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Finanza e politica

Democratici o Repubblicani? Ecco come si muovono le asset class con le presidenziali Usa

Henry Nelville CFA, Portfolio Manager di Solutions di Man Group, ha analizzato l’andamento di azioni, bond e materie prime negli ultimi 100 anni in relazione alle elezioni americane

di Antonio Cardarelli 6 Maggio 2024 14:45

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Il 2024 è stato definito “l’anno delle elezioni” perché oltre la metà della popolazione mondiale si recherà alle urne. L’appuntamento più importante è senza alcun dubbio quello delle elezioni americane, con Joe Biden e Donald Trump a caccia del secondo mandato. I sondaggi vedono i candidati molto vicini, anche se a sei mesi dal voto è ancora presto per fare pronostici.

AZIONI MEGLIO CON I DEMOCRATICI


Ovviamente anche gli investitori seguono con attenzione l’andamento del voto americano. Ma è giusto considerare questo evento come un punto di svolta per i mercati finanziari? Henry Nelville CFA, Portfolio Manager di Solutions di Man Group, ha provato a rispondere a questa domanda illustrando i possibili scenari per azioni, bond e materie prime. Per farlo ha gettato uno sguardo sugli ultimi 100 anni, analizzando i rendimenti in base al partito che ha guidato la Casa Bianca. La prima indicazione scaturita da questa analisi è che i mercati azionari statunitensi hanno fatto meglio sotto i Democratici e quelli obbligazionari sotto i Repubblicani. “La percezione è che il partito repubblicano sia costituito da “falchi” fiscali, con l’obiettivo di pareggiare il bilancio e che sui democratici si possa fare affidamento quando si tratta di spendere ingenti somme di denaro”, spiega l’esperto di Man Group.

LA TIPOLOGIA DI VITTORIA


Coerentemente con la narrativa della generosità fiscale, le materie prime sovraperformano durante le amministrazioni Democratiche mentre, spiega Nelville, le strategie più difensive fanno meglio con i Repubblicani. Ma la differenza più importante rilevata negli ultimi 100 è quella tra le vittorie scontate e quelle di misura, con azioni e obbligazioni Usa che hanno un andamento simile con entrambi i partiti prima e dopo vittore conseguite con facilità. In un’elezione incerta è più probabile che la bilancia del mercato penda in un senso o nell’altro una volta definito il risultato. L’esempio della borsa Usa all’indomani delle vittorie di misura dei Democratici è particolarmente degno di nota, con un movimento dal 2% al 31%.

L’ANDAMENTO DELLE AZIONI


Guardando all’andamento giornaliero dell’azionario Usa sei mesi prima e dopo le elezioni, l’esperto di Man Group mette in evidenza tre elementi. In primo luogo, i titoli azionari Usa sono saliti in termini nominali nei sei mesi precedenti le elezioni in tutti i casi tranne uno, con l’unica eccezione della prima vittoria di Obama, sullo sfondo della crisi finanziaria globale. Il secondo elemento rilevato è che anche durante i sei mesi successivi al voto l’azionario americano fa registrare ottime performance.

LA VOLATILITÀ


Infine, la volatilità tende a diminuire durante e dopo le elezioni, ma tende ad essere più alta prima e dopo le tornate elettorali vinte dai Democratici. In termini mediani, la volatilità azionaria è stata del 12,4% sei mesi prima delle elezioni, per poi scendere di 100pb all’11,4% il giorno del voto e di altri 50pb, al 10,9%, nel semestre successivo. “Forse la conclusione più ovvia è che i precedenti storici ci dicono che è necessario cercare altrove se vogliamo capire quale sia il catalizzatore per un sell-off del mercato azionario Usa. Il mercato è in rialzo quasi sempre prima e di solito anche dopo”, commenta Nelville.

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