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Amundi segnala le opportunità per i mercati emergenti grazie agli investimenti per il clima

L’evoluzione dei rendimenti attesi per i prossimi dieci anni proiettano l'India e le azioni dei mercati emergenti, esclusa la Cina, su livelli più interessanti rispetto ai mercati sviluppati

di Leo Campagna 29 Maggio 2024 15:51

financialounge -  Amundi cambiamanto climatico mercati emergenti Monica Defend
Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato, con temperature medie superiori di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Un trend che accentua gli allarmi relativi al cambiamento climatico. Gli investitori devono concentrare sempre più la loro attenzione sull’evoluzione della transizione energetica e delle dinamiche del clima i cui impatti sono cruciali sulle aspettative economiche, in particolare nei mercati emergenti. “Per molti dei paesi in via di sviluppo, la strada verso gli obiettivi di emissioni nette di carbonio pari a zero è impegnativa e si tradurrà in perdite rilevanti di Pil e standard di crescita più bassi fino al 2050” fa sapere Monica Defend, Head of Amundi Investments Institute.

DINAMICHE REGIONALI DIVERSE


Tuttavia, le dinamiche regionali sono diverse. Paesi ricchi di minerali fondamentali per la transizione come il Cile, dove abbondano di litio e rame, o l'Indonesia, leader nell'estrazione di nichel e al secondo posto per il cobalto, e gli altri paesi ricchi di minerali fondamentali per la transizione sono favoriti. Defend prevede una crescita media del Pil del 4,3% per questi paesi nei prossimi dieci anni, rispetto al 3,3% degli altri mercati emergenti, mentre, nello stesso arco di tempo, gli Stati Uniti evidenzieranno una crescita del Pil reale dell'1,6% e l’Eurozona dello 0,9%.

PERDITA DI APPEAL DELLE AZIONI DEI PAESI SVILUPPATI


La transizione verso un'economia globale net zero richiederà una mobilitazione sostenibile di capitali al di là delle risorse nazionali, compresi i fondi multilaterali per il clima e i contributi del settore privato e i mercati emergenti rappresentano un'opportunità significativa per gli investitori. “È probabile che nel prossimo decennio, in base ai rendimenti attesti tra le varie asset class, le azioni dei mercati sviluppati, che hanno sovraperformato nel recente passato, possano perdere parte del loro appeal, in gran parte a causa degli attuali livelli di valutazione, in particolare negli Stati Uniti” riferisce la manager di Amundi.

RENDIMENTI ATTESI SUPERIORI AL 7% ANNUO


In quest’ottica, secondo Defend gli investitori in grado di sopportare un aumento della volatilità, possono comunque puntare a rendimenti più elevati orientandosi sulle azioni dei mercati emergenti. “L'India e le azioni dei mercati emergenti potrebbero offrire rendimenti superiori al 7% annuo, fra i più elevati in un ampio spettro di asset class. Le azioni cinesi, dovrebbero invece produrre un rendimento annuo del 6,8%, a causa dei fondamentali attuali, sui quali siamo cauti, e da ipotesi macroeconomiche che riflettono il contesto di inflazione a lungo termine” spiega la manager.

LA VOLATILITÀ IN RIPRESA RICHIEDERÀ MAGGIORE DIVERSIFICAZIONE


La volatilità, in ogni caso, è vista in ripresa rispetto agli ultimi dieci anni e richiederà agli investitori una maggiore diversificazione. Partendo però da un livello di appeal in ripresa per le obbligazioni dei mercati emergenti che offrono un livello medio di volatilità all'interno della categoria degli attivi liquidi e meritano un ruolo maggiore nell'asset allocation strategica.

L’EVOLUZIONE DELLO SCENARIO GEOPOLITICO


“Occorre tuttavia approfondire una comprensione completa dei fattori macroeconomici che contraddistinguono i paesi, compresi i loro modelli di crescita e le politiche monetarie e fiscali se ci si prefigge di individuare le migliori opportunità” argomenta l’Head of Amundi Investments Institute che sottolinea infine come giocheranno un ruolo cruciale anche l'evoluzione dello scenario geopolitico e la stabilità politica e di fondo dei singoli paesi.

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