Politica monetaria
AllianzGI: decelerazione della crescita o disinflazione indurranno la Fed a tagliare i tassi
Per Allianz Global Investors, a prescindere dal motivo, l’allentamento della politica monetaria da parte della banca centrale Usa sembra essere una questione di “quando” e non di “se”
di Leo Campagna 28 Maggio 2024 08:00
Da sette a due. È il numero di riduzione dei tassi, ognuno da 25 punti base (0,25%) da parte della Federal Reserve, attesi per il 2024 dal mercato, rispettivamente, a inizio anno e adesso. Un brusco cambiamento che ha innervosito i mercati globali, incrementando le pressioni sulle valute soggette a politiche monetarie relativamente accomodanti, tra cui euro, yen e renminbi.
“Riteniamo ci siano tre possibilità che potrebbero indurre la Fed a introdurre nuovi stimoli: rallentamento della crescita, disinflazione o entrambe le cose” si legge nel weekly outlook di Allianz Global Investors a cura di Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy. Per quanto riguarda la crescita, Meier ritiene improbabile che le autorità possano ignorare una potenziale decelerazione economica. Pertanto, potrebbero optare per un sostegno alla crescita, anche se l’inflazione si manterrà attorno ai livelli attuali.
Proseguendo, il manager di AllianzGI si dichiara d’accordo con il presidente della Fed Powell sul fatto che la disinflazione potrebbe diventare un trend sottostante dominante. In particolare per quanto riguarda il settore residenziale e degli affitti. Tuttavia emergono un paio di criticità. “I recenti dati dei prezzi al consumo mensili (m/m) sono risultati più elevati del previsto e non sembrano giustificare un allentamento a breve termine. In secondo luogo, gli “effetti base” dell’inflazione potrebbero diventare ben presto meno favorevoli, cioè potrebbe essere più difficile vedere dati sull’inflazione annua (a/a) sempre più bassi” spiega Meier.
In quest’ottica vengono illustrati gli “effetti base” nel grafico seguente. La linea tratteggiata blu è la proiezione quella dell’inflazione annua ad un tasso mensile dello 0,245%, cioè dell’incremento medio dei sei mesi passati del Core PCE Index, parametro dei prezzi al consumo preferito della Fed. La linea rossa rappresenta l’inflazione in caso di conferma della situazione del primo trimestre 2024 (0,362%) mentre la linea verde indica il trend dell’inflazione in caso di ritorno del trend del secondo semestre 2023 (0,155%).
“Il meno probabile appare quello relativo alla linea rossa per via dei noti problemi con l’inflazione USA del primo trimestre 2024. Più verosimili, invece, le traiettorie in verde e blu, che lasciano prospettare possibili tagli dei tassi USA nel quarto trimestre del 2024, se non prima. Alla luce di queste considerazioni, a prescindere che sia la decelerazione della crescita o la disinflazione a poter indurre la Fed a ridurre i tassi, l’allentamento della politica monetaria sembra essere una questione di “quando” e non di “se”” puntualizza il manager di AllianzGI.
Secondo il quale questa settimana potrebbe rivelarsi determinante per capire l’andamento dell’inflazione globale e le possibili mosse delle banche centrali. Se per martedi sono previsti soltanto i dati relativi alla fiducia dei consumatori statunitensi e dei prezzi delle abitazioni negli USA, mercoledì sotto i riflettori saranno i dati sui consumi europei. “Particolarmente rilevanti le statistiche sull’inflazione federale e dei singoli stati in Germania, i dati sulla fiducia dei consumatori in Francia e Italia e le vendite al dettaglio in Spagna” riferisce Meier.
Nella giornata di giovedì sono previsti molteplici dati sull’economia globale a cominciare dall’inflazione in Spagna, dai prezzi alla produzione in Italia, e dall’occupazione e al sentiment delle imprese nell’area euro. In Asia invece saranno disponibili gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) dei settori manifatturiero e dei servizi relativi alla Cina, i dati sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio in Giappone e i dati su produzione industriale ed esportazioni della Corea del Sud.
Venerdì, infine, occhi ancora puntati sugli Stati Uniti con la pubblicazione delle relazioni sui redditi, sulle spese e sui risparmi personali del mese di aprile. “Ad interessare in modo particolare la Fed - e forse anche gli investitori globali - dovrebbe essere l’inflazione PCE core: un risultato di stabilità dovrebbe consentire nuove congetture sulle tempistiche dei tagli dei tassi da parte della Fed” conclude il Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy di Allianz Global Investors.
RELLENTAMENTO DELLA CRESCITA USA
“Riteniamo ci siano tre possibilità che potrebbero indurre la Fed a introdurre nuovi stimoli: rallentamento della crescita, disinflazione o entrambe le cose” si legge nel weekly outlook di Allianz Global Investors a cura di Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy. Per quanto riguarda la crescita, Meier ritiene improbabile che le autorità possano ignorare una potenziale decelerazione economica. Pertanto, potrebbero optare per un sostegno alla crescita, anche se l’inflazione si manterrà attorno ai livelli attuali.
DISINFLAZIONE
Proseguendo, il manager di AllianzGI si dichiara d’accordo con il presidente della Fed Powell sul fatto che la disinflazione potrebbe diventare un trend sottostante dominante. In particolare per quanto riguarda il settore residenziale e degli affitti. Tuttavia emergono un paio di criticità. “I recenti dati dei prezzi al consumo mensili (m/m) sono risultati più elevati del previsto e non sembrano giustificare un allentamento a breve termine. In secondo luogo, gli “effetti base” dell’inflazione potrebbero diventare ben presto meno favorevoli, cioè potrebbe essere più difficile vedere dati sull’inflazione annua (a/a) sempre più bassi” spiega Meier.
I POSSIBILI PERCORSI DELL’INFLAZIONE
In quest’ottica vengono illustrati gli “effetti base” nel grafico seguente. La linea tratteggiata blu è la proiezione quella dell’inflazione annua ad un tasso mensile dello 0,245%, cioè dell’incremento medio dei sei mesi passati del Core PCE Index, parametro dei prezzi al consumo preferito della Fed. La linea rossa rappresenta l’inflazione in caso di conferma della situazione del primo trimestre 2024 (0,362%) mentre la linea verde indica il trend dell’inflazione in caso di ritorno del trend del secondo semestre 2023 (0,155%).
TAGLIO DEI TASSI USA: IL PUNTO È ‘QUANDO’ E NON ‘SE CI SARANNO’
“Il meno probabile appare quello relativo alla linea rossa per via dei noti problemi con l’inflazione USA del primo trimestre 2024. Più verosimili, invece, le traiettorie in verde e blu, che lasciano prospettare possibili tagli dei tassi USA nel quarto trimestre del 2024, se non prima. Alla luce di queste considerazioni, a prescindere che sia la decelerazione della crescita o la disinflazione a poter indurre la Fed a ridurre i tassi, l’allentamento della politica monetaria sembra essere una questione di “quando” e non di “se”” puntualizza il manager di AllianzGI.
UNA SETTIMANA DETERMINANTE
Secondo il quale questa settimana potrebbe rivelarsi determinante per capire l’andamento dell’inflazione globale e le possibili mosse delle banche centrali. Se per martedi sono previsti soltanto i dati relativi alla fiducia dei consumatori statunitensi e dei prezzi delle abitazioni negli USA, mercoledì sotto i riflettori saranno i dati sui consumi europei. “Particolarmente rilevanti le statistiche sull’inflazione federale e dei singoli stati in Germania, i dati sulla fiducia dei consumatori in Francia e Italia e le vendite al dettaglio in Spagna” riferisce Meier.
GIOVEDI ATTESI MOLTEPLICI DATI SULL’ECONOMIA GLOBALE
Nella giornata di giovedì sono previsti molteplici dati sull’economia globale a cominciare dall’inflazione in Spagna, dai prezzi alla produzione in Italia, e dall’occupazione e al sentiment delle imprese nell’area euro. In Asia invece saranno disponibili gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) dei settori manifatturiero e dei servizi relativi alla Cina, i dati sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio in Giappone e i dati su produzione industriale ed esportazioni della Corea del Sud.
VENERDI OCCHI PUNTATI SUGLI STATI UNITI
Venerdì, infine, occhi ancora puntati sugli Stati Uniti con la pubblicazione delle relazioni sui redditi, sulle spese e sui risparmi personali del mese di aprile. “Ad interessare in modo particolare la Fed - e forse anche gli investitori globali - dovrebbe essere l’inflazione PCE core: un risultato di stabilità dovrebbe consentire nuove congetture sulle tempistiche dei tagli dei tassi da parte della Fed” conclude il Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy di Allianz Global Investors.