I conti
Wall Street si prepara al test dei Big Tech, si tiene a sana distanza dalla geopolitica
Arrivano le trimestrali di Tesla, Meta, Alphabet e Microsoft con l’S&P 500 sempre al traino, occhio anche ai 2 Magnifici Piccoli del Russel. L’escalation al rallentatore in Medioriente non scuote i nervi
di Stefano Caratelli 22 Aprile 2024 08:11
L’escalation al rallentatore tra Iran e Israele in Medioriente, mentre anche sul fronte ucraino prevale un’apparente calma gelida, tipo quella prima della tempesta, non ha scosso più di tanto i nervi degli investitori, indicando che a Wall Street non c’è nessuna bolla pronta a esplodere. Lo scrive sul WSJ James Mackintosh sottolineando i movimenti contenuti e presto rientrati sul mercato del petrolio dopo l’attacco di Teheran, seguito poi dalla rappresaglia “morbida” di Tel Aviv. Il columnist del Journal cita il sentiment “Orso” che viaggia ai minimi da una ventina d’anni nelle newsletter agli investitori, come si vede nel grafico, avvertendo che un eccesso di ottimismo può anche essere un segnale di allarme. Per invitare alla cautela sul rischio di escalation geopolitica Mohamed El-Erian, Presidente del Queens’ College di Cambridge e advisor di Allianz e Gramercy, sul FT ricorre invece al paradosso della “rana bollita a fuoco lento”, che si accorge del rischio mortale solo quando è troppo tardi.
Basare le decisioni di investimento su scommesse geopolitiche è un esercizio rischioso quanto inutile perché, se salta il banco e scoppia la terza guerra mondiale, il problema di salvare la pelle viene prima dell’asset allocation. Ma l’effetto-paura può devastarla anche se la sopravvivenza non è a rischio. Meglio guardare ai fondamentali che da sempre guidano i mercati, a cominciare dagli utili e dalle prospettive societarie. La stagione delle trimestrali è appena iniziata a Wall Street con risultati delle grandi banche un po’ in chiaroscuro: le sei big come gruppo hanno registrato una limatura del 3% degli utili rispetto a un anno prima per un rispettabilissimo totale di 35,6 miliardi di dollari e ricavi invece in aumento del 4% a quasi 140 miliardi. Ora tocca ai Big Tech, finora protagonisti del rally. Questa settimana escono Tesla, Meta, Alphabet e Microsoft, le prossima Apple e Amazon, mentre per Nvidia, la regina dei Magnifici Sette, bisogna aspettare il 22 maggio.
L’anno scorso praticamente da soli i Magnifici hanno trainato al rialzo del 24% l’intero indice S&P 500. Ma ora stanno prendendo strade diverse, con una forbice molto ampia tra l’andamento del migliore, Nvidia, e del peggiore, Tesla, da inizio anno a oggi, come si vede nel grafico.
La casa di Elon Musk ha sofferto un calo di circa il 40% finora nel 2024 mentre al contrario Meta, che con un business concentrato sull’advertising si avvantaggia più rapidamente dell’Intelligenza Artificiale che genera contenuti, è balzata in avanti nella stessa misura, che però impallidisce di fronte al 70% messo a segno da Nvidia. Alphabet e Microsoft sempre da inizio anno sono in rialzo rispettivamente del 12% e del 7,5%. Le attese degli analisti di UBS puntano a un aumento totale degli utili di oltre il 42% per sei dei sette Magnifici, Tesla esclusa, nel primo trimestre.
I Big Tech restano l’area di gran lunga più affollata di Wall Street, per cui I loro risultati sono cruciali per la direzione dell’intero mercato, più dei dati sull’inflazione e del timing dei tagli della Fed. Negli ultimi quattro trimestri gli utili del resto dell’S&P 500 sono usciti in calo rispetto al trimestre precedente, ma i multipli continuano a viaggiare a oltre 20 volte gli utili attesi, contro una media storica di 15,7 volte. Nelle prossime due settimane arrivano oltre 300 trimestrali con il consenso che punta a una crescita del 9% per l’intero 2024. La guidance soprattutto dirà quanto il rischio geopolitico pesa sulle previsioni dei CEO.
Ma non ci sono solo I Big Tech e l’S&P 500, anche i “piccoli” dell’indice Russel 2000 hanno i loro campioni, non sono 7 ma solo 2, segnalati da Ethan Wolff-Mann su Yahoo Finance: MicroStrategy e Super Micro Computer, entrambe attive nel business del cloud e sull’onda dell’Intelligenza Artificiale, la prima con un focus in particolare sul Bitcoin. Da inizio anno continuano a segnare un buon guadagno, ma sono andate un po’ sulle montagne russe, come mostra il grafico, a fronte di un Russell in calo di oltre il 3%, che sarebbe stato un -7% senza il contributo dei due titoli.
Bottom line. Per l’investitore che guarda al lungo termine, una Wall Street che resta appesa ai risultati di una pattuglia di sette titoli, per quanto Magnifici, è un incoraggiamento alla diversificazione e alla ricerca di alternative. Il rischio è giocare alla roulette russa della geopolitica, una tentazione che il mercato finora ha evitato, mentre meglio non perdere d’occhio le variabili macro di crescita, inflazione e tassi, anche se sono passate un po’ di moda.
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DOPO LE GRANDI BANCHE TOCCA AI BIG TECH
Basare le decisioni di investimento su scommesse geopolitiche è un esercizio rischioso quanto inutile perché, se salta il banco e scoppia la terza guerra mondiale, il problema di salvare la pelle viene prima dell’asset allocation. Ma l’effetto-paura può devastarla anche se la sopravvivenza non è a rischio. Meglio guardare ai fondamentali che da sempre guidano i mercati, a cominciare dagli utili e dalle prospettive societarie. La stagione delle trimestrali è appena iniziata a Wall Street con risultati delle grandi banche un po’ in chiaroscuro: le sei big come gruppo hanno registrato una limatura del 3% degli utili rispetto a un anno prima per un rispettabilissimo totale di 35,6 miliardi di dollari e ricavi invece in aumento del 4% a quasi 140 miliardi. Ora tocca ai Big Tech, finora protagonisti del rally. Questa settimana escono Tesla, Meta, Alphabet e Microsoft, le prossima Apple e Amazon, mentre per Nvidia, la regina dei Magnifici Sette, bisogna aspettare il 22 maggio.
I MAGNIFICI STANNO PRENDENDO STRADE DIVERSE
L’anno scorso praticamente da soli i Magnifici hanno trainato al rialzo del 24% l’intero indice S&P 500. Ma ora stanno prendendo strade diverse, con una forbice molto ampia tra l’andamento del migliore, Nvidia, e del peggiore, Tesla, da inizio anno a oggi, come si vede nel grafico.
PERFORMANCE DEI MAGNIFICI 7 A WALL STREET DA INIZIO 2024
ATTESO FORTE AUMENTO DEGLI UTILI, TESLA ESCLUSA
La casa di Elon Musk ha sofferto un calo di circa il 40% finora nel 2024 mentre al contrario Meta, che con un business concentrato sull’advertising si avvantaggia più rapidamente dell’Intelligenza Artificiale che genera contenuti, è balzata in avanti nella stessa misura, che però impallidisce di fronte al 70% messo a segno da Nvidia. Alphabet e Microsoft sempre da inizio anno sono in rialzo rispettivamente del 12% e del 7,5%. Le attese degli analisti di UBS puntano a un aumento totale degli utili di oltre il 42% per sei dei sette Magnifici, Tesla esclusa, nel primo trimestre.
IN ARRIVO LE TRIMESTRALI DI PIÙ DI METÀ DELL’S&P 500
I Big Tech restano l’area di gran lunga più affollata di Wall Street, per cui I loro risultati sono cruciali per la direzione dell’intero mercato, più dei dati sull’inflazione e del timing dei tagli della Fed. Negli ultimi quattro trimestri gli utili del resto dell’S&P 500 sono usciti in calo rispetto al trimestre precedente, ma i multipli continuano a viaggiare a oltre 20 volte gli utili attesi, contro una media storica di 15,7 volte. Nelle prossime due settimane arrivano oltre 300 trimestrali con il consenso che punta a una crescita del 9% per l’intero 2024. La guidance soprattutto dirà quanto il rischio geopolitico pesa sulle previsioni dei CEO.
ANCHE I PICCOLI DEL RUSSEL HANNO I LORO MAGNIFICI
Ma non ci sono solo I Big Tech e l’S&P 500, anche i “piccoli” dell’indice Russel 2000 hanno i loro campioni, non sono 7 ma solo 2, segnalati da Ethan Wolff-Mann su Yahoo Finance: MicroStrategy e Super Micro Computer, entrambe attive nel business del cloud e sull’onda dell’Intelligenza Artificiale, la prima con un focus in particolare sul Bitcoin. Da inizio anno continuano a segnare un buon guadagno, ma sono andate un po’ sulle montagne russe, come mostra il grafico, a fronte di un Russell in calo di oltre il 3%, che sarebbe stato un -7% senza il contributo dei due titoli.
I “MAGNIFICI PICCOLI” DEL RUSSEL 2000
Bottom line. Per l’investitore che guarda al lungo termine, una Wall Street che resta appesa ai risultati di una pattuglia di sette titoli, per quanto Magnifici, è un incoraggiamento alla diversificazione e alla ricerca di alternative. Il rischio è giocare alla roulette russa della geopolitica, una tentazione che il mercato finora ha evitato, mentre meglio non perdere d’occhio le variabili macro di crescita, inflazione e tassi, anche se sono passate un po’ di moda.
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