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Schroders: ecco quattro motivi “contrarian” per investire in azioni britanniche
Un commento a cura di Graham Ashby, Fund Manager, UK All Cap di Schroders, indica scarso numero di Ipo, valutazioni basse, allocazione ai minimi da parte dei fondi pensione, e contrazione dell’offerta
di Stefano Caratelli 23 Maggio 2024 07:55
L’FTSE 100 lodinese potrebbe raggiungere nuovi massimi storici ma, a differenza del giapponese Nikkei 225, in pochi parlano di un punto di svolta, e in base ai titoli dei giornali, il mercato azionario del Regno Unito appare in condizioni non particolarmente esaltanti. Ma, a fronte di un sentiment così negativo, gli investitori “contrarian” potrebbero ritenere che la situazione possa solo migliorare, in linea con il leggendario motto di Warren Buffett secondo cui bisogna “avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura”. Buffett lo ha sperimentato investendo molto in azioni giapponesi anni fa, quando diversi commentatori consideravano irrecuperabile quel mercato, ed è stato ricompensato profumatamente.
E’ l’indicazione di Schroders in un commento di Graham Ashby, Fund Manager, UK All Cap, che indica quattro motivi per investire “contrarian “nell’azionario britannico: il basso numero di Ipo, le valutazioni depresse in tutto il mercato, l’allocazione dei fondi pensioni ai minimi, e la contrazione dell’offerta. Secondo Ashby l’azionario britannico potrebbe trovarsi in una posizione simile a quello giapponese due anni fa ed essere sul punto di decollare, e i quattro indicatori contrarian individuati mostrano quanto sia diventato negativo il sentiment, e quindi quanto ampie potrebbero essere le potenziali opportunità.
In primo luogo, la carenza di nuove società in arrivo sul mercato non aiuta certo l’umore degli investment banker, ma la storia mostra chiaramente che l’aumento delle IPO nel Regno Unito corrisponde, di norma, a un picco a breve termine sul mercato azionario, come nel 2008 e 2021, rispetto ai livelli attuali. L’esperto di Schroders cita poi valutazioni estremamente interessanti su tutto lo spettro del mercato britannico, che spiega la ripresa delle offerte “in arrivo” da parte di competitor esteri e private equity per le aziende del FTSE 100 e per le società di piccole e medie dimensioni, come quelle dell’FTSE 250: gli operatori esteri stanno chiaramente rilevando l’opportunità di assicurarsi asset e posizioni interessanti a prezzi bassi.
Quindi l’allocazione ai minimi da parte dei fondi pensione, che in Gran Bretagna sono sempre più maturi e hanno ridotto l’esposizione all’azionario, in modo da gestire meglio le passività. I dati ufficiali mostrano che i fondi pensione nazionali detengono attualmente solo l’1,6% del mercato azionario britannico, rispetto al 33% circa negli anni 90, mentre la Capital Market Industry Taskforce, un gruppo intersettoriale alla ricerca di modalità per riformare il mercato azionario del Regno Unito, stima che l’allocazione azionaria nazionale sia del 2,8%.
Considerando i due parametri, la detenzione di asset nazionali è bassa rispetto ad altri Paesi, e secondo Ashby è difficile immaginare che i fondi pensione britannici possano ulteriormente ridurre in modo significativo l’’esposizione all’azionario del Regno Unito. Se il governo britannico decidesse di incoraggiare gli investimenti a lungo termine nelle società quotate nazionali, secondo l’esperto di Schroders potremmo assistere a un incremento della domanda in un momento di offerta limitata, il che sarebbe positivo per i prezzi degli asset, e per i rendimenti, non dimenticando che nemmeno la domanda degli investitori privati è elevata.
E proprio la contrazione dell’offerta sull’azionario britannico è il quarto punto citato da Ashby, che nota che i team di management più fiduciosi stanno riacquistando le proprie azioni a un ritmo molto rapido. Inoltre, alcune società britanniche stanno cercando di riquotarsi negli USA, attratte da un bacino di capitali potenzialmente più ampio e valutazioni più elevate, per non parlare delle offerte andranno perse. L’offerta si riduce mentre la domanda potrebbe aumentare, sottolinea Ashby in conclusione, suggerendo che potrebbe essere “un buon momento per lasciarsi ingolosire”.
UNA POSIZIONE SIMILE ALLA BORSA GIAPPONESE DUE ANNI FA
E’ l’indicazione di Schroders in un commento di Graham Ashby, Fund Manager, UK All Cap, che indica quattro motivi per investire “contrarian “nell’azionario britannico: il basso numero di Ipo, le valutazioni depresse in tutto il mercato, l’allocazione dei fondi pensioni ai minimi, e la contrazione dell’offerta. Secondo Ashby l’azionario britannico potrebbe trovarsi in una posizione simile a quello giapponese due anni fa ed essere sul punto di decollare, e i quattro indicatori contrarian individuati mostrano quanto sia diventato negativo il sentiment, e quindi quanto ampie potrebbero essere le potenziali opportunità.
MENO IPO, VALUTAZIONI BASSE
In primo luogo, la carenza di nuove società in arrivo sul mercato non aiuta certo l’umore degli investment banker, ma la storia mostra chiaramente che l’aumento delle IPO nel Regno Unito corrisponde, di norma, a un picco a breve termine sul mercato azionario, come nel 2008 e 2021, rispetto ai livelli attuali. L’esperto di Schroders cita poi valutazioni estremamente interessanti su tutto lo spettro del mercato britannico, che spiega la ripresa delle offerte “in arrivo” da parte di competitor esteri e private equity per le aziende del FTSE 100 e per le società di piccole e medie dimensioni, come quelle dell’FTSE 250: gli operatori esteri stanno chiaramente rilevando l’opportunità di assicurarsi asset e posizioni interessanti a prezzi bassi.
L’ALLOCAZIONE DEI FONDI PENSIONE HA TOCCATO IL FONDO
Quindi l’allocazione ai minimi da parte dei fondi pensione, che in Gran Bretagna sono sempre più maturi e hanno ridotto l’esposizione all’azionario, in modo da gestire meglio le passività. I dati ufficiali mostrano che i fondi pensione nazionali detengono attualmente solo l’1,6% del mercato azionario britannico, rispetto al 33% circa negli anni 90, mentre la Capital Market Industry Taskforce, un gruppo intersettoriale alla ricerca di modalità per riformare il mercato azionario del Regno Unito, stima che l’allocazione azionaria nazionale sia del 2,8%.
LA POSSIBILITÀ DI INCORAGGIAMENTO GOVERNATIVO
Considerando i due parametri, la detenzione di asset nazionali è bassa rispetto ad altri Paesi, e secondo Ashby è difficile immaginare che i fondi pensione britannici possano ulteriormente ridurre in modo significativo l’’esposizione all’azionario del Regno Unito. Se il governo britannico decidesse di incoraggiare gli investimenti a lungo termine nelle società quotate nazionali, secondo l’esperto di Schroders potremmo assistere a un incremento della domanda in un momento di offerta limitata, il che sarebbe positivo per i prezzi degli asset, e per i rendimenti, non dimenticando che nemmeno la domanda degli investitori privati è elevata.
MINOR OFFERTA DOVREBBE FAR SALIRE LA DOMANDA
E proprio la contrazione dell’offerta sull’azionario britannico è il quarto punto citato da Ashby, che nota che i team di management più fiduciosi stanno riacquistando le proprie azioni a un ritmo molto rapido. Inoltre, alcune società britanniche stanno cercando di riquotarsi negli USA, attratte da un bacino di capitali potenzialmente più ampio e valutazioni più elevate, per non parlare delle offerte andranno perse. L’offerta si riduce mentre la domanda potrebbe aumentare, sottolinea Ashby in conclusione, suggerendo che potrebbe essere “un buon momento per lasciarsi ingolosire”.