Analisi e scenari
Bce pronta a tagliare a giugno, ma poi il ritmo dipenderà da Fed e inflazione Usa
Allianz Global Investors, nel weekly outlook del Senior Economist Sean Shepley, analizza il percorso di riequilibrio dell’Eurozona e segnala le diverse posizioni all’interno della Banca centrale
di Stefano Caratelli 12 Maggio 2024 12:00
Il percorso di riequilibrio dell'Eurozona sembra andare avanti, dopo la fase molto difficile seguita all'inizio del 2022, con l’eccezionale inasprimento della Bce scattato per contenere l'inflazione salita a causa della guerra in Ucraina. Inasprimento che ha prodotto un pesante rallentamento dei consumi. Ora su vari fronti si rilevano segnali di miglioramento, con il deflatore del Pil, la misura più ampia d'inflazione, a circa il 4%, dopo essere stato superiore al 6% fino allo scorso autunno. Anche la crescita dei consumi sembra accelerare leggermente fino a circa l'1,5% annuo, il ritmo più solido dalla primavera del 2022.
Allianz Global Investors, nel suo ultimo weekly outlook a cura del Senior Economist Sean Shepley, non vede nei dati alcun elemento che possa dissuadere la Bce dall'iniziare a ridurre i tassi a giugno. I membri del Direttivo hanno già accennato all'opportunità di eliminare l'inasprimento "precauzionale" di 25 punti base che ha caratterizzato l'ultimo rialzo del ciclo precedente e, in ogni caso, dopo 18 mesi di crescita praticamente nulla, la domanda interna dovrebbe essere in grado di espandersi senza alimentare timori di ripresa dell'inflazione. Shepley nota che la combinazione di crescita e inflazione in calo rappresenta spesso la fase più favorevole del ciclo per gli investitori e dovrebbe essere accolta con grande favore.
Per quanto riguarda il ritmo dei tagli della Bce dopo giugno, sembrano esserci due scuole di pensiero all'interno della stessa Banca centrale. Da un lato chi ritiene esista un significativo margine di manovra per evitare che la politica monetaria ostacoli l'auspicata ripresa, dall’altro lato prevale la cautela la cui ragione principale va ricercata nell'entità dello shock inflazionistico a cui l'economia è stata esposta, oltre che nella percezione della facilità con cui l'inflazione potrebbe rimanere bloccata sopra l'obiettivo.
Secondo Shepley, la necessità di maggiori prove del calo dei salari e dell'inflazione nei servizi giustifica la lentezza nella riduzione dei tassi, che porta a mantenere una politica moderatamente restrittiva. Questo dibattito, secondo AllianzGI, troverà la risoluzione nei dati sia dell'Eurozona che degli Usa. I progressi interni nella riduzione dell'inflazione assumono importanza per convalidare le previsioni della Bce, che sembrano aver svolto un ruolo importante nel mantenere la Banca centrale sulla strada del taglio dei tassi a giugno.
I risultati dell'inflazione negli Usa sembrano poter influenzare il ritmo con cui la Bce si sentirà a suo agio nel tagliare. Sebbene l'Eurozona sia di dimensioni sufficienti per poter condurre una politica monetaria indipendente, la Bce sembra intenzionata a gestire l'entità della divergenza rispetto ai tassi d'interesse americani, richiedendo conferme più forti del tasso di disinflazione interna, forse per timore che altrimenti l'euro possa deprezzarsi rapidamente e compromettere il processo di ritorno dell'inflazione all'obiettivo.
Per questo i dati sull’andamento dei prezzi al consumo e alla produzione in Usa saranno probabilmente molto significativi, con segnali di inflazione persistentemente sopra dell'obiettivo che rappresentano il timore dominante. AllianzGI non vede possibilità che la Fed sia nella posizione di abbassare i tassi già a giugno, ma il corso futuro della politica monetaria durante l’anno sarà oggetto di attenta analisi e genererà effetti a catena diretti per le banche centrali dei Mercati emergenti e, in misura minore, per la Bce e le altre banche centrali delle economie sviluppate.
Per l’Eurozona, AllianzGI si aspetta una stabilizzazione dell'occupazione, mentre l'andamento delle retribuzioni medie dovrebbe rimanere al ribasso. In Cina infine, dato il maggiore ottimismo sul potenziale coinvolgimento del governo per stabilizzare il mercato immobiliare e aumentare l'upside della ripresa economica, saranno al centro dell’attenzione i dati sulla produzione industriale, quelli sulle vendite al dettaglio e sugli investimenti fissi. Pur esprimendo soddisfazione per il riequilibrio dell'area euro in corso, Sean Shepley ricorda in conclusione che l’entusiasmo dipenderà dai dati sull'inflazione negli Usa.
POSITIVA LA COMBINAZIONE CRESCITA-INFLAZIONE IN CALO
Allianz Global Investors, nel suo ultimo weekly outlook a cura del Senior Economist Sean Shepley, non vede nei dati alcun elemento che possa dissuadere la Bce dall'iniziare a ridurre i tassi a giugno. I membri del Direttivo hanno già accennato all'opportunità di eliminare l'inasprimento "precauzionale" di 25 punti base che ha caratterizzato l'ultimo rialzo del ciclo precedente e, in ogni caso, dopo 18 mesi di crescita praticamente nulla, la domanda interna dovrebbe essere in grado di espandersi senza alimentare timori di ripresa dell'inflazione. Shepley nota che la combinazione di crescita e inflazione in calo rappresenta spesso la fase più favorevole del ciclo per gli investitori e dovrebbe essere accolta con grande favore.
I POSSIBILI SCENARI DELLA BCE
Per quanto riguarda il ritmo dei tagli della Bce dopo giugno, sembrano esserci due scuole di pensiero all'interno della stessa Banca centrale. Da un lato chi ritiene esista un significativo margine di manovra per evitare che la politica monetaria ostacoli l'auspicata ripresa, dall’altro lato prevale la cautela la cui ragione principale va ricercata nell'entità dello shock inflazionistico a cui l'economia è stata esposta, oltre che nella percezione della facilità con cui l'inflazione potrebbe rimanere bloccata sopra l'obiettivo.
L'ATTESA DI DATI PIÙ CONVINCENTI
Secondo Shepley, la necessità di maggiori prove del calo dei salari e dell'inflazione nei servizi giustifica la lentezza nella riduzione dei tassi, che porta a mantenere una politica moderatamente restrittiva. Questo dibattito, secondo AllianzGI, troverà la risoluzione nei dati sia dell'Eurozona che degli Usa. I progressi interni nella riduzione dell'inflazione assumono importanza per convalidare le previsioni della Bce, che sembrano aver svolto un ruolo importante nel mantenere la Banca centrale sulla strada del taglio dei tassi a giugno.
INFLAZIONE USA SOTTO OSSERVAZIONE DELLA BCE
I risultati dell'inflazione negli Usa sembrano poter influenzare il ritmo con cui la Bce si sentirà a suo agio nel tagliare. Sebbene l'Eurozona sia di dimensioni sufficienti per poter condurre una politica monetaria indipendente, la Bce sembra intenzionata a gestire l'entità della divergenza rispetto ai tassi d'interesse americani, richiedendo conferme più forti del tasso di disinflazione interna, forse per timore che altrimenti l'euro possa deprezzarsi rapidamente e compromettere il processo di ritorno dell'inflazione all'obiettivo.
L’IMPORTANZA DEI PROSSIMI DATI AMERICANI
Per questo i dati sull’andamento dei prezzi al consumo e alla produzione in Usa saranno probabilmente molto significativi, con segnali di inflazione persistentemente sopra dell'obiettivo che rappresentano il timore dominante. AllianzGI non vede possibilità che la Fed sia nella posizione di abbassare i tassi già a giugno, ma il corso futuro della politica monetaria durante l’anno sarà oggetto di attenta analisi e genererà effetti a catena diretti per le banche centrali dei Mercati emergenti e, in misura minore, per la Bce e le altre banche centrali delle economie sviluppate.
ATTENZIONE AI SEGNALI DI RECUPERO IN CINA
Per l’Eurozona, AllianzGI si aspetta una stabilizzazione dell'occupazione, mentre l'andamento delle retribuzioni medie dovrebbe rimanere al ribasso. In Cina infine, dato il maggiore ottimismo sul potenziale coinvolgimento del governo per stabilizzare il mercato immobiliare e aumentare l'upside della ripresa economica, saranno al centro dell’attenzione i dati sulla produzione industriale, quelli sulle vendite al dettaglio e sugli investimenti fissi. Pur esprimendo soddisfazione per il riequilibrio dell'area euro in corso, Sean Shepley ricorda in conclusione che l’entusiasmo dipenderà dai dati sull'inflazione negli Usa.