L'analisi

Columbia Threadneedle: sviluppi positivi per l’Europa, l’inflazione resta un problema in Usa

Columbia Threadneedle Investments, in un commento del Responsabile Azionario Large Cap Europa Paul Doyle, fa punto su economie e investimenti. La Cina resta indietro, rischi shock dal Medio Oriente

di Stefano Caratelli 3 Giugno 2024 17:49

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati Paul Doyle
L'inflazione rimane un problema persistente negli Usa a causa soprattutto della carenza di manodopera, mentre in Europa è un fattore molto meno rilevante, l'attività economica è debole ma è probabile che si riprenda, dati i consumi sostenuti. La Cina appare oggi più conveniente, ma è lacerata dalle sfide del mercato immobiliare. Sono i punti chiave di un commento sui mercati globali a cura di Paul Doyle, Responsabile azionario large cap Europa di Columbia Threadneedle Investments, che parte dagli USA dove prevede inflazione persistente con margini societari sotto pressione e salari elevati.

TARDANO A MANIFESTARSI GLI EFFETTI DELLA STRETTA DELLA FED


Gli effetti della politica monetaria della Fed stanno tardando a manifestarsi ma gli alti tassi arriveranno ad avere conseguenze. La crescita del credito è debole come anche in Europa, mentre le insolvenza su prestiti al consumo e mutui sono in aumento. Esclusi i Magnifici Sei (senza Tesla), gli utili del primo trimestre sono diminuiti dell'11% sull'anno. Il basso premio per il rischio azionario è dovuto ad un’anticipazione dei mercati sulla politica della Fed, e il divario tra il credito BBB e B è il più basso dal 2007, suggerendo forse un picco di eccessivo ottimismo. Perché si verifichi una recessione, è necessario che l'offerta o la domanda di manodopera si contraggano per ripristinare un rapporto normale. L'euforia per il tech e l’IA è però tale che qualsiasi delusione potrebbe avere conseguenze peggiori.

AUMENTANO RICCHEZZA E FIDUCIA DELLE FAMIGLIE USA


Mentre l'aumento dei prezzi azionari e immobiliari sta rafforzando la ricchezza delle famiglie e la fiducia dei consumatori, la politica fiscale rimane generosa, nel 2023 il deficit pubblico ha superato il 6% del PIL, mentre sul mercato del lavoro il tasso di assunzione ai minimi da sei anni. I prestiti bancari sono in rallentamento, l’offerta di moneta si sta riducendo e i fallimenti aziendali sono in crescita. In generale, il tasso di risparmio personale è sceso al 3,8%, la metà del livello del 2019. In Europa invece il PIL reale è rimasto invariato, con una contrazione in Germania mentre l'Europa meridionale ha registrato un andamento migliore.

INFLAZIONE DISCENDENTE IN EUROPA, IMPULSO AL CREDITO


Benché deludente, l'inflazione europea evidenza una continua tendenza discendente, con conseguente aumento dei salari e della fiducia dei consumatori, ma anche un inasprimento degli standard di erogazione dei prestiti, una riduzione dell'offerta di moneta e un impulso al credito negativo. Anche in Europa meridionale ma nei prossimi 12 mesi due terzi dei prestiti giungeranno a scadenza e dovranno essere rinnovati a tassi superiori. La politica fiscale non sarà di aiuto, dato che l'Europa sta subendo una stretta fiscale dell'1% quest'anno, con un inasprimento ancora maggiore in Germania.

ECONOMIA DELL’EUROZONA VERSO IL RISOLLEVAMENTO


Nonostante la crescita del PIL sia stata nulla, in Eurozona l'anno scorso la disoccupazione è scesa al 6,4%. Secondo Doyle il calo dell’inflazione e il miglioramento dell'impulso al credito solleveranno l'economia, per cui la BCE potrebbe decidere un taglio dei tassi inferiore di quello auspicato, ma una moderazione dei rendimenti dovrebbe ridare slancio al credito. Nonostante la stretta fiscale, l'Europa rimane una scommessa ciclica, legata alla Cina, al commercio globale e ai prezzi relativi dell'energia, con l'aspettativa che gli utili saranno inferiori a quelli degli USA. I titoli ciclici hanno evidenziato un andamento migliore quest'anno e sono più costosi di un'intera deviazione standard rispetto a quelli dei difensivi.

CINA, CRISI IMMOBILIARI E TENSIONI CON GLI USA


Passando alla Cina, l’esperto di Columbia sottolinea che ora è il più grande esportatore di auto grazie all’elettrico, e prevede che il dumping di Pechino farà aumentare le tensioni commerciali con gli USA. Le costruzioni di nuove abitazioni continuano a crollare e da marzo 2021 le vendite di case si sono dimezzate. L'ingerenza del governo eviterà un crollo del mercato immobiliare, per cui i prezzi delle nuove case sono scesi solo del 3%, ma il mercato secondario è sceso del 20% in alcune città. Secondo Doyle è un problema a breve e lungo termine, visti i dati demografici negativi e le stime di forte calo della popolazione attiva.

DAL MEDIO ORIENTE RISCHI DI SHOCK PETROLIFERI


In Cina pesa anche la deflazione, che insieme ad altri fattori fa aumentare i tassi di interesse reali. Pechino sta iniettando liquidità, ma in misura minore rispetto ad altri aumenti di spesa pubblica come nel 2009, nel 2012, nel 2016 e nel 2020. Infine, non va dimenticato il peggioramento della situazione in Medio Oriente, responsabile di un terzo della produzione globale di petrolio, i cui prezzo del petrolio è salito per la forza dell'economia USA, della produzione mondiale al minimo e dell'OPEC. Secondo Doyle un eventuale shock causato da una guerra Israele-Iran provocherebbe una recessione, ma anche uno shock petrolifero minore innescherebbe non pochi problemi sull'inflazione.

Trending