Valute

Yen ai minimi, ecco perché un rafforzamento sarebbe un bene per il mercato

Adrian Edwards, portfolio manager, Japan Core Alpha team di Man Group, ritiene poco efficaci gli interventi sul Forex, mentre un rafforzamento alla fine potrebbe essere positivo anche per l’azionario

di Stefano Caratelli 16 Maggio 2024 18:30

financialounge -  Adrian Edwards giappone MAN Group mercati yen
L'improvviso rafforzamento dello yen qualche giorno fa, sospetto intervento sul mercato dei cambi, ha evidenziato il disagio delle autorità per il ritmo con cui la valuta si è indebolita ed è ora la più debole dall'introduzione del tasso fluttuante alla fine di Bretton Woods. Qualsiasi azione della Banca del Giappone comporta ora un attento bilanciamento tra l'attenuazione della volatilità, l'inasprimento monetario a più lungo termine e la giusta retorica per non spaventare i mercati. Secondo Adrian Edwards, portfolio manager, Japan Core Alpha team di Man Group, la debolezza dello yen è ormai percepita come ampiamente negativa e problematica e gli svantaggi stanno superando i vantaggi per le esportazioni.

IMPATTO NEGATIVO SU IMPRESE E CONSUMATORI


La Camera di Commercio di Tokyo si è lamentata dell'impatto dello yen debole sui costi delle imprese più piccole e le grandi aziende, le compagnie aeree e i rivenditori al dettaglio, preoccupati che sia un freno per il business. Ai cittadini che votano non piace che il costo della vita aumenti per pressioni inflazionistiche interne ed esterne, e il Giappone, in quanto importatore netto di energia, ha dovuto sovvenzionare le bollette. Inoltre, rileva Edwards, altri Paesi sono preoccupati che lo yen debole sia anticoncorrenziale.

GLI INTERVENTI SUL MERCATO NON POSSONO RISOLVERE


Il tasso di cambio effettivo reale è ora ai minimi da 52 anni, una situazione che gli interventi sul mercato dei cambi non potranno risolvere, perché solo di breve durata e limitato a gestire la volatilità, mentre contrastare un indebolimento di fondamentali solo aumentando le riserve non è possibile. Ciò significa, secondo l’esperto di Man Group, che Bank of Japan dovrà inasprire la politica monetaria più rapidamente, ma deve cercare di evitare di perdere il controllo o lasciare che i tassi salgano troppo, per l'impatto sui costi di finanziamento del governo. La Banca centrale ha detto di non voler interrompere il ritmo di acquisto dei titoli di Stato ma i dati di base monetaria dicono che c'è stato un rallentamento, quindi, forse si è trattato di un “tapering sotterraneo” per non spaventare i mercati.

LE MOLTE RAGIONI DI UNA LUNGA DISCESA


Edwards riconosce anche che ci sono valide ragioni per cui i mercati hanno scommesso sulla debolezza dello yen, a cominciare dal divario dei tassi tra Giappone e altre economie avanzate, USA in particolare, ma cita anche la crescita economica, la bilancia dei pagamenti, l'enorme quantità di yen che la banca centrale ha stampato dopo il fallimento di Lehman Brothers e ad un ritmo ancora maggiore con il "bazooka" del governatore Kuroda nel 2013. Il Giappone ha molte riserve valutarie, è secondo solo alla Cina e ha circa il 50% rispetto al terzo più grande, la Svizzera.

GLI INVESTITORI ESTERI SI SONO TENUTI LONTANI DALLE AZIONI


Se dovesse iniziare a vendere il portafoglio titoli, fatto in gran parte di Treasury USA, eserciterebbe una pressione al rialzo sui rendimenti, rendendo il carry trade ancora più interessante. Infine l’impatto sul mercato azionario Gli investitori esteri hanno visto gli ultimi anni di forti rendimenti ridursi drasticamente per la debolezza dello yen, secondo Edwards uno dei motivi per cui non sono tornati sulla Borsa di Tokyo con i flussi visti nei primi anni dell'Abenomics.

UN RECUPERO SAREBBE POSITIVO ANCHE PER LA BORSA


Se gli investitori stranieri desiderassero approfittare della convenienza dell’azionario giapponese e delle riforme di corporate governance, avrebbe senso coprire la valuta, il che farebbe salire i prezzi delle azioni. Se lo yen passasse ad una fase di rafforzamento, le coperture potrebbero essere in qualche modo diminuite e la somma dei rendimenti del mercato azionario e la forza dello yen potrebbe attirare significativi flussi senza copertura sul mercato giapponese da parte dell’estero. Quindi, osserva l’esperto di Man Group in conclusione, a un certo punto potremmo trovarci in un contesto in cui uno yen forte viene visto come un bene per il mercato, come Edwards crede sia il caso da qui in avanti.

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