Qualcosa sta cambiando
Btp Valore, partenza fredda. La gente ha capito che è sbagliato comprare solo titoli di Stato?
La quarta emissione del Btp Valore è partita più lentamente rispetto alle precedenti. L’effetto “discount” sostenuto dagli spot sulle crociere comincia a segnare il passo, e questo non è affatto un segnale negativo
di Controredazione 7 Maggio 2024 10:19
3,7 miliardi di richieste per il nuovo Btp Valore nel primo giorno di collocamento. Molto meno degli oltre 6,4 miliardi che aveva registrato nel primo giorno di collocamento la precedente emissione. Insomma, stavolta partenza senza boom. Freddina verrebbe da dire. Cosi come verrebbe da dire: finalmente! E già, perché, come abbiamo già avuto modo di scrivere a suo tempo in questa rubrica, va bene investire in titoli di Stato, ma non si può ridurre tutto il tema investimenti ai soli titoli di Stato.
Non va bene per il risparmiatore mettere tutto sempre e solo in Btp perché in questo modo si finisce col perdere completamente di vista la diversificazione. Va a ramengo pure l’idea dell’educazione finanziaria, di cui da decenni si parla come esigenza importante nel nostro Paese: se investire si riduce ad aspettare solo la prossima emissione di Btp si azzera la spinta a imparare le regole basilari dell’approccio all’investimento finanziario. E, soprattutto, se si mettono tutti i soldi sempre e solo in Btp si rischia di perdere altre opportunità molto più interessanti. Senza andare troppo lontano, la Borsa italiana ha registrato oltre il +28% nel 2023 e quest’anno da gennaio ha già guadagnato più del 12%. Molto più di qualsiasi Btp! Sì, ma c’è rischio maggiore a investire sull’azionario, si dirà. Vero, ma torniamo al tema della diversificazione: in un portafoglio si può studiare, meglio affidandosi a professionisti della consulenza se non si è ferrati, un giusto mix tra strumenti più conservativi, come i titoli di Stato, e azioni e fondi per cercare di aumentare i ritorni sull’investimento.
Ma l’uso a tappeto dei Btp non è positivo neanche per lo Stato. A maggior ragione se le emissioni vengono spinte da spot tv francamente imbarazzanti, dove il titolo di Stato diventa promessa di una immaginifica crociera. Il Btp diventa “lotteria”, una sorta di Bingo di Stato dal sapore sudamericano. Si emette senza soluzione di continuità, offrendo mirabolanti rendimenti, che poi alla fine pagheranno sempre gli stessi italiani. Che no, quindi, non hanno vinto a nessuna lotteria! E’ tutta una nuova forma di populismo finanziario e di “Btp people” che no, non ci piace per nulla e di cui si vedono tutti i limiti. Senza contare che l’uso massivo, da discount di Stato, dei Btp finisce pure per colpire l’industria del risparmio gestito, che invece è un pezzo importante, necessario in un mercato moderno e per la sana crescita economica del Paese. Insomma, il Btp non è “cattivo”, è un buon strumento, ma non bisogna abusarne in tutti i sensi. E soprattutto va scelto riflettendo, non semplicemente perché si è visto uno spot dove si promette una crociera.
Per cui, se ora i risparmiatori sono un po’ più freddi sui Btp non è affatto una cattiva notizia, anzi vuol dire forse che si inizia a essere più razionali.
SBAGLIATO METTERE TUTTI I SOLDI SEMPRE E SOLO IN BTP
Non va bene per il risparmiatore mettere tutto sempre e solo in Btp perché in questo modo si finisce col perdere completamente di vista la diversificazione. Va a ramengo pure l’idea dell’educazione finanziaria, di cui da decenni si parla come esigenza importante nel nostro Paese: se investire si riduce ad aspettare solo la prossima emissione di Btp si azzera la spinta a imparare le regole basilari dell’approccio all’investimento finanziario. E, soprattutto, se si mettono tutti i soldi sempre e solo in Btp si rischia di perdere altre opportunità molto più interessanti. Senza andare troppo lontano, la Borsa italiana ha registrato oltre il +28% nel 2023 e quest’anno da gennaio ha già guadagnato più del 12%. Molto più di qualsiasi Btp! Sì, ma c’è rischio maggiore a investire sull’azionario, si dirà. Vero, ma torniamo al tema della diversificazione: in un portafoglio si può studiare, meglio affidandosi a professionisti della consulenza se non si è ferrati, un giusto mix tra strumenti più conservativi, come i titoli di Stato, e azioni e fondi per cercare di aumentare i ritorni sull’investimento.
NO AL POPULISMO FINANZIARIO DA “LOTTERIA BTP"
Ma l’uso a tappeto dei Btp non è positivo neanche per lo Stato. A maggior ragione se le emissioni vengono spinte da spot tv francamente imbarazzanti, dove il titolo di Stato diventa promessa di una immaginifica crociera. Il Btp diventa “lotteria”, una sorta di Bingo di Stato dal sapore sudamericano. Si emette senza soluzione di continuità, offrendo mirabolanti rendimenti, che poi alla fine pagheranno sempre gli stessi italiani. Che no, quindi, non hanno vinto a nessuna lotteria! E’ tutta una nuova forma di populismo finanziario e di “Btp people” che no, non ci piace per nulla e di cui si vedono tutti i limiti. Senza contare che l’uso massivo, da discount di Stato, dei Btp finisce pure per colpire l’industria del risparmio gestito, che invece è un pezzo importante, necessario in un mercato moderno e per la sana crescita economica del Paese. Insomma, il Btp non è “cattivo”, è un buon strumento, ma non bisogna abusarne in tutti i sensi. E soprattutto va scelto riflettendo, non semplicemente perché si è visto uno spot dove si promette una crociera.
Per cui, se ora i risparmiatori sono un po’ più freddi sui Btp non è affatto una cattiva notizia, anzi vuol dire forse che si inizia a essere più razionali.
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