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Candriam vede una tendenza al rialzo della domanda di oro nel medio e lungo termine

In un portafoglio multi-asset, le simulazioni di Candriam mostrano che l'oro è interessante in termini di diversificazione, in quanto presenta una scarsa correlazione con l'andamento di azioni e obbligazioni

di Leo Campagna 2 Giugno 2024 14:00

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Il prezzo dell’oro tende ad essere inversamente correlato alle variazioni dei tassi di interesse reali statunitensi: una relazione che ha sempre funzionato dal 2006. L’oro, infatti, è un asset reale che non genera rendimento e non è conveniente per gli investitori a mano a mano che i tassi reali positivi aumentano. Inoltre, se il dollaro Usa si rafforza le materie prime (compreso l’oro), denominate nella valuta statunitense risultano più costose per gli investitori non americani (la maggior parte dei quali sono investitori in oro). Infine, il metallo giallo è spesso percepito come un bene rifugio ed acquistato soprattutto nelle fasi di stress di mercato.

UNA SPINTA DALLA DOMANDA DELLE BANCHE CENTRALI


“Quest'anno, nonostante la volatilità delle azioni statunitensi sia tornata ai minimi (in base all’indice VIX che misura l'aspettativa di volatilità del mercato azionario Usa) e gli spread creditizi si siano ridotti notevolmente, il prezzo dell'oro è aumentato di oltre il 17% da gennaio: in un periodo in cui peraltro i tassi di interesse reali stavano aumentando, il dollaro Usa si stava rafforzando e gli asset rischiosi continuavano a salire”, sottolinea Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam, che poi spiega le performance eccezionali dell’oro: la domanda da parte delle banche centrali.

LA CINA HA AUMENTATO LE PROPRIE RISERVE AURIFERE


La richiesta delle banche è raddoppiata dal 2022, passando dall’11% del 2021 al 23% del 2023, proseguendo nel primo trimestre di quest’anno. La Cina, in particolare, pur essendo il più grande produttore di oro al mondo (con il 10% della produzione mineraria) è al contempo il più grande importatore mondiale (20% della domanda di oro). La PBOC, la banca centrale cinese, ha aumentato le sue riserve auree nel 2022-2023, mentre i consumatori cinesi sembrano aver indirizzato parte dei loro risparmi negli acquisti del metallo prezioso.

PANDEMIA E GUERRA IN UCRAINA


“Se le riserve di tutte le banche centrali dei paesi emergenti raggiungessero un minimo del 10% in oro, la domanda globale aurifera crescerebbe di oltre il 75% - fa sapere Dufossé - Secondo un sondaggio condotto nel 2023, il 23% delle banche centrali intendeva aumentare le proprie riserve auree nei successivi 12 mesi”. E’ dallo scoppio della pandemia e dall’inizio della guerra in Ucraina che si è rafforzata l’esigenza di diversificare le riserve delle banche centrali. “Probabilmente c’è una percezione di maggiore rischio finanziario, legato da un lato all'ampliamento del deficit americano e dall'altro alle sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia con il congelamento di 300 miliardi di riserve di dollari”, spiega la manager di Candriam.

CONTESTO MACRO PIÙ FAVOREVOLE


Guardando in prospettiva, mentre la produzione dovrebbe continuare ad aggirarsi intorno alle 3.000 tonnellate all'anno, il contesto macroeconomico dovrebbe risultare leggermente più favorevole. “I tassi di interesse reali sono attesi stabili o, addirittura, in lieve calo con il rallentamento economico e i primi tagli dei tassi da parte della Fed, che dovrebbero sostenere il prezzo dell'oro - spiega ancora Nadège Dufossé - Se poi, nello scenario opposto, ci fosse un ritorno dell’inflazione, le ricadute risulterebbero favorevoli all’oro che, in quanto asset reale, protegge dai prezzi al consumo eccessivi”.

RISCHI GEOPOLITICI E DEFICIT STATUNITENSE


Dal lato della domanda, i rischi geopolitici ancora presenti e il deficit statunitense che non verrà ridotto continueranno a sostenere gli acquisti da parte delle banche centrali, in particolare nei paesi emergenti. “La visibilità della dinamica a breve termine rimane bassa, tuttavia nel medio e lungo termine, le tendenze al rialzo della domanda di oro sembrano chiaramente più positive”, puntualizza la Global Head of Multi-Asset di Candriam.

MIGLIORA IL PROFILO RISCHIO / RENDIMENTO


In un portafoglio multi-asset, le simulazioni di Candriam rendono interessante la funzione di diversificazione dell’oro che presenta una scarsa correlazione con l'andamento di azioni e obbligazioni. Senza trascurare il fatto che il metallo giallo reagisce positivamente alle tensioni di mercato: un'esposizione strutturale all’oro dal 3% al 5% all'oro, insieme ad altri asset alternativi, tende a migliorare il profilo rischio/rendimento del portafoglio.

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