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Goldman Sachs Asset Management: ecco dove puntano quest’anno i fondi pensione europei
Secondo la prima edizione dell’European Pension Survey di Goldman Sachs Asset Management Il debito investment grade e il private credit dovrebbero generare i maggiori rendimenti corretti per il rischio per quest’anno
di Leo Campagna 18 Marzo 2024 17:45
I fondi pensione europei a prestazione definita ritengono che il debito investment grade e il private credit siano in grado di generare i maggiori rendimenti corretti per il rischio per quest’anno: nove su 10 prevedono di aumentare o mantenere le loro allocation in queste asset class. E’ una delle principali evidenze emerse dalla prima edizione dell’European Pension Survey di Goldman Sachs Asset Management.
Un’indagine che ha raccolto il parere di 126 dirigenti e manager di fondi pensione a prestazione definita (DB) con sede in Europa in merito alle opportunità e alle sfide che i fondi pensione devono affrontare, insieme alle prospettive per gli investitori istituzionali nei mercati pubblici e privati. Dai risultati emerge un cauto ottimismo per quest’anno, con il 59% degli intervistati che afferma che il contesto di investimento è migliorato.
“Molti dei gestori di fondi pensione europei a prestazione definita sono ottimisti sul contesto di investimento, ma le prospettive economiche sono incerte, con tassi di interesse più alti per periodi più lunghi, percorsi di crescita divergenti a livello globale e elevati rischi geopolitici. Il sensibile aumento dei rendimenti e il calo dell’inflazione sta orientando i gestori verso il debito investment grade e il private credit. Probabile che le allocazioni nel reddito fisso nei mercati pubblici e privati aumentino dal momento che i fondi pensione tendono ora a ridurre le asset più volatili, come le azioni, per privilegiare investimenti più stabili e in grado di generare reddito” fa sapere Fadi Abuali, CEO di Goldman Sachs Asset Management International.
Secondo l’indagine, infatti, i fondi pensione stanno allocando una quota nettamente maggiore in liquidità e una minore in titoli azionari dei mercati sviluppati. A preoccuparli sono soprattutto i rischi geopolitici che, per oltre il 70% dei fondi pensione, rappresentano, insieme agli eventi politici, il rischio maggiore per i propri portafogli. Sul fronte normativo, i requisiti di disclosure previsti dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (58%) e gli imminenti obblighi in materia di stress-test climatici (55%) sono stati citati come gli elementi più difficili da attuare secondo gli intervistati.
I risultati del sondaggio evidenziano anche che l’87% dei fondi pensione europei considera gli investimenti sostenibili parte integrante mentre il 63% destina oltre il 10% del proprio portafoglio a investimenti sostenibili. Inoltre, l’84% degli intervistati ritiene che l’integrazione dei criteri ESG nelle decisioni di investimento possa contribuire a ridurre i rischi di lungo periodo, e più della metà afferma che questo approccio possa generare alpha. In termini di allocazione, l’azionario e il debito investment grade dei mercati sviluppati sono in cima alla lista delle asset class in cui gli intervistati hanno integrato strategie di investimento sostenibile.
Nel frattempo cresce l’interesse per l’outsourcing della gestione degli investimenti sulla scia di un contesto caratterizzato da requisiti di compliance sempre più complessi, costi crescenti e mercati contraddistinti da incertezza: 7 intervistati su 10 hanno esternalizzato alcuni o la totalità dei loro portafogli e 4 su 10 si affidano a gestori esterni per sviluppare la loro policy di investimenti sostenibili.
“Ci aspettiamo un incremento dell’outsourcing nella gestione del risparmio anche per far fronte a nuovi requisiti normativi, a stakeholder sempre più attivi e a crescenti rischi reputazionali. E’ vero che il contesto di investimento rimane incerto, ma le opportunità non mancano nei mercati pubblici e privati per gli investitori che utilizzano un approccio diversificato e attento al rischio” sottolinea Céline van Asselt, Head of Fiduciary Management, Continental Europe di Goldman Sachs Asset Management.
126 DIRIGENTI E MANAGER DI FONDI PENSIONE
Un’indagine che ha raccolto il parere di 126 dirigenti e manager di fondi pensione a prestazione definita (DB) con sede in Europa in merito alle opportunità e alle sfide che i fondi pensione devono affrontare, insieme alle prospettive per gli investitori istituzionali nei mercati pubblici e privati. Dai risultati emerge un cauto ottimismo per quest’anno, con il 59% degli intervistati che afferma che il contesto di investimento è migliorato.
OTTIMISMO SUL CONTESTO DI INVESTIMENTO
“Molti dei gestori di fondi pensione europei a prestazione definita sono ottimisti sul contesto di investimento, ma le prospettive economiche sono incerte, con tassi di interesse più alti per periodi più lunghi, percorsi di crescita divergenti a livello globale e elevati rischi geopolitici. Il sensibile aumento dei rendimenti e il calo dell’inflazione sta orientando i gestori verso il debito investment grade e il private credit. Probabile che le allocazioni nel reddito fisso nei mercati pubblici e privati aumentino dal momento che i fondi pensione tendono ora a ridurre le asset più volatili, come le azioni, per privilegiare investimenti più stabili e in grado di generare reddito” fa sapere Fadi Abuali, CEO di Goldman Sachs Asset Management International.
I RISCHI GEOPOLITICI IN CIMA ALLA LISTA
Secondo l’indagine, infatti, i fondi pensione stanno allocando una quota nettamente maggiore in liquidità e una minore in titoli azionari dei mercati sviluppati. A preoccuparli sono soprattutto i rischi geopolitici che, per oltre il 70% dei fondi pensione, rappresentano, insieme agli eventi politici, il rischio maggiore per i propri portafogli. Sul fronte normativo, i requisiti di disclosure previsti dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (58%) e gli imminenti obblighi in materia di stress-test climatici (55%) sono stati citati come gli elementi più difficili da attuare secondo gli intervistati.
FOCUS SUGLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI
I risultati del sondaggio evidenziano anche che l’87% dei fondi pensione europei considera gli investimenti sostenibili parte integrante mentre il 63% destina oltre il 10% del proprio portafoglio a investimenti sostenibili. Inoltre, l’84% degli intervistati ritiene che l’integrazione dei criteri ESG nelle decisioni di investimento possa contribuire a ridurre i rischi di lungo periodo, e più della metà afferma che questo approccio possa generare alpha. In termini di allocazione, l’azionario e il debito investment grade dei mercati sviluppati sono in cima alla lista delle asset class in cui gli intervistati hanno integrato strategie di investimento sostenibile.
CRESCE L’INTERESSE PER GLI INVESTIMENTI IN OUTSOURCING
Nel frattempo cresce l’interesse per l’outsourcing della gestione degli investimenti sulla scia di un contesto caratterizzato da requisiti di compliance sempre più complessi, costi crescenti e mercati contraddistinti da incertezza: 7 intervistati su 10 hanno esternalizzato alcuni o la totalità dei loro portafogli e 4 su 10 si affidano a gestori esterni per sviluppare la loro policy di investimenti sostenibili.
UN APPROCCIO DIVERSIFICATO E ATTENTO AL RISCHIO
“Ci aspettiamo un incremento dell’outsourcing nella gestione del risparmio anche per far fronte a nuovi requisiti normativi, a stakeholder sempre più attivi e a crescenti rischi reputazionali. E’ vero che il contesto di investimento rimane incerto, ma le opportunità non mancano nei mercati pubblici e privati per gli investitori che utilizzano un approccio diversificato e attento al rischio” sottolinea Céline van Asselt, Head of Fiduciary Management, Continental Europe di Goldman Sachs Asset Management.