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TwentyFour AM (Vontobel) analizza le implicazioni del ritorno della volatilità sui mercati
In questo contesto, sebbene i rendimenti dei titoli di Stato siano un buon punto di ingresso in una prospettiva di medio termine, il credito dovrebbe continuare a sovraperformare, come ha fatto da inizio anno
di Leo Campagna 26 Aprile 2024 19:00
Lunedì scorso, dopo che l'Iran ha attaccato direttamente Israele, i titoli di Stato dei mercati sviluppati sono entrati brevemente in territorio di rally, prima di ripiegare rapidamente sul lato delle vendite. Una reazione per certi versi sorprendente soprattutto perché il sell-off è proseguito martedì prima di recuperare parte delle perdite subite mercoledì. “La situazione rimane fluida e potrebbe cambiare rapidamente in caso di ulteriore escalation, ma per il momento le nostre conclusioni sono in linea con quelle del mercato” commenta Felipe Villarroel, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (affiliata Vontobel AM).
Gli eventi in Medio Oriente hanno spinto i mercati a concentrarsi ancora di più sull'inflazione e sulle banche centrali. “In Europa i funzionari della BCE appaiono fiduciosi sulle condizioni per un taglio a giugno, mentre quelli della Federal Reserve (Fed) sembrano più indecisi alla luce del terzo aumento a sorpresa dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI) e, allo stesso tempo, dei dati sul mercato del lavoro e sulle vendite al dettaglio pubblicati pochi giorni prima che non mostravano segni di rallentamento” riferisce Villarroel.
Martedì scorso Jerome Powell è stato piuttosto esplicito nell'affermare che se l'inflazione impiegasse più tempo del previsto per tornare al suo livello target, i tassi potrebbero essere mantenuti al livello attuale più a lungo. “Powell sembra confermare che l'"ultimo miglio" nella battaglia contro l’inflazione resta il più difficile ma che non ci sia motivo di farsi prendere dal panico in questa fase. Non a caso, i Treasury statunitensi hanno reagito con un rally mercoledì scorso in seguito ai suoi commenti” spiega il manager di TwentyFour AM.
Gli indici dei credit default swap (CDS) ad alto rendimento in Europa e negli Stati Uniti, utilizzati come indicatore del grado di rischio, hanno registrato un aumento di quasi 40 punti base (+0,40%), mentre gli spread Additional Tier 1 (AT1) sono aumentati di quasi 50 punti base (+0,50%). Con il calmarsi dei mercati, questi movimenti si sono in parte invertiti. “E’ vero che la pubblicazione dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI) di febbraio (il 10 marzo) ha provocato un sell off sui Treasury statunitensi, tuttavia gli spread hanno resistito e solo la scorsa settimana hanno iniziato ad allargarsi, anche se, come indicato in precedenza, i prezzi stanno recuperando parte del terreno perso” specifica Villarroel.
Ma c’è di più. Le CLO (Collateralized Loan Obligations) continuano ad evidenziare una resilienza con i loro spread di mercato poco movimentati, e con gli spread investment grade che si sono allargati solo leggermente in alcuni sotto-settori. Nel breve termine, gli operatori di mercato terranno d'occhio gli sviluppi anche perché la geopolitica può cambiare all’improvviso. Tuttavia, al momento, il sell-off è giustificato ma relativamente moderato per quanto riguarda gli spread.
Quello che però sembra chiaro è che, nei suoi commenti della scorsa settimana, Powell sia riuscito a eliminare parte dell’incertezza che si era venuta a creare sui mercati dopo il movimento di 50 punti base dei Treasury decennali in seguito alla pubblicazione dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI). Nel frattempo, gli spread sembrano abbastanza allineati ai recenti dati macroeconomici, che delineano una ripresa in Europa e nel Regno Unito da livelli bassi, e un rallentamento negli Stati Uniti dai massimi del terzo trimestre del 2023. “In questo contesto, i rendimenti dei titoli di Stato appaiono come un buon punto di ingresso in una prospettiva di medio termine, ma il credito dovrebbe continuare a sovraperformare, come ha fatto da inizio anno” conclude il Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management.
MERCATI CONCENTRATI SU INFLAZIONE E BANCHE CENTRALI
Gli eventi in Medio Oriente hanno spinto i mercati a concentrarsi ancora di più sull'inflazione e sulle banche centrali. “In Europa i funzionari della BCE appaiono fiduciosi sulle condizioni per un taglio a giugno, mentre quelli della Federal Reserve (Fed) sembrano più indecisi alla luce del terzo aumento a sorpresa dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI) e, allo stesso tempo, dei dati sul mercato del lavoro e sulle vendite al dettaglio pubblicati pochi giorni prima che non mostravano segni di rallentamento” riferisce Villarroel.
LA DIFFICOLTA’ DELL’ULTIMO MIGLIO NELLA BATTAGLIA ALL’INFLAZIONE
Martedì scorso Jerome Powell è stato piuttosto esplicito nell'affermare che se l'inflazione impiegasse più tempo del previsto per tornare al suo livello target, i tassi potrebbero essere mantenuti al livello attuale più a lungo. “Powell sembra confermare che l'"ultimo miglio" nella battaglia contro l’inflazione resta il più difficile ma che non ci sia motivo di farsi prendere dal panico in questa fase. Non a caso, i Treasury statunitensi hanno reagito con un rally mercoledì scorso in seguito ai suoi commenti” spiega il manager di TwentyFour AM.
CREDIT DEFAULT SWAP (CDS) E ADDITIONAL TIER 1 (AT1)
Gli indici dei credit default swap (CDS) ad alto rendimento in Europa e negli Stati Uniti, utilizzati come indicatore del grado di rischio, hanno registrato un aumento di quasi 40 punti base (+0,40%), mentre gli spread Additional Tier 1 (AT1) sono aumentati di quasi 50 punti base (+0,50%). Con il calmarsi dei mercati, questi movimenti si sono in parte invertiti. “E’ vero che la pubblicazione dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI) di febbraio (il 10 marzo) ha provocato un sell off sui Treasury statunitensi, tuttavia gli spread hanno resistito e solo la scorsa settimana hanno iniziato ad allargarsi, anche se, come indicato in precedenza, i prezzi stanno recuperando parte del terreno perso” specifica Villarroel.
LA RESILIENZA DELLE CLO (COLLATERALIZED LOAD OBLIGATIONS)
Ma c’è di più. Le CLO (Collateralized Loan Obligations) continuano ad evidenziare una resilienza con i loro spread di mercato poco movimentati, e con gli spread investment grade che si sono allargati solo leggermente in alcuni sotto-settori. Nel breve termine, gli operatori di mercato terranno d'occhio gli sviluppi anche perché la geopolitica può cambiare all’improvviso. Tuttavia, al momento, il sell-off è giustificato ma relativamente moderato per quanto riguarda gli spread.
IL CREDITO DOVREBBE CONTINUARE A SOVRAPERFORMARE
Quello che però sembra chiaro è che, nei suoi commenti della scorsa settimana, Powell sia riuscito a eliminare parte dell’incertezza che si era venuta a creare sui mercati dopo il movimento di 50 punti base dei Treasury decennali in seguito alla pubblicazione dell'Indice dei prezzi al consumo (CPI). Nel frattempo, gli spread sembrano abbastanza allineati ai recenti dati macroeconomici, che delineano una ripresa in Europa e nel Regno Unito da livelli bassi, e un rallentamento negli Stati Uniti dai massimi del terzo trimestre del 2023. “In questo contesto, i rendimenti dei titoli di Stato appaiono come un buon punto di ingresso in una prospettiva di medio termine, ma il credito dovrebbe continuare a sovraperformare, come ha fatto da inizio anno” conclude il Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management.