Cosa aspettarsi

Neuberger Berman non intravede segnali di 'stagflazione' all'orizzonte

Una crescita nominale sostenuta, l’attuale livello dei tassi di interesse e l'espansione degli utili societari sono per gli esperti di Neuberger Berman fattori di supporto al mercato azionario

di Leo Campagna 16 Maggio 2024 07:55

financialounge -  Federal Reserve Joseph V. Amato mercati Neuberger Berman
Nessuna stagflazione, né sulla crescita né sull’inflazione. Lo ha affermato Jerome Powell, nel corso dell’ultima conferenza stampa tenutasi l’1 maggio. Il Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti ha anche ricordato come la stagflazione degli anni '70 fosse caratterizzata da una pericolosa combinazione di disoccupazione e inflazione a due cifre, accompagnata da una crescita quasi nulla. “Nel nostro outlook ‘Soluzioni per il 2024’, pubblicato lo scorso novembre, abbiamo spiegato come le condizioni attuali siano diverse e come sembrino offrire prospettive più positive per gli investitori nel mercato azionario” fa sapere Joseph V. Amato, Presidente e Chief Investment Officer—Equities di Neuberger Berman.

L’IPOTESI DI DUE POSSIBILI TAGLI DEI TASSI


Il quale, pur ammettendo che un rallentamento della crescita economica e un tasso di inflazione in aumento possano segnalare un trend verso la stagflazione, vede entrambi questi indicatori in via di diminuzione. “E’ possibile che i tassi d'interesse rimangano su livelli elevati per gestire l'ultima fase inflazionistica, ma pensiamo che solo un aumento considerevole e continuo dei prezzi al consumo potrebbe giustificare ulteriori rialzi dei tassi d'interesse” riferisce il manager di Neuberger Berman, segnalando come i mercati, dopo aver preso in considerazione alcuni dati economici e occupazionali meno incoraggianti, si stiano ora orientando verso l'ipotesi di due possibili tagli.

LE CORREZIONI COME OPPORTUNITÀ


“Una crescita del PIL reale, unita a un tasso di inflazione costante, ci proietta verso un panorama di crescita nominale sostenuta. Inoltre, l’ottimismo che sostiene il mercato si giova anche della previsione di un lieve calo dei tassi d'interesse” spiega Amato convinto che la correzione di aprile sia dovuta alla necessità di una pausa, soprattutto considerando la significativa riduzione dei rendimenti obbligazionari di 120 punti base negli ultimi due mesi del 2023, e il rally quasi del 30% delle azioni statunitensi a partire dalla fine di ottobre. “Nell’attuale contesto, pause di mercato come questa le interpretiamo come opportunità per incrementare l'esposizione agli investimenti azionari, sfruttando i momenti di calma per posizionarsi meglio in vista della ripresa” puntualizza il CIO Equities di Neuberger Berman.

ANALIZZARE CON CURA LE VALUTAZIONI DI MERCATO


Semmai, aggiunge il manager, adesso più che mai occorre concentrarsi sui risultati aziendali e analizzare con cura le valutazioni di mercato. Se le aziende growth ad elevata capitalizzazione, in particolare nel settore tecnologico e in quelli ad esso correlati, appaiono troppo care, si possono esplorare aree del mercato al di fuori di questi settori. Nel corso dell’anno gli investitori hanno infatti iniziato a diversificare, orientandosi verso azioni cicliche, value, small e mid cap, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale. “In base ai dati FactSet, il numero di aziende che hanno annunciato utili superiori alle attese, e l’entità della sovraperformance rispetto alle stime, supera la media degli ultimi dieci anni. Inoltre, otto settori su undici hanno registrato una crescita degli utili su base annua” commenta Amato.

LE CRITICITÀ DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE


Peccato che ci siano differenze tra l'indice azionario S&P 500, che racchiude alcune tra le più grandi società a livello mondiale, e le realtà aziendali di piccole e medie dimensioni. Le compagnie dell’S&P 500 vantano bilanci robusti, una leva finanziaria contenuta e un accesso al capitale relativamente semplice, il che le rende in larga misura meno dipendenti dalle fluttuazioni dei tassi di interesse a differenze delle imprese più piccole: non a caso  l'indice di ottimismo delle imprese a bassa capitalizzazione, secondo la National Federation of Independent Business, ha toccato il punto più basso degli ultimi 11 anni, nonostante l’indice azionario S&P 500 si trovi vicino ai suoi massimi storici.

COSA POTREBBE RAFFORZARE I FONDAMENTALI DEL MERCATO


“Riteniamo probabile che una diminuzione dell'inflazione e dei tassi di interesse possa portare sollievo a molti di questi titoli small cap. Una dinamica che aiuterebbe a rafforzare ulteriormente i fondamentali del mercato e ad allineare i dati macroeconomici con le performance dei titoli ad elevata capitalizzazione” conclude il CIO Equities di Neuberger Berman.

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