Politica economica
Il futuro governo del Regno Unito riuscirà a rendere di nuovo attrattivo il mercato azionario?
Laburisti favoriti alle elezioni inglesi del 4 luglio e gli analisti di Schroders si interrogano su che cosa cambierà per l'economia inglese se dovessero vincere. In particolare se il cambio di politica finanziaria migliorerà i rendimenti per gli investitori, che da tempo evitano i mercati pubblici del Regno Unito
di Davide Lentini 1 Giugno 2024 10:30
Con lo scioglimento del Parlamento inglese a 6 mesi dalla conclusione naturale della legislatura e le elezioni fissate il prossimo 4 luglio dal primo ministro Rishi Sunak ci si interroga su quali saranno le ripercussioni sull’economia e sui mercati. Non senza dubbi e preoccupazioni.
Per Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders, il primo punto riguarda la tempistica scelta per andare a elezioni: “A prima vista sembra singolare - spiega - ma forse non così tanto se si considera un probabile rallentamento della crescita, dopo un primo trimestre sorprendentemente forte, in combinazione con un'inflazione più rigida del previsto. Un'inflazione più sostenuta sembrerebbe in grado di allontanare i tagli dei tassi d'interesse e con essi la prospettiva di una riduzione dei costi dei mutui nell'immediato futuro”.
Per l’analista di Schroders la decisione di fissare le elezioni in estate sorprende, dato che molti si aspettavano elezioni in autunno e soprattutto perché indirle prima delle vacanze rischia di far registrare una scarsa affluenza alle urne. questa tempistica non si concilia con il messaggio dei conservatori secondo cui l'economia si sta rafforzando e l'inflazione è “tornata alla normalità”. “Quest'ultimo dato implica che i tagli ai tassi d'interesse seguiranno a breve - spiega - il che dovrebbe sicuramente rafforzare il sostegno per il partito in carica”.
Il primo ministro uscente Sunak ha infatti affermato che “l'economia sta crescendo più velocemente di quanto chiunque avesse previsto”, riferendosi alle stime di crescita del Pil del primo trimestre, sorprendentemente forti, che hanno segnato la fine della recessione nel Regno Unito. Sebbene il calo dell'inflazione sia stato consistente, è dovuto principalmente a una riduzione delle bollette energetiche domestiche e agli effetti base. L'inflazione CPI di aprile è stata infatti deludente, poiché le stime di consenso prevedevano un calo al 2,1%. Di conseguenza, le aspettative per il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca d'Inghilterra si sono spostate da giugno a settembre, con un conseguente aumento dei costi dei mutui per coloro che effettueranno un rifinanziamento nel prossimo futuro. “Inoltre - aggiunge Zangana - il nostro modello suggerisce che l'inflazione dovrebbe aumentare a partire da luglio, allontanandosi dall'obiettivo della BoE del 2%. Questo potrebbe mettere in discussione le affermazioni del governo secondo cui l'inflazione sarebbe tornata alla normalità”.
La seconda domanda riguarda l’esito delle elezioni: chi le vincerà? “I sondaggi vanno presi con le pinze - risponde l’analista di Schroders - ma, a campagna elettorale appena iniziata, il partito laburista all'opposizione ha un enorme vantaggio, apparentemente inattaccabile, di 21 punti percentuali sui conservatori, rimasto abbastanza costante”.
Questo porta alla terza domanda: cosa potrebbe significare un governo laburista per il Regno Unito? Per rispondere, Azad Zangana riprende il discorso del Cancelliere ombra Rachel Reeves per la Mais Lecture del 19 marzo, la quale ha parlato di ‘costruire la crescita su basi forti e sicure, con un governo attivo guidato da tre imperativi: il primo è garantire la stabilità; in secondo luogo, stimolare gli investimenti attraverso una partnership con le imprese; infine, riformare per sbloccare il contributo dei lavoratori e il potenziale non sfruttato in tutta la nostra economia’”.
“Il primo imperativo - sostiene Zangana - è una chiara frecciata all'instabilità politica dell'ultimo governo, in particolare dell'era Liz Truss. Il secondo imperativo sembra essere un ramoscello d'ulivo per le imprese, che hanno avuto buone ragioni per temere la passata leadership del Partito Laburista. Dimostrare che un governo laburista è in grado di lavorare con successo con le imprese è importante non solo per attrarre investimenti diretti esteri, ma anche per consolidare la sua reputazione agli occhi dei mercati finanziari. Infine, concentrarsi sulle riforme per aumentare la produttività e la prosperità è un'azione ovvia, anche se in questa fase le iniziative politiche sono molto scarse.”
Secondo l’analista di Schroders, con i laburisti al governo potrebbe esserci un approccio più ponderato al commercio internazionale e alla globalizzazione, il che potrebbe significare politiche protezionistiche contro la Cina. In termini di politica fiscale, sembra invece evidente il desiderio di migliorare i servizi pubblici, il che comporterà senza dubbio un aumento degli investimenti pubblici. È probabile che le nuove regole fiscali escludano gli investimenti pubblici e si concentrino solo sulla spesa quotidiana, nota come “bilancio corrente”.
L'obiettivo sarà probabilmente quello di equilibrare il bilancio corrente utilizzando le entrate fiscali, ma consentendo l'indebitamento per pagare i maggiori investimenti pubblici. Ciò al fine di ridurre il debito complessivo nel medio termine. Mentre i laburisti evitano di parlare di aumenti delle tasse, la campagna elettorale costringerà inevitabilmente il partito a offrire maggiori dettagli. È probabile che siano necessari alcuni aumenti delle tasse, cosa difficile visto il “fiscal drag” che si sta verificando come risultato del congelamento delle soglie dell'imposta sul reddito negli ultimi sette anni.
“Trovare soluzioni per le sfide strutturali a lungo termine dell'economia britannica sarà fondamentale per aumentare la crescita e il tenore di vita - spiega ancora Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders - Queste sfide includono l'invecchiamento demografico, l'adattamento al cambiamento climatico, un ambiente commerciale esterno più ostile e una scarsa crescita della produttività. Si spera che ciò significhi anche un miglioramento dei rendimenti per gli investitori, che da tempo evitano in larga misura i mercati pubblici del Regno Unito”.
Anche Graham Ashby, Gestore del Fondo UK All Cap di Schroders, conferma che il sentiment nei confronti delle azioni britanniche oggi è molto basso: ci si interroga quindi se un cambio di governo nel Regno Unito possa coincidere con un'inversione di tendenza del sentiment. Gli investitori contrarian potrebbero sostenere che le cose possono solo migliorare. “Il leggendario Warren Buffett - ricorda Ashby - una volta ha osservato che è saggio per gli investitori “essere timorosi quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri sono timorosi”. Che sia il momento di essere avidi con le azioni del Regno Unito?”. Per il gestore di Schroders alcuni indicatori contrarian suggeriscono di sì. E un nuovo governo potrebbe migliorare alcune condizioni per le azioni britanniche. “Basti pensare ai livelli molto bassi delle allocazioni azionarie nazionali dei fondi pensione, specialmente rispetto ad altri Paesi”, dice. “Nessuno ha la sfera di cristallo riguardo i tempi esatti - conclude Ashby - ma è difficile che i fondi pensione domestici possano ridurre ulteriormente e in modo significativo la loro esposizione alle azioni del Regno Unito”.
I DUBBI SULLA TEMPISTICA
Per Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders, il primo punto riguarda la tempistica scelta per andare a elezioni: “A prima vista sembra singolare - spiega - ma forse non così tanto se si considera un probabile rallentamento della crescita, dopo un primo trimestre sorprendentemente forte, in combinazione con un'inflazione più rigida del previsto. Un'inflazione più sostenuta sembrerebbe in grado di allontanare i tagli dei tassi d'interesse e con essi la prospettiva di una riduzione dei costi dei mutui nell'immediato futuro”.
QUAL È IL REALE STATO DELL'ECONOMIA?
Per l’analista di Schroders la decisione di fissare le elezioni in estate sorprende, dato che molti si aspettavano elezioni in autunno e soprattutto perché indirle prima delle vacanze rischia di far registrare una scarsa affluenza alle urne. questa tempistica non si concilia con il messaggio dei conservatori secondo cui l'economia si sta rafforzando e l'inflazione è “tornata alla normalità”. “Quest'ultimo dato implica che i tagli ai tassi d'interesse seguiranno a breve - spiega - il che dovrebbe sicuramente rafforzare il sostegno per il partito in carica”.
A LUGLIO NUOVO RIALZO DELL'INFLAZIONE
Il primo ministro uscente Sunak ha infatti affermato che “l'economia sta crescendo più velocemente di quanto chiunque avesse previsto”, riferendosi alle stime di crescita del Pil del primo trimestre, sorprendentemente forti, che hanno segnato la fine della recessione nel Regno Unito. Sebbene il calo dell'inflazione sia stato consistente, è dovuto principalmente a una riduzione delle bollette energetiche domestiche e agli effetti base. L'inflazione CPI di aprile è stata infatti deludente, poiché le stime di consenso prevedevano un calo al 2,1%. Di conseguenza, le aspettative per il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca d'Inghilterra si sono spostate da giugno a settembre, con un conseguente aumento dei costi dei mutui per coloro che effettueranno un rifinanziamento nel prossimo futuro. “Inoltre - aggiunge Zangana - il nostro modello suggerisce che l'inflazione dovrebbe aumentare a partire da luglio, allontanandosi dall'obiettivo della BoE del 2%. Questo potrebbe mettere in discussione le affermazioni del governo secondo cui l'inflazione sarebbe tornata alla normalità”.
PARTITO LABURISTA FAVORITO
La seconda domanda riguarda l’esito delle elezioni: chi le vincerà? “I sondaggi vanno presi con le pinze - risponde l’analista di Schroders - ma, a campagna elettorale appena iniziata, il partito laburista all'opposizione ha un enorme vantaggio, apparentemente inattaccabile, di 21 punti percentuali sui conservatori, rimasto abbastanza costante”.
COME CAMBIEREBBE L'ECONOMIA
Questo porta alla terza domanda: cosa potrebbe significare un governo laburista per il Regno Unito? Per rispondere, Azad Zangana riprende il discorso del Cancelliere ombra Rachel Reeves per la Mais Lecture del 19 marzo, la quale ha parlato di ‘costruire la crescita su basi forti e sicure, con un governo attivo guidato da tre imperativi: il primo è garantire la stabilità; in secondo luogo, stimolare gli investimenti attraverso una partnership con le imprese; infine, riformare per sbloccare il contributo dei lavoratori e il potenziale non sfruttato in tutta la nostra economia’”.
IL RAPPORTO TRA LABURISTI E IMPRESE
“Il primo imperativo - sostiene Zangana - è una chiara frecciata all'instabilità politica dell'ultimo governo, in particolare dell'era Liz Truss. Il secondo imperativo sembra essere un ramoscello d'ulivo per le imprese, che hanno avuto buone ragioni per temere la passata leadership del Partito Laburista. Dimostrare che un governo laburista è in grado di lavorare con successo con le imprese è importante non solo per attrarre investimenti diretti esteri, ma anche per consolidare la sua reputazione agli occhi dei mercati finanziari. Infine, concentrarsi sulle riforme per aumentare la produttività e la prosperità è un'azione ovvia, anche se in questa fase le iniziative politiche sono molto scarse.”
POSSIBILE PROTEZIONISMO CONTRO LA CINA
Secondo l’analista di Schroders, con i laburisti al governo potrebbe esserci un approccio più ponderato al commercio internazionale e alla globalizzazione, il che potrebbe significare politiche protezionistiche contro la Cina. In termini di politica fiscale, sembra invece evidente il desiderio di migliorare i servizi pubblici, il che comporterà senza dubbio un aumento degli investimenti pubblici. È probabile che le nuove regole fiscali escludano gli investimenti pubblici e si concentrino solo sulla spesa quotidiana, nota come “bilancio corrente”.
OBIETTIVO: RIDURRE IL DEBITO
L'obiettivo sarà probabilmente quello di equilibrare il bilancio corrente utilizzando le entrate fiscali, ma consentendo l'indebitamento per pagare i maggiori investimenti pubblici. Ciò al fine di ridurre il debito complessivo nel medio termine. Mentre i laburisti evitano di parlare di aumenti delle tasse, la campagna elettorale costringerà inevitabilmente il partito a offrire maggiori dettagli. È probabile che siano necessari alcuni aumenti delle tasse, cosa difficile visto il “fiscal drag” che si sta verificando come risultato del congelamento delle soglie dell'imposta sul reddito negli ultimi sette anni.
IL MERCATO INGLESE TORNERÀ ATTRATTIVO?
“Trovare soluzioni per le sfide strutturali a lungo termine dell'economia britannica sarà fondamentale per aumentare la crescita e il tenore di vita - spiega ancora Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders - Queste sfide includono l'invecchiamento demografico, l'adattamento al cambiamento climatico, un ambiente commerciale esterno più ostile e una scarsa crescita della produttività. Si spera che ciò significhi anche un miglioramento dei rendimenti per gli investitori, che da tempo evitano in larga misura i mercati pubblici del Regno Unito”.
ATTESA PER IL MONDO AZIONARIO
Anche Graham Ashby, Gestore del Fondo UK All Cap di Schroders, conferma che il sentiment nei confronti delle azioni britanniche oggi è molto basso: ci si interroga quindi se un cambio di governo nel Regno Unito possa coincidere con un'inversione di tendenza del sentiment. Gli investitori contrarian potrebbero sostenere che le cose possono solo migliorare. “Il leggendario Warren Buffett - ricorda Ashby - una volta ha osservato che è saggio per gli investitori “essere timorosi quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri sono timorosi”. Che sia il momento di essere avidi con le azioni del Regno Unito?”. Per il gestore di Schroders alcuni indicatori contrarian suggeriscono di sì. E un nuovo governo potrebbe migliorare alcune condizioni per le azioni britanniche. “Basti pensare ai livelli molto bassi delle allocazioni azionarie nazionali dei fondi pensione, specialmente rispetto ad altri Paesi”, dice. “Nessuno ha la sfera di cristallo riguardo i tempi esatti - conclude Ashby - ma è difficile che i fondi pensione domestici possano ridurre ulteriormente e in modo significativo la loro esposizione alle azioni del Regno Unito”.