Materie prime

Il fondo di abrdn per investire nelle prime fasi di un nuovo super ciclo dei minerali del futuro

L’idea è quella di posizionarsi in modo mirato in un universo di investimento più aggiornato sulle aziende a livello globale che lavorano su tutta la filiera dei minerali indispensabili per la transizione energetica e tecnologica

di Leo Campagna 22 Maggio 2024 18:30

financialounge -  abrdn finanza materie prime minerali
Nel webinar dedicato agli investitori professionali abrdn ha fornito una panoramica sulla nuova politica di investimento del nuovo comparto abrdn SICAV I – Future Mineralrs equity fund (ex abrdn SICAV I - World Resources Equity Fund). Una trasformazione voluta alla luce dell’evoluzione della normativa internazionale e degli annunci relativi agli obiettivi net zero che sta accelerando la richiesta di minerali per la transizione energetica e tecnologica. La scelta di abrdn è quella di non limitare il panorama al solo mining ma di allargare l’orizzonte a tutta la filiera dei minerali coinvolti in questa profonda trasformazione economica e sociale. Con un focus quindi su chi li estrae, chi li lavora, come vengono utilizzati e anche come vengono riciclati.

UNA DOMANDA DESTINATA A CRESCERE 6 VOLTE ENTRO IL 2050


“Le temperature si stanno alzando gradualmente ma in misura costante e questo spinge i cittadini a fare pressione sui governi e sulle società affinché adottino contromisure efficaci. La via maestra è quella di sviluppare tutte le tecnologie per l’energia pulita che, tuttavia, dipendono in larga misura da una manciata di minerali chiave. I quali svolgeranno un ruolo importante perché andranno a sostituire i carburanti fossili. La loro domanda, secondo le stime, è destinata di sei volte entro il 2050 con picchi per esempio per il litio le cui richieste dovrebbe crescere di 42 volte entro il 2040” ha fatto sapere Ruairidh Finlayson, Investment director developed markets di abrdn.

UNA QUANTITÀ DI MINERALI SIGNIFICATIVA


Oltre ad un’offerta insufficiente, sarà necessario generare ulteriore energia, utilizzando in misura crescente tutte le soluzioni energetiche alternative che richiedono una quantità di minerali significativa. Non solo. La nuova energia rinnovabile deve essere collegata e integrata con le reti di distribuzione il che richiede cavi e, in particolare ma non solo, rame e alluminio. Senza dimenticare l’elettrificazione: tutti i veicoli saranno elettrici e dovranno essere ricaricati anche a casa e al momento la rete distributiva non è predisposta per gestire questa situazione. Dovrà quindi essere aggiornata e anche per questo saranno necessari molti minerali. Un ulteriore fattore che spinge molto la domanda di minerali è anche la necessità di incrementare le capacità elaborative dei data center anche (ma non solo) per la diffusione degli impieghi dell’IA.

L’APPEAL DELL’INVESTIMENTO NEI MINERALI DEL FUTURO


Ci sono poi altri due motivi di rilievo che giustificano l’attuale appeal dell’investimento nei minerali del futuro.  In primis gli investitori sottopesano questa scelta in portafoglio e, in secondo luogo, assistiamo ad una crescita degli indicatori PMI che segnalano l’incremento della richiesta di minerali per la nuova produzione. Inoltre c’è un forte sostegno dei governi dal punto di vista politico  per lo sviluppo dei veicoli elettrici e delle soluzioni per l’energia alternativa ma anche un impegno a assicurarsi i minerali necessari per la transizione energetica e tecnologica per prepararsi alla forte concorrenza cinese in questo ambito.

PERCHÉ PUNTARE SULLA QUALITÀ


Ma perché abrdn punta molto sulla qualità? “La storia dimostra che le aziende di qualità tendono a produrre risultati migliori e questo vale in particolar modo in questo settore. I nostri analisti visitano regolarmente le aziende, incontrano il management, e inoltre in nostri ispettori controllano da vicino cosa succede nei siti minerari, sia nel rispetto dell’ambiente e del territorio e sia nel rispetto delle popolazioni locali. La qualità delle scelte e il rispetto dei parametri ESG permette a questo comparto di poter garantire i parametri in linea con l’articolo 8 del fondo” ha sottolineato Finlayson.

DA UN UNIVERSO DI 1.500 AZIENDE A 30 TITOLI IN PORTAFOGLIO


A proposito di scelte e di gestione attiva, è interessante notare come, tramite la ricerca interna, abrdn selezioni dalle 1.500 azioni globali internazionali, le 100 che abbiano una copertura del settore minerario, quindi le 50 grandi imprese settoriali, dalle quali ricavare la rosa delle 40 fortemente redditizie per arrivare alle 30 migliori da detenere in portafoglio.

GESTIRE LA VOLATILITA’ E PRESERVARE IL VALORE DELLE IDEE MIGLIORI


“Abbiamo una buona copertura perché per esempio adesso i prezzi sono elevati per il rame e per l’alluminio ma sono piuttosto bassi per il litio e per i produttori di batterie. Cerchiamo continuamente di controbilanciare in modo attivo il portafoglio e grazie anche a dei differenziatori basati sulla qualità possiamo gestire al meglio la volatilità. Avere un numero superiore di titoli potrebbe prevedere un atteggiamento più passivo da parte dei gestori e questo non consentirebbe la conformità con l’articolo 8 SFDR e, tra l’altro, si diluirebbe il valore delle idee migliori considerando i titoli selezionati” ha concluso l’Investment director developed markets di abrdn.

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