Politica monetaria

Columbia Threadneedle: mercati troppo pessimisti sui tagli dei tassi

Steven Bell, Chief Economist EMEA, sottolinea che sorprese positive creerebbero un contesto favorevole, dati USA fuorvianti, molto probabilmente la BCE taglierà comunque 25 punti base a giugno

di Stefano Caratelli 16 Aprile 2024 15:00

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati Steven Bell Tassi d'interesse
Negli ultimi mesi i mercati hanno corretto al ribasso le aspettative di riduzione dei tassi da parte delle banche centrali, dopo gli ultimi dati sull'inflazione USA che indicano che non ci sono stati nuovi cali. Ma la presenza dei dati sugli affitti negli indici sta falsando i numeri, mentre sempre in USA l'inflazione salariale è in calo, il che potrebbe consentire alla Fed di muoversi più rapidamente di quanto previsto dai mercati, mentre per quanto riguarda l'Eurozona, la Bce ha segnalato un taglio di 25 punti base a giugno che molto probabilmente si verificherà. Nel Regno Unito le prospettive sono incerte ma anche qui l’inflazione salariale è in calo e c’è consenso crescente che stia per essere raggiunto l'obiettivo del 2%.

MENO OTTIMISMO SU TEMPI E ENTITA’ DEI TAGLI


Sono le indicazioni del Weekly market outlook di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, che parte dal fatto che negli ultimi mesi le prospettive su entità e tempistica dei tagli dei tassi nelle principali economie sono diventate sempre meno ottimiste. A inizio anno i mercati prevedevano circa 60 punti base entro giugno in USA, Regno Unito ed Eurozona, mentre adesso i numeri sono scesi rispettivamente a 6, 12 e 22 punti base. Bell nota in USA un cambiamento molto marcato al ribasso che riflette dati che suggeriscono che l'inflazione non è più in calo e rimane sopra dell'obiettivo.

DATO USA AMPLIFICATO DELL’INFLAZIONE DA AFFITTI


Ma un ruolo importante è giocato dall’inflazione degli affitti, quasi al 6%, amplificata dall'elevato peso di questa voce nell'indice, pari al 36%, molto più alto che in altri paesi. In USA si aggiunge il cosiddetto Owners Equivalent Rent, ciò che i proprietari di casa pagherebbero se dovessero invece affittarla. Escludendo gli affitti, USA è rimasta intorno al 2% negli ultimi 12 mesi e dovrebbe andare a zero per compensare il 6% degli affitti. La Fed guarda più al deflatore della spesa personale, ma anche questo è stabile su un valore ancora troppo alto.

SPERANZE AFFIDATE ALLA DINAMICA SALARIALE


Ma Bell sottolinea che rimane una speranza, data dal fatto che il costo di affitti e altri servizi è determinato dai dai salari, e qui l'inflazione è in calo. L'indice trimestrale del costo dell'occupazione in USA è in rallentamento da quando ha raggiunto il picco del 5% lo scorso giugno, e Bell si aspetta che si diriga verso un tasso coerente con l'obiettivo del 2% della Fed nel prossimo dato a fine mese, il che potrebbe anche ridare slancio ad un taglio di un quarto di punto a giugno.

IN EUROZONA E UK FIDUCIA IN TAGLI IN ARRIVO


Nell’Eurozona, c’è invece molta fiducia di un taglio di 25 punti base a giugno, giustificato dai fondamentali e dalle parole uscita dalla Bce all’ultima riunione di aprile. Nel Regno Unito la situazione è un po' più incerta, ma il consenso punta ormai a un’inflazione che raggiunga l’obiettivo del 2%, implicando che la Banca d'Inghilterra probabilmente si adeguerà al taglio della BCE. L’inflazione salariale è in calo come in USA.

OTTIMI MOTIVI PER ASPETTARSI SORPRESE POSITIVE


In conclusione, l’esperto di Columbia Threadneedle Investments Pertanto ritiene che il mercato stia mostrando un eccessivo pessimismo sui tagli dei tassi, e aggiunge che se così dovesse effettivamente essere, “ci sarebbero ottimi motivi per aspettarsi sorprese positive” che creerebbero un contesto favorevole per i mercati finanziari.

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