Scenari e opportunità
RBC BlueBay AM vede un interessante punto di ingresso nel mercato high yield
I default potrebbero aumentare, ma gli investitori attivi possono evitare gli emittenti con maggiori criticità e puntare su alcuni titoli ibridi in Europa e sui rating inferiori, dove c'è uno sconto sugli spread medi storici
di Leo Campagna 6 Maggio 2024 14:47
L’anno scorso i mercati hanno attraversato una situazione difficile, ma l’economia ha mostrato resilienza mentre iniziavano a diminuire le pressioni inflazionistiche e questo ha dato maggiore fiducia agli investitori. Nel frattempo, si profilano ostacoli come il deterioramento della qualità del credito o la debolezza dell’economia, insieme a potenziali fattori favorevoli come i tagli del tasso di interesse da parte della Federal Reserve statunitense. Dinamiche che tenderanno a equilibrarsi, rendendo improbabile un cambiamento significativo dello scenario, in un modo o nell'altro.
“Gli investitori sono tornati a guardare con interesse all’high yield anche perché possono realisticamente aspettarsi rendimenti del 7-9%, molto al di sopra di quelli di due o tre anni fa. Ma i default potrebbero rappresentare delle sfide”, fa sapere Justin Jewell, Head of European High Yield Leveraged Finance di RBC BlueBay Asset Management, che poi aggiunge: “Nel 2021 e nel 2022 i default erano vicini allo zero mentre nei prossimi due anni potrebbero spingersi nell'intervallo 2,5-4%. Le imprese operano in un ambiente con costi del capitale più elevati e potrebbero avere difficoltà a rifinanziarsi sul mercato”.
Questo è il momento per i gestori attivi di procedere nella valutazione di quegli emittenti con maggiori criticità. “Non c’è dubbio che gli investitori debbano scegliere la loro strada attraverso i vincitori e i perdenti nel comparto e i bilanci sono gli indicatori chiave. Tra gli emittenti con rating inferiori, B e nei CCC, vediamo uno sconto sugli spread medi storici. Al contempo notiamo sconti sulle valutazioni di alcune emissioni aziendali di qualità superiore in Europa”, riferisce Jewell.
Su base storica, alcuni titoli ibridi in Europa sembrano leggermente economici: confrontati con le valutazioni attuali dei titoli di emittenti di alta qualità BBB, i titoli BB vengono negoziati con uno sconto significativo. Questo dipende molto dalla proliferazione di specifici veicoli d’investimento, come i fondi obbligazionari a scadenza che non possono acquistare tali titoli ibridi, e questo ha determinato un differenziale interessante da poter sfruttare.
Un rilevante fattore di oscillazione per il mercato high yield è l’offerta di titoli per le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). Sebbene tale offerta non si sia ancora concretizzata, nel corso dei prossimi due o tre trimestri ha un forte potenziale per influenzare il mercato. “L'anno scorso, se gli sponsor avessero cercato finanziamenti per operazioni di buyout con leva finanziaria, avrebbero dovuto mettere in conto un costo del capitale pari all’11% o al 12%. Oggi, la stessa operazione può essere finanziata intorno all’8% circa. Esiste pertanto il potenziale per una ripresa delle attività di M&A, semplicemente perché i costi di finanziamento sono diventati più abbordabili e questo può determinare un incremento dei volumi di emissioni di high yield”, commenta Jewell.
Il tutto senza trascurare che la ripresa del mercato primario è stata elevata, creando opportunità di inserimento per i gestori attivi più attenti a cogliere le opportunità di rendimento. “Riteniamo che con il passare del tempo, nuovi problemi o criticità possano permettere di aggiungere rendimento senza incrementare in modo significativo i rischi ai portafogli, sfruttando anche il premio che determinati emittenti dovranno riconoscere nel momento in cui avessero bisogno di accedere al mercato”, conclude l’Head of European High Yield Leveraged Finance di RBC BlueBay Asset Management.
RITORNO DI INTERESSE VERSO L’HIGH YIELD
“Gli investitori sono tornati a guardare con interesse all’high yield anche perché possono realisticamente aspettarsi rendimenti del 7-9%, molto al di sopra di quelli di due o tre anni fa. Ma i default potrebbero rappresentare delle sfide”, fa sapere Justin Jewell, Head of European High Yield Leveraged Finance di RBC BlueBay Asset Management, che poi aggiunge: “Nel 2021 e nel 2022 i default erano vicini allo zero mentre nei prossimi due anni potrebbero spingersi nell'intervallo 2,5-4%. Le imprese operano in un ambiente con costi del capitale più elevati e potrebbero avere difficoltà a rifinanziarsi sul mercato”.
QUESTO È IL MOMENTO PER I GESTORI ATTIVI
Questo è il momento per i gestori attivi di procedere nella valutazione di quegli emittenti con maggiori criticità. “Non c’è dubbio che gli investitori debbano scegliere la loro strada attraverso i vincitori e i perdenti nel comparto e i bilanci sono gli indicatori chiave. Tra gli emittenti con rating inferiori, B e nei CCC, vediamo uno sconto sugli spread medi storici. Al contempo notiamo sconti sulle valutazioni di alcune emissioni aziendali di qualità superiore in Europa”, riferisce Jewell.
L’APPEAL DEI TITOLI EUROPEI CON RATING BB
Su base storica, alcuni titoli ibridi in Europa sembrano leggermente economici: confrontati con le valutazioni attuali dei titoli di emittenti di alta qualità BBB, i titoli BB vengono negoziati con uno sconto significativo. Questo dipende molto dalla proliferazione di specifici veicoli d’investimento, come i fondi obbligazionari a scadenza che non possono acquistare tali titoli ibridi, e questo ha determinato un differenziale interessante da poter sfruttare.
NUOVE EMISSIONI ALL’ORIZZONTE CON IL RILANCIO DELL’M&A
Un rilevante fattore di oscillazione per il mercato high yield è l’offerta di titoli per le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). Sebbene tale offerta non si sia ancora concretizzata, nel corso dei prossimi due o tre trimestri ha un forte potenziale per influenzare il mercato. “L'anno scorso, se gli sponsor avessero cercato finanziamenti per operazioni di buyout con leva finanziaria, avrebbero dovuto mettere in conto un costo del capitale pari all’11% o al 12%. Oggi, la stessa operazione può essere finanziata intorno all’8% circa. Esiste pertanto il potenziale per una ripresa delle attività di M&A, semplicemente perché i costi di finanziamento sono diventati più abbordabili e questo può determinare un incremento dei volumi di emissioni di high yield”, commenta Jewell.
OPPORTUNITÀ NELLE EMISSIONI DEL MERCATO PRIMARIO
Il tutto senza trascurare che la ripresa del mercato primario è stata elevata, creando opportunità di inserimento per i gestori attivi più attenti a cogliere le opportunità di rendimento. “Riteniamo che con il passare del tempo, nuovi problemi o criticità possano permettere di aggiungere rendimento senza incrementare in modo significativo i rischi ai portafogli, sfruttando anche il premio che determinati emittenti dovranno riconoscere nel momento in cui avessero bisogno di accedere al mercato”, conclude l’Head of European High Yield Leveraged Finance di RBC BlueBay Asset Management.