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Il dilemma della Fed: difficile iniziare a tagliare con un’inflazione che resiste
Man Group analizza le diverse variabili della politica monetaria Usa, il collegamento con la strategia di emissione del debito da parte del Tesoro e con le implicazioni delle vicine elezioni presidenziali
di Stefano Caratelli 10 Maggio 2024 11:38
Anche i membri della Fed più propensi a una politica espansiva, le cosiddette “colombe”, hanno dovuto abbandonare la retorica del taglio dei tassi, dato che l'inflazione mostra pochi segni di un ritorno nel breve periodo all'obiettivo del 2%. E nonostante l’economia USA nel primo trimestre sia cresciuta sotto le attese all’1,6%, l'attenzione resta concentrata sui prezzi, dopo aver segnalato a novembre di aver terminato i rialzi. Condizioni finanziarie meno rigide hanno stimolato l’economia il che a sua volta sta bloccando qualsiasi tendenza disinflazionistica.
Man Group sottolinea in un commento che la Fed si trova ora in una situazione difficile, perché non può tornare facilmente al taglio dei tassi. Per superare le sfide e garantire una minore volatilità della curva del dollaro, Federal e Tesoro potrebbero ricorrere a tre strategie: rallentare o interrompere il quantitative tightening, che dovrebbe iniziare a giugno, adeguare i regolamenti bancari per trattare in modo più favorevole la detenzione di titoli di Stato, o annunciare una diminuzione delle emissioni di Treasury a lungo termine. Gli ultimi dati non rassicurano sul processo di disinflazione.
L’analisi di Man Group aggiunge che la tendenza all'aumento dell'inflazione mina un precedente argomento chiave dei membri del FOMC a favore del taglio dei tassi perché l'indice CPI core, che era brevemente sceso sotto il 3% annualizzato a metà del 2023, è ora sopra il 4%, all'interno dell'intervallo osservato nella seconda metà del 2022, quando la Fed effettuava aumenti di 75 punti base alla volta. Ulteriore complessità è data dall'inflazione dei prezzi degli immobili che ha accelerato, mentre quella degli affitti non ha registrato la decelerazione prevista.
In prospettiva, anche se Man Group ritiene probabile che il Tesoro USA annunci una riduzione della duration dei titoli di Stato da emettere, è improbabile che questa mossa inneschi lo stesso effetto di estensione della duration da parte dei fondi monetari a cui si è assistito alla fine del 2023, uno sviluppo che potrebbe potenzialmente esacerbare le prospettive di inflazione, aumentando il rischio che la Fed debba ulteriormente inasprire la politica monetaria.
Inoltre, sottolinea in conclusione Man Group, qualsiasi tentativo di sostenere i mercati degli asset a rischio a fini elettorali, riducendo la duration delle emissioni, potrebbe rivelarsi problematico, in quanto la mossa dovrebbe essere completamente invertita dopo le elezioni, potenzialmente durante un periodo di inasprimento della politica fiscale.
LE TRE OPZIONI DI FED E TESORO
Man Group sottolinea in un commento che la Fed si trova ora in una situazione difficile, perché non può tornare facilmente al taglio dei tassi. Per superare le sfide e garantire una minore volatilità della curva del dollaro, Federal e Tesoro potrebbero ricorrere a tre strategie: rallentare o interrompere il quantitative tightening, che dovrebbe iniziare a giugno, adeguare i regolamenti bancari per trattare in modo più favorevole la detenzione di titoli di Stato, o annunciare una diminuzione delle emissioni di Treasury a lungo termine. Gli ultimi dati non rassicurano sul processo di disinflazione.
MINATO L’ARGOMENTO A FAVORE DEI TAGLI DEI TASSI
L’analisi di Man Group aggiunge che la tendenza all'aumento dell'inflazione mina un precedente argomento chiave dei membri del FOMC a favore del taglio dei tassi perché l'indice CPI core, che era brevemente sceso sotto il 3% annualizzato a metà del 2023, è ora sopra il 4%, all'interno dell'intervallo osservato nella seconda metà del 2022, quando la Fed effettuava aumenti di 75 punti base alla volta. Ulteriore complessità è data dall'inflazione dei prezzi degli immobili che ha accelerato, mentre quella degli affitti non ha registrato la decelerazione prevista.
IL RISCHIO DI ULTERIORE INASPRIMENTO MONETARIO
In prospettiva, anche se Man Group ritiene probabile che il Tesoro USA annunci una riduzione della duration dei titoli di Stato da emettere, è improbabile che questa mossa inneschi lo stesso effetto di estensione della duration da parte dei fondi monetari a cui si è assistito alla fine del 2023, uno sviluppo che potrebbe potenzialmente esacerbare le prospettive di inflazione, aumentando il rischio che la Fed debba ulteriormente inasprire la politica monetaria.
LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI
Inoltre, sottolinea in conclusione Man Group, qualsiasi tentativo di sostenere i mercati degli asset a rischio a fini elettorali, riducendo la duration delle emissioni, potrebbe rivelarsi problematico, in quanto la mossa dovrebbe essere completamente invertita dopo le elezioni, potenzialmente durante un periodo di inasprimento della politica fiscale.