Scenari economici

Capital Group: dalla Germania arrivano segnali economici positivi

L’economista Robert Lind sottolinea il contributo fondamentale del Paese all’economia della Ue, soprattutto in un momento in cui cerca di placare i timori legati all’indebolimento della crescita

di Stefano Caratelli 10 Maggio 2024 14:25

financialounge -  Capital Group economia investimenti Robert Lind
A dispetto dei crescenti timori di deindustrializzazione, l’attività manifatturiera tedesca si sta adattando rapidamente a un nuovo paradigma economico. Nel breve termine resterà la pressione sui settori ad alta intensità energetica, ma nel medio-lungo si ravvisano segnali incoraggianti che l’industria tedesca potrebbe consolidare la posizione a livello di tecnologie a basse emissioni. Con la rapida digitalizzazione globale e l’adozione delle auto elettriche, la Germania rischia di rimanere indietro rispetto a Paesi come la Cina, con un costo del lavoro superiore e la stagnazione della produttività, dovuta al pensionamento di una popolazione che invecchia, il che non fa ben sperare vista la storica solidità delle apparecchiature, prodotti chimici e farmaceutici.

SEGNALI POSITIVI VERSO CAMBIAMENTI STRUTTURALI


Ma Capital Group, in un’analisi a cura dell’economista Robert Lind, ravvisa alcuni segnali positivi visti i tentativi dell’economia di apportare cambiamenti strutturali sia a breve che a lungo termine, dando uno sguardo più approfondito ai dati che suggerisce che l’economia si sta orientando verso un’attività manifatturiera a maggiore valore aggiunto. I dati mensili potrebbero sovrastimare la debolezza manifatturiera, che invece in base alle stime trimestrali del valore aggiunto lordo nel 2023 si è rivelata più resiliente, rispecchiando un possibile slancio o suggerendo che le aziende sono passate a prodotti di valore superiore in vari settori.

UNA FASE DIFFICILE CHE POTREBBE ESSERE AL TERMINE


Per questo, secondo Lind, dal punto di vista ciclico la difficile fase del settore industriale potrebbe essere al termine. Secondo l’Istituto di ricerche Ifo l’industria manifatturiera ha risentito in misura inferiore della fase negativa rispetto ad altri settori, come edilizia e vendite al dettaglio, e non è così debole come nel 2008 o 2009, e nemmeno come nel 2020 durante la pandemia. L’ultima indagine Ifo ha rivelato inoltre un aumento della fiducia delle imprese a marzo. Gli esportatori sono però vulnerabili per la dipendenza dalla Cina, che stanno però riducendo.

IL PESO DEL VALORE AGGIUNTO MANIFATTURIERO


L’esperto di Capital Group cita poi il rapporto commercio/PIL della Germania superiore all’80%, ben sopra le altre principali economie europee e di Stati Uniti e Cina, che mostra la sensibilità e la dipendenza dal commercio globale. Il valore aggiunto lordo manifatturiero rappresenta ancora il 20% dell’intera economia, rispetto al 10% circa di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, e il settore auto, in particolare i veicoli elettrici, dimostra gli sforzi della Germania per mantenere il suo storico dominio industriale.

SUPERATI GLI SHOCK ENERGETICI RICORRENDO A ALTRI FORNITORI


Fortunatamente, nota Lind, la Germania sembra aver evitato gli shock energetici seguiti alla guerra Russia-Ucraina, la produzione manifatturiera è diminuita molto meno di quanto si temesse nel 2023 e il valore aggiunto lordo è aumentato dello 0,25%. Il Paese è stato in grado di rifornirsi di gas da aree come Norvegia e Paesi Bassi, sviluppando una propria infrastruttura di gas naturale liquefatto, ed è diventato leader del G7 nelle tecnologie a basse emissioni, a dimostrazione dei progressi nei settori più moderni, come batterie e energia solare, compresi i componenti.

GUADAGNATO TERRENO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI


La Germania ha guadagnato terreno anche negli scambi con Eurozona, USA e altri Paesi. Prima della pandemia le esportazioni verso la Cina erano al record, ma da allora si sono ridotte in seguito ai vincoli e alle strozzature imposte sulle filiere. In conclusione, Lind sottolinea che una Germania dinamica è necessaria per la salute a lungo termine dell’Europa. Lo shock indotto dalla pandemia e dalla guerra Russia-Ucraina sembra essersi placato, il che dovrebbe allentare in parte le pressioni sulla Germania e sull’Ue in generale.

CONTRIBUTO ECONOMICO FONDAMENTALE PER LA UE


Il contributo economico della Germania è fondamentale per l’Ue, soprattutto in un momento in cui l’Europa cerca di placare i timori legati all’indebolimento della crescita. L’innovazione tecnologica, gli scambi commerciali e una solida presenza geopolitica sono tutti fattori necessari per la prosperità dell’Ue. Per riconquistare il suo dominio a livello industriale, secondo l’esperto di Capital Group, la Germania dovrà disporre del necessario margine di manovra con i nuovi partner commerciali.

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