Politica monetaria
Verbali Bce: possibile taglio dei tassi a giugno
Dalle minute emerge la volontà della maggioranza dei membri del consiglio Bce di procedere con un taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione del 20 giugno
di Antonio Cardarelli 10 Maggio 2024 14:49
Lo aveva detto Christine Lagarde nella conferenza stampa di aprile, e ora la conferma arriva anche dai verbali della riunione della Banca Centrale Europea che si è tenuta il 10 e 11 aprile a Francoforte. Stiamo parlando del possibile taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione, che si terrà il 20 giugno. Attualmente i tassi nell’Eurozona sono al 4,5%.
Come si legge nei verbali della riunione di aprile, i membri del consiglio direttivo Bce hanno ritenuto "plausibile" il poter "iniziare ad allentare le restrizioni della politica monetaria nella riunione di giugno se ulteriori prove ricevute entro allora" avessero confermassero le prospettive sull'inflazione nel medio termine, incluse nelle previsioni di marzo. Gli occhi della Bce, ovviamente, sono puntati sui dati macro e in particolare sull’inflazione dell’Eurozona, rimasta ferma al 2,4% ad aprile secondo la stima flash dell’Eurostat. Tuttavia, nella riunione di aprile una “larghissima maggioranza” di membri del consiglio Bce ha concordato con la proposta del capo-economista Philip Lane di mantenere in quell'occasione invariati i tre principali tassi di interesse (4,50%, al 4,75% e al 4,00%).
Alcuni membri del consiglio direttivo, si legge nei verbali, si erano detti favorevoli a tagliare i tassi di interesse già nella riunione del 10-11 aprile. "Questi membri - si legge nelle minute - hanno anche fatto riferimento alle considerazioni sulla gestione dei rischi, ritenendo che la bilancia dei rischi si era spostata negli ultimi tempi”. Secondo questi membri del consiglio, il rischio di rimanere al di sotto dell'obiettivo di inflazione e di dover alla fine “pagare un prezzo troppo alto in termini di declino dell’attività era ora considerato almeno altrettanto alto del rischio di agire troppo presto e superare l'obiettivo nel medio termine". “Nel complesso - proseguono le minute - è emerso un ampio consenso che fosse prudente attendere fino alla prossima riunione di politica monetaria per vedere ulteriori prove e acquisire sufficiente fiducia in un ritorno tempestivo e sostenuto dell'inflazione all'obiettivo".
OCCHI SULL’INFLAZIONE
Come si legge nei verbali della riunione di aprile, i membri del consiglio direttivo Bce hanno ritenuto "plausibile" il poter "iniziare ad allentare le restrizioni della politica monetaria nella riunione di giugno se ulteriori prove ricevute entro allora" avessero confermassero le prospettive sull'inflazione nel medio termine, incluse nelle previsioni di marzo. Gli occhi della Bce, ovviamente, sono puntati sui dati macro e in particolare sull’inflazione dell’Eurozona, rimasta ferma al 2,4% ad aprile secondo la stima flash dell’Eurostat. Tuttavia, nella riunione di aprile una “larghissima maggioranza” di membri del consiglio Bce ha concordato con la proposta del capo-economista Philip Lane di mantenere in quell'occasione invariati i tre principali tassi di interesse (4,50%, al 4,75% e al 4,00%).
L’IDEA DI TAGLIARE GIÀ AD APRILE
Alcuni membri del consiglio direttivo, si legge nei verbali, si erano detti favorevoli a tagliare i tassi di interesse già nella riunione del 10-11 aprile. "Questi membri - si legge nelle minute - hanno anche fatto riferimento alle considerazioni sulla gestione dei rischi, ritenendo che la bilancia dei rischi si era spostata negli ultimi tempi”. Secondo questi membri del consiglio, il rischio di rimanere al di sotto dell'obiettivo di inflazione e di dover alla fine “pagare un prezzo troppo alto in termini di declino dell’attività era ora considerato almeno altrettanto alto del rischio di agire troppo presto e superare l'obiettivo nel medio termine". “Nel complesso - proseguono le minute - è emerso un ampio consenso che fosse prudente attendere fino alla prossima riunione di politica monetaria per vedere ulteriori prove e acquisire sufficiente fiducia in un ritorno tempestivo e sostenuto dell'inflazione all'obiettivo".
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