Politica monetaria

DPAM: giusto che la BCE inizi prima della Fed, ma un taglio modesto non basta

Lowie Debou, Gestore Reddito Fisso di DPAM, ritiene che 25 punti base manterrebbero la politica restrittiva, mentre una politica più aggressiva sarebbe uno scenario migliore per gli investitori

di Stefano Caratelli 3 Giugno 2024 11:10

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I dati economici, le aspettative e le comunicazioni disponibili finora fanno pensare che un taglio di 25 punti base da parte della Banca Centrale Europea nella riunione del Direttivo del 6 giugno sia una certezza. Ma Lowie Debou, Gestore Reddito Fisso, di DPAM, non crediamo che questo sia sufficiente a risollevare le sorti dell'economia continentale, perché un taglio così modesto manterrebbe la politica monetaria ancora decisamente restrittiva.

UN RITORNO A LIVELLI PRE-COVID RICHIEDEREBBE DI PIÙ


Nel migliore dei casi, sottolinea in un commento di anticipazione alla riunione della BCE l’esperto di DPAM, anche un ritorno al tasso neutrale a livelli pre-Covid richiederebbe un taglio maggiore. E in questo caso, prosegue Debou, non è certo però che assisteremmo a una tendenza di crescita europea simile a quella degli Stati Uniti, poiché questo richiederebbe una politica di ribasso dei tassi ben al di sotto della neutralità.

ATTERRAGGIO MORBIDO E RISCHIO DI DERIVA RECESSIVA


L’analisi di Debou prosegue rilevando che è molto ragionevole che la BCE inizi un ciclo completo di tagli prima della Fed e che negli ultimi mesi, la probabilità che Francoforte riesca a garantire un atterraggio morbido dell’economia è aumentata in modo significativo. Di conseguenza, secondo l’esperto di DPAM, mantenere un tasso troppo restrittivo per troppo tempo aumenta la probabilità di una deriva recessiva.

MARGINI PER RIDUZIONI PIU’ AGGRESSIVE


Se invece la BCE iniziasse ora a tagliare i tassi, potrebbe agire in modo più contenuto rispetto ai cicli precedenti, mantenendo intatto lo storytelling legato ad un atterraggio morbido. Di conseguenza, secondo Debou, ci troveremmo finalmente di nuovo in un contesto in cui la BCE, qualora fosse necessario, avrebbe margine di manovra per tagliare i tassi di interesse in modo più aggressivo riducendo quindi la necessità di una politica monetaria non convenzionale. Quest’ultimo, conclude l’esperto di DPAM, sarebbe uno scenario ancora migliore per gli investitori europei nel reddito fisso, poiché i rendimenti resterebbero più alti e il rendimento legato al carry rimarrebbe una fonte di guadagni attesi affidabile.

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