Analisi e previsioni

Schroders: l’inflazione mette in discussione i tagli della Fed, ma la crescita Usa è solida

Schroders, in un commento di George Brown, vede spazio solo per due ribassi nel 2024 ma avverte che potrebbero anche non arrivare, mentre consumi forti supportano la crescita economica

di Stefano Caratelli 11 Giugno 2024 08:00

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Nonostante la debolezza della prima parte dell’anno, Schroders continua ad aspettarsi una crescita del 2,7% per l'economia Usa nel 2024, sottolineando i consumi delle famiglie rimasti solidi nel primo trimestre, gettando le basi per una forte espansione nel secondo e più che compensando la debolezza della spesa pubblica. La domanda interna dovrebbe rimanere forte grazie al consistente aumento dei nuovi posti di lavoro, della crescita dei salari reali e della crescente fiducia dei consumatori, mentre le imprese orientate all’export dovrebbero beneficiare della ripresa del ciclo globale, anche se gli investimenti dovrebbero rimanere contenuti in attesa di chiarezza dalle elezioni.

L’INFLAZIONE NON SI ALLONTANA DAL TREND


Anche per il 2025, Schroders ha alzato le stime di crescita dall'1,9% al 2,1%. Ma, rileva in un commento George Brown, Senior US Economist di Schroders, sono invece meno positive le notizie sul fronte dell’inflazione, con l’indice dei prezzi al consumo che ha sorpreso al rialzo nel primo trimestre, soprattutto per le anomalie nella categoria delle abitazioni e la continua ascesa dei premi assicurativi per le auto. Ma sembra più una deviazione che un allontanamento dal trend disinflazionistico, dopo che ad aprile si è assistito a un modesto ma ampio allentamento, anche se per il perdurare delle tensioni salariali l’indice potrebbe risultare più rigido o addirittura riaccelerare.

VISCHIOSITÀ RESIDUA, STIME 2024 AL RIALZO


Comunque, le condizioni del mercato del lavoro continuano ad essere più equilibrate, rileva Brown, citando il rapporto tra posti vacanti e disoccupati, pur elevato a 1,3, in calo rispetto all'1,7 di un anno fa, mentre la crescita dei salari si sta dimostrando vischiosa. Le pressioni dovrebbero comunque attenuarsi con meno lavoratori che si licenziano, come indica il tasso di abbandono sceso al 2,1%. Su questa base, Schroders si aspetta che l'inflazione torni gradualmente coerente con il target, ma i dati solidi del primo trimestre hanno indotto a prevedere una certa vischiosità residua sia per i servizi nel settore residenziale che sia per quelli “supercore”, portando la casa a rivedere al rialzo le stime del 2024, dal 2,7% al 3,1%, lasciando quelle del 2025 al 2,2% dal 2,1%.

FED CAUTA SULL'INFLAZIONE


Dato che i rischi per l'inflazione rimangono fortemente inclinati verso l'alto, secondo Brown è difficile dire se quest’anno vedremo dei tagli dei tassi della Fed, perché qualsiasi allentamento sarà subordinato alla prova definitiva che si sta convergendo verso l'obiettivo. E questo non solo richiederà un rallentamento dell'inflazione sequenziale, ma dipenderà anche da un miglior bilanciamento delle condizioni del mercato del lavoro.

CICLO DEI TAGLI DEI TASSI IN RITARDO


Nel suo scenario di base, Schroders prevede che i progressi su entrambi i fronti siano sufficienti a dare alla Fed la fiducia necessaria per tagliare i tassi e si aspetta che avvierà il ciclo di riduzione a settembre e non a giugno, e che quindi che i tagli saranno solo due nel 2024. Per il 2025 invece la casa d’investimento continua a prevedere un solo taglio, sulla base dell’aspettativa che l'inflazione a quel punto avrà raggiunto il target e che l'economia sarà in piena occupazione. C’è comunque il rischio, avverte in conclusione George Brown, Senior US Economist di Schroders, che i tagli siano più tardivi e meno numerosi, o che non ce ne siano affatto.

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