L'outlook settimanale

A giugno il taglio dei tassi di Bce e BoE. E la Fed? Dipenderà tutto dal calo di consumi e affitti

Secondo l'analisi di Columbia Threadneedle Investments raggiungere l'obiettivo del 2% per l'inflazione entro l'estate appare difficile in Usa, ma non impossibile

di Davide Lentini 14 Maggio 2024 18:30

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L'attesa è stata lunga, ma ormai è probabile che la Bce tagli i tassi durante la prossima riunione del 6 giugno e che la BoE faccia lo stesso nella sua riunione del 20 giugno. Rimane aperta la questione se anche la Fed inizierà a tagliare i tassi nello stesso momento. “Affinché ciò accada - spiega Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments - è necessario che i prossimi dati sull'inflazione diano una prospettiva reale di un rallentamento significativo dell'economia statunitense, aumentando così le probabilità di un taglio”.

L'ANALISI DEI DATI


Negli Stati Uniti, infatti, dopo un iniziale rapido calo dell’inflazione al momento del picco delle pressioni sui prezzi, si è poi registrata una battuta d’arresto. Nell’Eurozona, invece, i dati sull’inflazione core mostrano livelli molto bassi e il divario con il Regno Unito è in rapida riduzione. “L'economia statunitense sta comunque rallentando - analizza Bell - a causa del calo dei consumi, che a sua volta dovrebbe generare nuovamente un calo dell’inflazione, sebbene non sembri chiaro al momento quando ciò si manifesterà anche nei numeri. Se dall’analisi dei dati sembrano esserci valide ragioni affinché anche la Fed inizi a tagliare a giugno, le prospettive di un primo cambio di politica monetaria sono molto più chiare nel Regno Unito e addirittura scontate nell’Eurozona”.

IL PESO DEL PREZZO DEGLI AFFITTI


Uno dei maggiori ostacoli alla disinflazione negli Usa è la crescita degli affitti che si attesta intorno al 6% e, poiché gli alloggi rappresentano il 36% dell'indice, è necessario che rallenti per avere qualche possibilità di raggiungere l'obiettivo del 2%. La Fed ha comunque preso in considerazione il deflatore della spesa personale dei consumatori, che ha un peso minore sugli alloggi, ma che attestandosi al 18% è comunque doppio rispetto agli stessi indici in Europa e nel Regno Unito. Raggiungere l'obiettivo del 2% potrebbe quindi essere un processo più lungo negli Stati Uniti, considerando che l’indice inflattivo include anche l'affitto che i proprietari occupanti pagherebbero se affittassero la loro casa da loro stessi, oltre al peso degli affitti effettivi.

ECONOMIA UK E UE IN RIPRESA


“Stiamo inoltre assistendo ad un cambio di trend nella crescita economica - spiega ancora l’analista di Columbia Threadneedle Investments - Finora, infatti, l’economia Usa si era mostrata più forte di quella in Uk e nell’Eurozona; oggi, però, vediamo come il Regno Unito abbia registrato un'impennata della crescita nel primo trimestre 2024, con ottime prospettive future grazie al miglioramento della fiducia dei consumatori e all'aumento della spesa in linea con i redditi reali in aumento. Lo stesso trend è osservabile anche nell’Eurozona, sebbene qui la ripresa proceda più lentamente”.

POSSIBILE SCENARIO GOLDILOCKS


E’ evidente che siano in atto cambiamenti significativi nell'economia mondiale, a partire da una ripresa economica generale, sebbene non più guidata dagli Stati Uniti. “Nel suo complesso - conclude Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments - l'inflazione è oggi sotto controllo, per quanto l’ultimo miglio verso l’obiettivo del 2% sia più faticoso negli Stati Uniti che in Eurozona e nel Regno Unito. Una crescita costante con un'inflazione in calo e tassi d'interesse più bassi rappresenterebbe uno scenario goldilocks. Se ciò si verificasse, creerebbe un ottimo contesto per i mercati finanziari”.

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