negli ultimi cinque anni (fonte: European Banking Authority, Q3 2023 Risk Dashboard).

PARAMETRI DI CAPITALE VICINI AI LIVELLI RECORD


Dal punto di vista degli obbligazionisti, tuttavia, l'attenzione va riposta sulla riserva di utili delle banche, ovvero sulla capacità di assorbire perdite di credito e di altro tipo (come il rischio di mercato e le controversie). A questo proposito, secondo Miginiac , le banche europee possono assorbire livelli considerevoli di perdite prima che il capitale in eccesso venga eroso grazie ad un robusto RoE a due cifre previsto per i prossimi anni.

COEFFICIENTI DI CAPITALE CET1 INTORNO AL 15%


In media, nel quarto trimestre 2023, le grandi banche europee hanno evidenziato coefficienti di capitale CET1 intorno al 15%, che rappresentano oltre 400 punti base (bps) di capitale in eccesso rispetto ai requisiti normativi. Gli ampi buffer di capitale in eccesso costituiscono un altro consistente strato di protezione per gli obbligazionisti contro le perdite sui prestiti, in aggiunta ai buffer di utili. “In prospettiva” specifica Miginiac “si prevede che i livelli di capitale rimangano solidi, anche se in modesto calo rispetto ai livelli record, rendendo improbabile per il settore un sostanziale esaurimento delle riserve di capitale, a causa di un contesto normativo rigido e della continua incertezza macroeconomica”.

LA QUALITÀ DEGLI ASSET RIMANE RESILIENTE


Nel frattempo, le autorità di regolamentazione continuano a richiedere misure prudenziali sia macro che micro, come l'innalzamento dei buffer anticiclici o aggiunte specifiche per le banche per particolari sacche di rischio. Interventi che consentono alle banche europee un costante miglioramento della qualità dei loro portafogli di prestiti, con i crediti deteriorati (NPL) e gli accantonamenti per perdite su crediti sui minimi. Per quanto riguarda poi le recenti preoccupazioni al settore CRE (Commercial Real Estate), il fenomeno è circoscritto ad alcuni operatori negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania. “Le potenziali vulnerabilità di un piccolo numero di banche europee dovute a esposizioni al CRE di dimensioni eccessive non dovrebbero avere un impatto più ampio sull’intero settore” specifica il manager di GAM Investments.

SUPPORTO AGLI OBBLIGAZIONISTI


Inoltre, aggiunge Miginiac, la maggior parte di queste esposizioni sono garantite, con un basso rapporto medio prestito-valore (circa il 50%), ben diversificate per area geografica e tipologia di immobile. “Ricapitolando, gli utili del quarto trimestre delle banche offrono supporto agli obbligazionisti, alla luce dei solidi buffer di profitti, delle ampie riserve di capitale in eccesso e della qualità degli attivi. L’esposizione al CRE delle grandi banche europee è un modesto fattore di disturbo e gli istituti sono in grado di assorbire uno scenario di maggiore stress attraverso i soli utili” conclude l’Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments.

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