L'analisi
GAM: è il momento della gestione attiva senza preferenze per il Growth o il Value
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea che con le banche centrali in pausa e in attesa dei tagli è importante la comprensione delle forze che stanno modellando lo scenario finanziario
di Stefano Caratelli 16 Marzo 2024 15:00
L’economia e il mercato del lavoro americani resistono. Il presidente Powell e gli altri membri della Fed hanno sempre dichiarato che prima dell’inversione della politica monetaria avrebbero voluto vedere maggior equilibrio tra domanda e offerta di lavoro, e gli ultimi dati indicano che quell’equilibrio è prossimo. GAM, in un commento sulle Banche centrali di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, ricorda che la settimana scorsa, prima dell’audizione del numero uno della Fed, la Bce lasciava senza sorprese il tasso di riferimento fermo al 4,50%, e al 4% il tasso sui depositi delle aziende di credito.
Secondo Benetti è probabile che il filotto di riunioni senza decisioni sui tassi, quattro da quando a luglio 2022 è cominciato il ciclo di dieci rialzi consecutivi, continuerà in aprile, e il primo taglio sarà verosimilmente a giugno, nonostante l’affanno economico nell’Eurozona. I dati del quarto trimestre hanno mostrato il ritmo più lento della crescita del costo del lavoro per unità di prodotto e dei margini di profitto, e si attenua il timore che le imprese alimentino l'inflazione scaricando i maggiori costi del lavoro sui prezzi finali.
Intanto le previsioni sull'inflazione si fanno più ottimistiche, la Bce ritiene che l'obiettivo del 2% dovrebbe essere traguardato nel 2025, il registro comunicativo dei banchieri di Francoforte si fa più accomodante, i mercati prezzano un punto percentuale di tagli entro fine anno. La stessa Lagarde ha comunque ribadito che, nonostante la maggior fiducia sulle prospettive, la Bce non è ancora sufficientemente fiduciosa per iniziare a tagliare. Il FMI prevede per l’Eurozona una crescita di 0,9, lo sguardo parziale dei banchieri centrali mette a fuoco gli aumenti dei salari ma sembra non vedere la debolezza degli altri indicatori economici.
Secondo l’esperto di GAM, la comunicazione di Lagarde è, nella migliore delle ipotesi, incompleta: lascia intendere che il primo taglio è a giugno ma che la prospettiva di tre/quattro tagli quest'anno è ancora un'incognita. La “forward guidance” è stata abbandonata da tempo, ma siamo lontani anche dal linguaggio pragmatico guidato dai dati, nota Benetti, che si chiede “what’s going on”, cosa sta succedendo ora?
La risposta è che non sappiamo come sarà il tempo che abbiamo davanti ma sappiamo che sarà molto diverso dai decenni appena trascorsi, e l’asset allocation dovrà tenere conto delle nuove condizioni finanziarie, dell’inflazione normalizzata, della fine del deleveraging nelle banche che è stato un fattore deflazionistico. Benetti sottolinea che il sistema bancario è ora ben patrimonializzato e nelle migliori condizioni per affrontare la fase della decarbonizzazione, con gli ingenti investimenti necessari.
In questa fase, la gestione attiva e un approccio agnostico, privo di una preferenza verso lo stile “growth” o “value” rivelano la loro utilità. Secondo l’esperto di GAM un’attenzione esclusiva alle azioni "Quality Growth" avrebbe premiato in passato, ma oggi non sarebbe in grado di cogliere le principali dinamiche reflazionistiche, mentre un'attenzione esclusiva ai titoli “Value” escluderebbe le potenzialità della crescita strutturale e delle società disruptive.
È un tempo complesso, sottolinea Benetti in conclusione: i premi al rischio sono ai minimi e i rendimenti obbligazionari entrano in competizione con gli asset rischiosi, eppure non mancano aree di valore e storie di investimento meritevoli di attenzione.
VERSO IL PRIMO TAGLIO DEI TASSI A GIUGNO
Secondo Benetti è probabile che il filotto di riunioni senza decisioni sui tassi, quattro da quando a luglio 2022 è cominciato il ciclo di dieci rialzi consecutivi, continuerà in aprile, e il primo taglio sarà verosimilmente a giugno, nonostante l’affanno economico nell’Eurozona. I dati del quarto trimestre hanno mostrato il ritmo più lento della crescita del costo del lavoro per unità di prodotto e dei margini di profitto, e si attenua il timore che le imprese alimentino l'inflazione scaricando i maggiori costi del lavoro sui prezzi finali.
BCE NON HA ANCORA ABBASTANZA FIDUCIA
Intanto le previsioni sull'inflazione si fanno più ottimistiche, la Bce ritiene che l'obiettivo del 2% dovrebbe essere traguardato nel 2025, il registro comunicativo dei banchieri di Francoforte si fa più accomodante, i mercati prezzano un punto percentuale di tagli entro fine anno. La stessa Lagarde ha comunque ribadito che, nonostante la maggior fiducia sulle prospettive, la Bce non è ancora sufficientemente fiduciosa per iniziare a tagliare. Il FMI prevede per l’Eurozona una crescita di 0,9, lo sguardo parziale dei banchieri centrali mette a fuoco gli aumenti dei salari ma sembra non vedere la debolezza degli altri indicatori economici.
LAGARDE LASCIA APERTE LE INCOGNITE
Secondo l’esperto di GAM, la comunicazione di Lagarde è, nella migliore delle ipotesi, incompleta: lascia intendere che il primo taglio è a giugno ma che la prospettiva di tre/quattro tagli quest'anno è ancora un'incognita. La “forward guidance” è stata abbandonata da tempo, ma siamo lontani anche dal linguaggio pragmatico guidato dai dati, nota Benetti, che si chiede “what’s going on”, cosa sta succedendo ora?
L’ASSET ALLOCATION DEVE TENER CONTO DELLE NUOVE CONDIZIONI
La risposta è che non sappiamo come sarà il tempo che abbiamo davanti ma sappiamo che sarà molto diverso dai decenni appena trascorsi, e l’asset allocation dovrà tenere conto delle nuove condizioni finanziarie, dell’inflazione normalizzata, della fine del deleveraging nelle banche che è stato un fattore deflazionistico. Benetti sottolinea che il sistema bancario è ora ben patrimonializzato e nelle migliori condizioni per affrontare la fase della decarbonizzazione, con gli ingenti investimenti necessari.
GESTIONE ATTIVA E APPROCCIO AGNOSTICO, SENZA PREFERENZE PER IL GROWTH O IL VALUE
In questa fase, la gestione attiva e un approccio agnostico, privo di una preferenza verso lo stile “growth” o “value” rivelano la loro utilità. Secondo l’esperto di GAM un’attenzione esclusiva alle azioni "Quality Growth" avrebbe premiato in passato, ma oggi non sarebbe in grado di cogliere le principali dinamiche reflazionistiche, mentre un'attenzione esclusiva ai titoli “Value” escluderebbe le potenzialità della crescita strutturale e delle società disruptive.
AREE DI VALORE MERITEVOLI DI ATTENZIONE
È un tempo complesso, sottolinea Benetti in conclusione: i premi al rischio sono ai minimi e i rendimenti obbligazionari entrano in competizione con gli asset rischiosi, eppure non mancano aree di valore e storie di investimento meritevoli di attenzione.