L’operazione
Bonus casa e facciate, al via inchieste e sequestri in tutta Italia
Nel mirino della Gdf società fantasma e cessioni dei crediti associate a bonus edilizi. Sequestrato un miliardo di euro, coinvolte società e immobili inesistenti in dieci regioni d’Italia
di Fabrizio Arnhold 16 Maggio 2024 09:53
L’ecobonus e il bonus facciate finiscono nel mirino della Guardia di Finanza. I finanzieri del comando provinciale di Savona hanno portato avanti un’indagine nel settore dei crediti di imposta, riconducibili a bonus in materia edilizia ed energetica, facendo emergere società fantasma, immobili inesistenti e beneficiari sconosciuti al Fisco.
L’attività ha portato a emettere, su richiesta della Procura della Repubblica di Savona, un decreto di sequestro preventivo per un importo pari a un miliardo di euro, da eseguire nel cassetto fiscale dei 311 soggetti economici coinvolti nell’inchiesta, in tutta Italia.
Dai controlli effettuati con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, è emerso come i crediti di imposta fossero del tutto inesistenti, in quanto ottenuti tramite l’utilizzo di fatture false per lavori da eseguire o in corso di esecuzione, su immobili di proprietà di residenti nella provincia di Savona. Si parte da qui, ma lo schema è stato replicato su scala nazionale.
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L’indagine ha messo in luce come in molto casi siano state utilizzate società fantasma, oltre che evasori totali o con volumi d’affari inconsistenti, senza possedere effettivamente gli immobili su cui risultavano i lavori edilizi, finalizzati all’ottenimento delle agevolazioni fiscali. Alcuni soggetti coinvolti, inoltre, sono risultati anche percettori del reddito di cittadinanza, oltre ad avere precedenti penali.
Sono state avviate 85 perquisizioni che hanno interessato tutte le società generatrici dei crediti fittizi, insieme ai relativi rappresentati legali, con l’impiego di oltre 250 militari in Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia.
I SEQUESTRI
L’attività ha portato a emettere, su richiesta della Procura della Repubblica di Savona, un decreto di sequestro preventivo per un importo pari a un miliardo di euro, da eseguire nel cassetto fiscale dei 311 soggetti economici coinvolti nell’inchiesta, in tutta Italia.
GLI ACCERTAMENTI
Dai controlli effettuati con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, è emerso come i crediti di imposta fossero del tutto inesistenti, in quanto ottenuti tramite l’utilizzo di fatture false per lavori da eseguire o in corso di esecuzione, su immobili di proprietà di residenti nella provincia di Savona. Si parte da qui, ma lo schema è stato replicato su scala nazionale.
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L’indagine ha messo in luce come in molto casi siano state utilizzate società fantasma, oltre che evasori totali o con volumi d’affari inconsistenti, senza possedere effettivamente gli immobili su cui risultavano i lavori edilizi, finalizzati all’ottenimento delle agevolazioni fiscali. Alcuni soggetti coinvolti, inoltre, sono risultati anche percettori del reddito di cittadinanza, oltre ad avere precedenti penali.
LE PERQUISIZIONI
Sono state avviate 85 perquisizioni che hanno interessato tutte le società generatrici dei crediti fittizi, insieme ai relativi rappresentati legali, con l’impiego di oltre 250 militari in Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia.
