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Fed sul filo del rasoio del taglio dei tassi per la solidità del mercato del lavoro

Il team Multi-Asset di PGIM Quant spiega perché la Fed ha bisogno di più sicurezza per intraprendere una politica dei tassi aggressiva a fronte della rigidità del mercato del lavoro

di Stefano Caratelli 11 Aprile 2024 11:36

financialounge -  Federal Reserve John Hall
Già a gennaio il presidente della Fed Powell aveva minimizzato la possibilità di un taglio dei tassi a marzo, per ribadire successivamente che restava ancora orientato ad allentare nel 2024 con l'inflazione in significativo calo, ma indicando anche che la Fed ha bisogno di maggior sicurezza prima di tagli aggressivi probabilmente per la persistente tensione di un mercato del lavoro robusto. Nell'ultimo blog Market Matters del team Multi-Asset di PGIM Quant, il gestore di portafoglio John Hall spiega perché la Fed ha bisogno di questa maggiore sicurezza.

I DATI STORICI DELL’INDICATORE DI RIGIDITÀ


Hall fa riferimento all'indicatore di rigidità del mercato del lavoro, che è stato inferiore a 1 per gran parte del periodo successivo alla Seconda Guerra mondiale, poiché l'aumento della partecipazione ha fornito alle imprese un'abbondante offerta. Fino al 2021, quanto questo valore è stato superato, si erano verificati solo pochi casi in cui il mercato del lavoro era così rigido come oggi, in particolare durante le guerre di Corea e del Vietnam. L’esperto di PGIM cita anche la combinazione di allentamento monetario, politica fiscale espansiva e repressione finanziaria, seguita alla pandemia.

UN MERCATO CHE RIMANE IN TENSIONE


Più di recente, prosegue l’analisi di Hall, l'economia ha lentamente smaltito l'arretratezza del mercato del lavoro indotta dalla Grande Crisi Finanziaria del 2007-2008 e con i baby boomer in pensione in massa dalla fine del 2010 il mercato del lavoro USA si è irrigidito. Anche se nella recessione da COVID c'è stato un temporaneo rallentamento, la politica fiscale espansiva e gli stimoli monetari, insieme alla fine delle restrizioni, hanno contribuito a creare una tensione lavorativa da record. I rialzi dei tassi e il venir meno dell'impatto del COVID hanno poi provocato una certa flessione, ma il mercato del lavoro rimane storicamente rigido.

LA PRESSIONE DEI SALARI TRASMESSA ALL’INFLAZIONE


Questa persistente rigidità, spiega l’esperto di PGIM, ha contribuito a mantenere una pressione al rialzo su salari e redditi, che si è trasmessa all'inflazione. Sebbene i salari siano aumentati in modo significativo nel periodo post-COVID, i rialzi della Fed hanno aiutato l'economia a evitare una spirale salari-prezzi, a differenza di quanto avvenuto in precedenti fasi inflazionistiche. Ma ciononostante la Fed potrebbe voler assistere a un ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro prima di iniziare a tagliare i tassi.

I RISCHI DI TASSI TROPPO ALTI A LUNGO


Mantenendo i tassi troppo alti per un periodo troppo lungo, la banca centrale USA rischia però di provocare una recessione. Ma Hall osserva che nel periodo del dopoguerra il mercato del lavoro non è mai stato così rigido prima dell'inizio di una recessione come oggi. Solo due delle 11 recessioni che PGIM ha preso in considerazione sono iniziate in un contesto di tensione del mercato del lavoro, come definito da questo parametro di rigidità, ed entrambe sono state associate a guerre durante le quali è stata inizialmente allentata la politica monetaria e incrementata la spesa pubblica, ma con una successiva correzione di rotta per contenere l'inflazione.

RECESSIONE USA ESCLUSA DALLO SCENARIO DI BASE


Oggi, sottolinea in conclusione Hall, anche se l'aumento del rischio geopolitico dovuto alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente e i livelli insostenibili di debito negli USA potrebbero essere catalizzatori di una potenziale recessione, questo non è lo scenario di base di Quant.

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