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Osservatorio ANIMA sul risparmio: fiducia in crescita tra gli investitori italiani

L’edizione di primavera dell’Osservatorio sul risparmio delle famiglie italiane evidenzia un aumento dell’ottimismo, anche se l’inflazione continua a rappresentare una preoccupazione

di Antonio Cardarelli 1 Maggio 2024 09:30

financialounge -  Anima Sgr economia risparmio
Fiducia nella situazione italiana in crescita, numero di famiglie che risparmiano in aumento, calo dell’avversione al rischio e più realismo nei rendimenti attesi. Sono questi gli elementi principali che emergono dall’edizione primaverile dell’Osservatorio ANIMA sul risparmio delle famiglie italiane.

AUMENTA L’OTTIMISMO SULL’ITALIA


Realizzato in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research, lo studio (condotto via internet) monitora su base regolare i trend, le necessità e le abitudini delle famiglie italiane in materia di finanza, risparmio e investimenti. Si tratta di un sondaggio realizzato tra il 29 febbraio e il 7 marzo 2024 su un campione di 1.006 adulti “bancarizzati”, titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale, di cui la metà investitori. Ebbene, dai rilevamenti emerge come gli italiani continuino a essere ottimisti sulla situazione del Paese e siano meno sfiduciati nell’opportunità di investire nei mercati finanziari, scoprendosi meno avversi al rischio ma senza attese troppo rosee sui rendimenti futuri.

MAGGIORE PRUDENZA SUL FUTURO


In linea con le ultime rilevazioni, il sentiment sulla situazione del Paese continua a migliorare, con il 23% dei bancarizzati e il 30% degli investitori convinto che l’Italia si trovi in una posizione migliore rispetto a un anno fa, in netto miglioramento rispetto all’autunno, quando queste percentuali si attestavano rispettivamente al 19% e al 26%. Passando alle attese sul futuro, emerge una maggiore prudenza: il 22% dei bancarizzati e il 29% degli investitori si aspetta un miglioramento della situazione nei prossimi 12 mesi, in aumento di un punto percentuale per entrambe le categorie rispetto all’ultima rilevazione. Tuttavia, dalle risposte si evince che per gli italiani l’inflazione sia ancora un problema: lo hanno affermato l’85% dei bancarizzati e l’82% degli investitori.

PIÙ FAMIGLIE CHE RISPARMIANO


Anche se il carovita continua a mordere, le famiglie che risparmiano sono tornate ad aumentare. I bancarizzati che riescono ad accantonare con costanza parte del reddito passano dal 53% al 57%, mentre fra gli investitori questo dato cresce dal 72% al 77%. Ma su cosa investono gli italiani? L’Osservatorio ANIMA evidenzia una crescita della preferenza per i prodotti finanziari, prima opzione per il 55% dei bancarizzati e per il 74% degli investitori (a settembre il dato era del 52% per i primi e del 73% per i secondi). In seconda posizione restano gli immobili, le cui preferenze sono però in calo, seguiti dalla liquidità. Dall’edizione di primavera dell’Osservatorio emerge un calo dell’avversione al rischio con il 45% del campione convinto che quello attuale non sia un buon momento per investire, meno rispetto al 52% dell’edizione precedente. Ancora più netto il calo di coloro che pensano che non sia “per nulla” un buon momento per investire: passati dal 34% al 16%.

ATTENZIONE PER LA SOSTENIBILITÀ


La ricerca di rendimenti interessanti è una costante tra gli investitori, ma il campione interrogato da ANIMA dimostra un certo realismo. Interpellato sui rendimenti attesi nei prossimi cinque anni, il 24% si attende un rendimento nullo o addirittura negativo; il 69% un rendimento positivo ma inferiore al 5% e solo il 7% un rendimento ancora superiore. Infine, gli italiani tornano ad assegnare più rilevanza alle decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto socio-ambientale, come dimostra la crescita di chi ritiene queste scelte “molto” o “abbastanza” importanti, in aumento dall’80% all’84% fra i bancarizzati e dall’85% all’86% fra gli investitori. Esaminando le risposte di chi è posto di fronte alla scelta fra sostenibilità e rendimento finanziario, per la prima volta, fra i bancarizzati, la percentuale di chi privilegia l’una o l’altra scelta arrivano quasi ad equivalersi: il 49% assegna maggior importanza alla prima, mentre il 51% afferma di valutare come più importante il secondo.

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