L'analisi
AllianceBernstein: come valutare i rischi legati alle guerre dei dazi
Dev Chakrabarti e Cem Inal spiegano i passaggi che gli investitori azionari globali possono intraprendere per incorporare l'impatto dei dazi nell'analisi fondamentale delle aziende
di Stefano Caratelli 4 Giugno 2024 11:53
Da quando gli Usa hanno introdotto nuovi dazi su prodotti cinesi, le guerre commerciali sono tornate in primo piano, costituendo un grattacapo per gli investitori che guardano ai rendimenti alla luce delle prospettive a lungo termine di un'azienda, che vanno considerate con attenzione. La recente mossa del presidente Biden segna un'escalation delle tensioni tra le due maggiori economie mondiali e costituisce un esempio concreto del rischio geopolitico associato alla deglobalizzazione. I dazi incidono sul costo dei prodotti, influenzando le dinamiche di domanda e offerta, inoltre sono il frutto di decisioni spesso imprevedibili, che gli analisti possono avere difficoltà a incorporare
AllianceBernstein, in un blog dal titolo “Guerre commerciali e dazi mettono alla prova gli investitori azionari”, a cura di Dev Chakrabarti, Chief Investment Officer, Concentrated Global Growth, e Cem Inal, Chief Investment Officer US Large Cap Value Equities; Portfolio Manager, Global Real Estate Securities, delinea alcuni principi e parametri per una valutazione concreta. Il primo passo è studiare il quadro politico sottostante. Le restrizioni USA ai semiconduttori sono parte dell’inversione di tendenza della globalizzazione e delle politiche bipartisan per la protezione di tecnologia e catene di fornitura. In secondo luogo, gli investitori dovrebbero identificare le imprese a rischio e i potenziali beneficiari di queste politiche.
Gli esperti di AllianceBernstein raccomandano poi di evitare i rischi più acuti, facendo l’esempio dei veicoli elettrici, che la Cina vende a prezzi più bassi nei mercati USA ed europei, dove invece i produttori scommettono su auto di alta qualità relativamente costose. Per gli investitori azionari è molto difficile puntare con convinzione sui produttori di veicoli elettrici, ma è improbabile che la politica riesca a ostacolare la transizione globale, per cui chi ne vuol cogliere il potenziale evitando le ricadute delle guerre dei dazi può focalizzarsi sui fornitori di componenti essenziali, come semiconduttori e batterie, destinati a beneficiare di domanda persistente anche in un contesto difficile.
L’auto elettrica non è l'unico settore in cambiamento strutturale, ma si inserisce nel quadro della transizione e ricerca della sicurezza energetica, finanziate in USA dall'Inflation Reduction Act. Nonostante l’incognita delle elezioni di novembre, gli esperti di AllianceBernstein credono che la transizione energetica sia destinata a proseguire, perché dettata da trend di lungo termine, per cui gli investitori possono puntare su imprese che ne traggono vantaggio e contribuiscono a promuoverla con modelli di business di qualità, in grado di generare utili in crescita indipendentemente dai contributi pubblici, ma anche di beneficiare un bonus extra se gli incentivi saranno mantenuti.
Nella ricerca di aziende in grado di resistere ai dazi, gli esperti di AllianceBernstein fanno l’esempio di quelli cinesi su cognac e brandy europei, che sembrano evitabili dopo i colloqui tra Parigi e Pechino, consentendo agli investitori con un orizzonte temporale di almeno 3-5 anni di individuare imprese del lusso in grado di fornire una buona crescita degli utili indipendentemente dalle politiche commerciali. Quindi occorre valutare una varietà di scenari e indurre gli investitori, se i rischi sono troppo elevati, a farsi da parte ed evitare settori o aziende direttamente esposti a mutamenti imprevedibili di politica commerciale, mentre in altri casi si possono integrare i rischi nell'analisi dei titoli per stabilire se il potenziale di rendimento a lungo termine li compensa.
Le guerre commerciali non sono che un aspetto del rischio geopolitico, sottolineano in conclusione gli esperti di AllianceBernstein, chiaramente in aumento su molti fronti: gli investitori azionari con un approccio consapevole saranno ben attrezzati per affrontare politiche non sempre prevedibili e beneficiare delle tendenze di crescita strutturale.
PRINCIPI E PARAMETRI PER UNA VALUTAZIONE CONCRETA
AllianceBernstein, in un blog dal titolo “Guerre commerciali e dazi mettono alla prova gli investitori azionari”, a cura di Dev Chakrabarti, Chief Investment Officer, Concentrated Global Growth, e Cem Inal, Chief Investment Officer US Large Cap Value Equities; Portfolio Manager, Global Real Estate Securities, delinea alcuni principi e parametri per una valutazione concreta. Il primo passo è studiare il quadro politico sottostante. Le restrizioni USA ai semiconduttori sono parte dell’inversione di tendenza della globalizzazione e delle politiche bipartisan per la protezione di tecnologia e catene di fornitura. In secondo luogo, gli investitori dovrebbero identificare le imprese a rischio e i potenziali beneficiari di queste politiche.
EVITARE I RISCHI PIÙ ACUTI: IL CASO DELL’AUTO ELETTRICA
Gli esperti di AllianceBernstein raccomandano poi di evitare i rischi più acuti, facendo l’esempio dei veicoli elettrici, che la Cina vende a prezzi più bassi nei mercati USA ed europei, dove invece i produttori scommettono su auto di alta qualità relativamente costose. Per gli investitori azionari è molto difficile puntare con convinzione sui produttori di veicoli elettrici, ma è improbabile che la politica riesca a ostacolare la transizione globale, per cui chi ne vuol cogliere il potenziale evitando le ricadute delle guerre dei dazi può focalizzarsi sui fornitori di componenti essenziali, come semiconduttori e batterie, destinati a beneficiare di domanda persistente anche in un contesto difficile.
IL QUADRO PIÙ AMPIO DELLA TRANSIZIONE E SICUREZZA ENERGETICA
L’auto elettrica non è l'unico settore in cambiamento strutturale, ma si inserisce nel quadro della transizione e ricerca della sicurezza energetica, finanziate in USA dall'Inflation Reduction Act. Nonostante l’incognita delle elezioni di novembre, gli esperti di AllianceBernstein credono che la transizione energetica sia destinata a proseguire, perché dettata da trend di lungo termine, per cui gli investitori possono puntare su imprese che ne traggono vantaggio e contribuiscono a promuoverla con modelli di business di qualità, in grado di generare utili in crescita indipendentemente dai contributi pubblici, ma anche di beneficiare un bonus extra se gli incentivi saranno mantenuti.
VANNO INDIVIDUATE AZIENDE CAPACI DI RESISTERE AI DAZI
Nella ricerca di aziende in grado di resistere ai dazi, gli esperti di AllianceBernstein fanno l’esempio di quelli cinesi su cognac e brandy europei, che sembrano evitabili dopo i colloqui tra Parigi e Pechino, consentendo agli investitori con un orizzonte temporale di almeno 3-5 anni di individuare imprese del lusso in grado di fornire una buona crescita degli utili indipendentemente dalle politiche commerciali. Quindi occorre valutare una varietà di scenari e indurre gli investitori, se i rischi sono troppo elevati, a farsi da parte ed evitare settori o aziende direttamente esposti a mutamenti imprevedibili di politica commerciale, mentre in altri casi si possono integrare i rischi nell'analisi dei titoli per stabilire se il potenziale di rendimento a lungo termine li compensa.
SOLO UN ASPETTO DEL RISCHIO GEOPOLITICO
Le guerre commerciali non sono che un aspetto del rischio geopolitico, sottolineano in conclusione gli esperti di AllianceBernstein, chiaramente in aumento su molti fronti: gli investitori azionari con un approccio consapevole saranno ben attrezzati per affrontare politiche non sempre prevedibili e beneficiare delle tendenze di crescita strutturale.