Le novità
Autovelox, ecco da quali strade spariranno
Il nuovo decreto ha come obiettivo quello di ''garantire un utilizzo conforme ad esigenze di sicurezza della circolazione''. Ecco le nuove regole sul collocamento dei dispositivi
di Fabrizio Arnhold 27 Marzo 2024 09:00
In Italia ci sono 23 autovelox ogni 1.000 chilometri. Si tratta del numero più elevato tra i Paesi europei. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato nei giorni scorsi che è stata approvata nella Conferenza Stato-Città la bozza del decreto Autovelox, il testo che disciplina “le modalità di collocazione e uso dei dispositivi di rilevamento a distanza dei limiti di velocità di cui all’articolo 142 del Codice della Strada”.
Siamo un po’ in ritardo. Esattamente di 14 anni, ossia dai tempi della riforma del Codice della strada, contenuta nella legge 120/2010 del 19 luglio 2010. Meglio tardi che mai, anche se il Parlamento sta per votare un nuovo disegno di legge con altre novità sul Codice della strada. Ma cosa cambia per gli autovelox? Iniziamo dai limiti di velocità.
Sulle strade extraurbane si potranno utilizzare autovelox solo se il massimo della velocità concesso su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice della strada. Facciamo un esempio pratico. Se il limite è fissato a 110 km/h, non sarà possibile installare un autovelox nei tratti in cui sia previsto a meno di 90 km/h.
L’autovelox dovrà essere preceduto dal segnale che informa e impone il limite a non meno di 1 km, mentre tra due autovelox differenti deve esserci una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane principali, mentre su quelle secondarie la distanza si riduce a 1 km. Il decreto precisa anche che i dispositivi a bordo di un veicolo possono essere utilizzati senza contestazione immediata solo nei casi in cui non sia possibile piazzare postazioni fisse o mobili. Ma resta l’obbligo della riconoscibilità: questi dispositivi devono essere ben visibili dal cittadino.
Il decreto autovelox, in città, in un certo modo risponde alle polemiche sui limiti di 30 km/h, introdotti in alcuni centri urbani, per ultimo Bologna. Sulle strade urbane, infatti, non è possibile sanzionare con l’autovelox per limiti inferiori a 50 km/h, perché al di sotto di questa velocità occorre la contestazione immediata.
“Con questo provvedimento possiamo affermare, per la prima volta, un principio basilare: gli autovelox non dovranno più essere utilizzati come bancomat, ma per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha detto il sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante. Per il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, "l'ideologia che prevede il dilagare di ztl e zone a 30Km/h penalizzanti per lavoratrici e lavoratori e autovelox installati in ogni dove, non per sicurezza ma per fare cassa poco hanno a che fare con la sicurezza stradale, quindi buonsenso e concretezza senza ideologia”.
IN RITARDO DI 14 ANNI
Siamo un po’ in ritardo. Esattamente di 14 anni, ossia dai tempi della riforma del Codice della strada, contenuta nella legge 120/2010 del 19 luglio 2010. Meglio tardi che mai, anche se il Parlamento sta per votare un nuovo disegno di legge con altre novità sul Codice della strada. Ma cosa cambia per gli autovelox? Iniziamo dai limiti di velocità.
COSA CAMBIA: STRADE EXTRAURBANE
Sulle strade extraurbane si potranno utilizzare autovelox solo se il massimo della velocità concesso su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice della strada. Facciamo un esempio pratico. Se il limite è fissato a 110 km/h, non sarà possibile installare un autovelox nei tratti in cui sia previsto a meno di 90 km/h.
LA RICONOSCIBILITÀ
L’autovelox dovrà essere preceduto dal segnale che informa e impone il limite a non meno di 1 km, mentre tra due autovelox differenti deve esserci una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane principali, mentre su quelle secondarie la distanza si riduce a 1 km. Il decreto precisa anche che i dispositivi a bordo di un veicolo possono essere utilizzati senza contestazione immediata solo nei casi in cui non sia possibile piazzare postazioni fisse o mobili. Ma resta l’obbligo della riconoscibilità: questi dispositivi devono essere ben visibili dal cittadino.
STRADE URBANE
Il decreto autovelox, in città, in un certo modo risponde alle polemiche sui limiti di 30 km/h, introdotti in alcuni centri urbani, per ultimo Bologna. Sulle strade urbane, infatti, non è possibile sanzionare con l’autovelox per limiti inferiori a 50 km/h, perché al di sotto di questa velocità occorre la contestazione immediata.
BASTA AUTOVELOX COME BANCOMAT
“Con questo provvedimento possiamo affermare, per la prima volta, un principio basilare: gli autovelox non dovranno più essere utilizzati come bancomat, ma per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha detto il sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante. Per il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, "l'ideologia che prevede il dilagare di ztl e zone a 30Km/h penalizzanti per lavoratrici e lavoratori e autovelox installati in ogni dove, non per sicurezza ma per fare cassa poco hanno a che fare con la sicurezza stradale, quindi buonsenso e concretezza senza ideologia”.
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