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Pictet traccia le prospettive del secondo trimestre per i mercati finanziari globali
Attesi piccoli cali nei rendimenti verso il 4% per il Treasury americano e verso il 2,25% per il Bund, una rotazione settoriale in Borsa mentre oro e dollaro Usa restano validi alleati per la diversificazione
di Leo Campagna 17 Aprile 2024 16:41
Marzo ha confermato lo schema dei primi due mesi del 2024. Le Borse sono state favorite dai solidi fondamentali economici, soprattutto negli Stati Uniti, dove la crescita attesa per il 2024 è stata rivista al rialzo al 2,2% rispetto all'1,3% atteso a fine 2023. Nel reddito fisso, invece, le stesse ragioni macroeconomiche hanno impattato negativamente sui prezzi dei bond sulla scia del ridimensionamento dell’accomodamento atteso per le banche centrali.
“A questo proposito” sottolinea Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management, “lo scorso 20 marzo, la Fed ha confermato i tre tagli attesi per il 2024, come da previsioni dello scorso dicembre mentre, nella conferenza stampa, il percorso meno lineare del rientro dell'inflazione è stato descritto da Powell come ‘accettabile’. Ad oggi, il mercato si è allineato alle previsioni della Fed sui Fed Fund”.
La buona notizia negli Stati Uniti è che gli ultimi dati pubblicati confermano la discesa della componente servizi, anticipando minori pressioni sul mercato del lavoro. Anche l'andamento della crescita dei salari orari sta continuando nel suo trend in discesa, attestandosi per ora al 4,1% nonostante una crescita degli occupati ancora piuttosto tonica. “Si intravede un aggiustamento degli equilibri del mercato del lavoro, riconducibile all'effetto dell'immigrazione. L'entrata nella forza lavoro di più immigrati sembra spiegare l'aumento di nuovi occupanti a fronte di un dato sulla disoccupazione stabile e senza che si registrino eccessive pressioni salariali” spiega Dishnica.
Per quanto riguarda la Bce, sembra evidente la volontà del Consiglio Direttivo di attendere giugno prima di prendere qualsiasi decisione sui tagli. In ogni caso, nonostante una sostanziale stagnazione economica sulla scia dei dati di fine 2023, le attese dei tagli anche in Eurozona sono state ridimensionate rispetto a gennaio, attestandosi per ora a meno di quattro.
Per le prossime settimane, la manager di Pictet AM ritiene rientrato il rischio sui tassi a breve termine (scadenze entro due anni) anche se ipotizzare tagli dei tassi più aggressivi appare improbabile alla luce della vivacità dell'economia americana. “Per i titoli a lunga scadenza, in assenza di chiari segnali di rallentamento economico, sono possibili lievi cali nei rendimenti verso il 4% per il Treasury americano e verso il 2,25% per il Bund tedesco, in caso di segnali incoraggianti sul fronte inflazione”.
Guardando invece alla parte a medio e lungo termine della curva dei rendimenti, Dishnica vede nelle speculazioni attorno al livello di R-star, ovvero il tasso di equilibrio naturale che si collega al punto di arrivo terminale, il rischio maggiore. “Questi dubbi sugli equilibri, e quindi i tassi di lungo periodo, alimentano una volatilità storicamente elevata nei tassi a lunga scadenza” riferisce la manager.
Per il mercato azionario, invece, lo scenario più probabile delineato da Dishnica è quello di una rotazione settoriale, magari dalla tecnologia al resto degli indici e forse sull'healthcare. Questo mese segna peraltro l’inizio della stagione degli utili che potrebbe tenere i mercati in un trading range in attesa di indicazioni sulle prospettive degli utili societari. “Per quanto riguarda infine l’oro e il dollaro statunitense continuano a ad offrire una valida diversificazione anche alla luce della situazione geopolitica sempre più complicata” conclude l’Investment Manager di Pictet Asset Management.
TRE TAGLI DELLA FED PER IL 2024
“A questo proposito” sottolinea Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management, “lo scorso 20 marzo, la Fed ha confermato i tre tagli attesi per il 2024, come da previsioni dello scorso dicembre mentre, nella conferenza stampa, il percorso meno lineare del rientro dell'inflazione è stato descritto da Powell come ‘accettabile’. Ad oggi, il mercato si è allineato alle previsioni della Fed sui Fed Fund”.
CRESCITA DEI SALARI ORARI IN DISCESA
La buona notizia negli Stati Uniti è che gli ultimi dati pubblicati confermano la discesa della componente servizi, anticipando minori pressioni sul mercato del lavoro. Anche l'andamento della crescita dei salari orari sta continuando nel suo trend in discesa, attestandosi per ora al 4,1% nonostante una crescita degli occupati ancora piuttosto tonica. “Si intravede un aggiustamento degli equilibri del mercato del lavoro, riconducibile all'effetto dell'immigrazione. L'entrata nella forza lavoro di più immigrati sembra spiegare l'aumento di nuovi occupanti a fronte di un dato sulla disoccupazione stabile e senza che si registrino eccessive pressioni salariali” spiega Dishnica.
LA VOLONTÀ DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA BCE
Per quanto riguarda la Bce, sembra evidente la volontà del Consiglio Direttivo di attendere giugno prima di prendere qualsiasi decisione sui tagli. In ogni caso, nonostante una sostanziale stagnazione economica sulla scia dei dati di fine 2023, le attese dei tagli anche in Eurozona sono state ridimensionate rispetto a gennaio, attestandosi per ora a meno di quattro.
DECENNALI: TREASURY USA VERSO IL 4% E BUND VERSO IL 2,25%
Per le prossime settimane, la manager di Pictet AM ritiene rientrato il rischio sui tassi a breve termine (scadenze entro due anni) anche se ipotizzare tagli dei tassi più aggressivi appare improbabile alla luce della vivacità dell'economia americana. “Per i titoli a lunga scadenza, in assenza di chiari segnali di rallentamento economico, sono possibili lievi cali nei rendimenti verso il 4% per il Treasury americano e verso il 2,25% per il Bund tedesco, in caso di segnali incoraggianti sul fronte inflazione”.
TASSO DI EQUILIBRIO NATURALE (R-STAR)
Guardando invece alla parte a medio e lungo termine della curva dei rendimenti, Dishnica vede nelle speculazioni attorno al livello di R-star, ovvero il tasso di equilibrio naturale che si collega al punto di arrivo terminale, il rischio maggiore. “Questi dubbi sugli equilibri, e quindi i tassi di lungo periodo, alimentano una volatilità storicamente elevata nei tassi a lunga scadenza” riferisce la manager.
POSSIBILI ROTAZIONI SETTORIALI NELL’AZIONARIO
Per il mercato azionario, invece, lo scenario più probabile delineato da Dishnica è quello di una rotazione settoriale, magari dalla tecnologia al resto degli indici e forse sull'healthcare. Questo mese segna peraltro l’inizio della stagione degli utili che potrebbe tenere i mercati in un trading range in attesa di indicazioni sulle prospettive degli utili societari. “Per quanto riguarda infine l’oro e il dollaro statunitense continuano a ad offrire una valida diversificazione anche alla luce della situazione geopolitica sempre più complicata” conclude l’Investment Manager di Pictet Asset Management.