Il paragone

AllianceBernstein: il boom dell'Intelligenza Artificiale non è la bolla delle dot-com

L'attuale entusiasmo per il settore tecnologico è dettato da veri aumenti di efficienza, per questo, secondo un blog firmato da Lei Qiu e Wentai Xiao, i paragoni con la bolla di Internet sono fuorvianti

di Stefano Caratelli 27 Aprile 2024 12:00

financialounge -  AllianceBernstein Lei Qiu Wentai Xiao
L'Intelligenza Artificiale sta attirando a ragione grande interesse. Le nuove forme di apprendimento automatico hanno le carte in regola per aumentare la produttività, e le molte potenziali applicazioni dell'IA cominciano solo adesso ad essere scoperte. Ci si chiede se l'entusiasmo del mercato abbia assunto proporzioni esagerate, con spese ingenti per sistemi informatici superpotenti che stanno sollevando timori su una possibile riedizione della bolla delle dot-com. Ma il raffronto sembra infondato, e in un Blog le esperte di AllianceBernstein, Lei Qiu, Portfolio Manager, Disruptive Innovation Equities, e Wentai Xiao, Senior Research Analyst,Disruptive Innovation Equities, spiegano che occorre tornare indietro nel tempo e analizzare le cause della bolla delle dot-com per capire perché.

POCHE SOMIGLIANZE CON LA BOLLA DI INTERNET


Agli albori di Internet si investirono miliardi di dollari nell'infrastruttura web, mentre bassi costi di finanziamento ed euforia degli investitori spingevano i prezzi delle azioni tecnologiche. Ma i modelli di business non erano ancora pienamente sviluppati e le valutazioni si discostarono presto dai fondamentali, e alla fine la bolla finì per scoppiare.  Alcuni potrebbero fare paragoni con l'odierna corsa a installare server per l'IA dato che entro fine 2024 imprese, società di cloud e governi avranno investito più di 100 miliardi di dollari in infrastrutture per l'IA.  Ma secondo le due esperte di AllianceBernstein le somiglianze finiscono qui.

EFFICIENZA IL VERO NUOVO VOLANO


Oggi infatti le mega cap alla base dell'infrastruttura cloud sono già redditizie grazie ai sostanziosi ricavi generati ad esempio dalle applicazioni, dal software e dalla pubblicità sui social, mentre l'intensità di capitale si è mantenuta costante. E a differenza delle dot.com di allora, gli attuali leader dell'IA investono nell'infrastruttura principalmente per migliorare l'efficienza, vero volano del nuovo trend digitale.

IL NUOVO PARADIGMA DEL COMPUTING ACCELERATO


Il boom della spesa per l'IA scaturisce dalla corsa a costruire un nuovo livello di infrastruttura, il "computing accelerato", di cui l'IA generativa è solo una delle tante applicazioni, in gran parte basata sul cloud. E’ un nuovo paradigma che rende fattibili carichi di lavoro un tempo impraticabili. Secondo le stime di ANSYS, l'esecuzione di una simulazione aerodinamica di alto livello potrebbe velocizzare i tempi fino a 33 volte. Attualmente vengono distribuiti ogni anno 10-15 milioni di CPU, contro meno di un milione di server accelerati, ma secondo le stime delle esperte di AllianceBernstein ancora meno del 25% della capacità globale di calcolo installata è costituita da infrastrutture di computing accelerato, rispetto a quasi zero appena due anni fa.

PREZZI AZIONARI NON SOPRAVVALUTATI


La promessa di un enorme balzo in avanti della produttività è realizzabile ma serviranno anni, e gli investitori avranno bisogno di tempo per identificare le imprese beneficiarie. Siamo al punto di svolta di un percorso iniziato nei primi anni '90, che ha portato dalla banda stretta alla larga al mobile e ora all'IA generativa, in un percorso che si può vedere come l'estensione del Web 3.0. In questo contesto, le esperte di AllianceBernstein credono che buona parte degli eccessi di mercato sia stata già spazzata via nel 2022. Anche se dopo quello shock le azioni tech hanno parzialmente ripreso quota, noni sembra che abbiano raggiunto livelli sopravvalutati, certo non quelli dell'era dot-com.

PROFITTI VERI E NON FALSE PROMESSE


I cicli tecnologici hanno inevitabilmente alti e bassi, ma gli investitori azionari possono beneficiare delle opportunità offerte dagli innovatori dirompenti, in grado di sviluppare un vantaggio competitivo differenziato grazie all'IA. Secondo le due esperte di Alliance Bernstein, in conclusione, oggi ci troviamo negli stadi iniziali di un ciclo ad impatto fortemente trasformativo, e le tendenze settoriali suggeriscono che non si tratta di un'altra bolla: con un approccio paziente e disciplinato si possono individuare le aziende con modelli di business sostenibili nell'IA, basati su profitti veri e non su false promesse.

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