Valute e mercati
Quale futuro per l'euro dopo le elezioni europee? L'analisi di Amundi
Amundi, in un commento di Vincent Mortier sulle prospettive per Europa e Francia dopo le elezioni europee, vede pochi motivi per essere negativi sulla moneta unica e giudica temporanea la debolezza
di Stefano Caratelli 13 Giugno 2024 11:00
L’improvvisa chiamata del presidente Macron ad elezioni anticipate ha creato una certa volatilità sia azionaria che obbligazionaria in Francia, che rimarrà al centro dell'attenzione. I mercati del debito pubblico francese sono molto liquidi e il contesto è favorevole, con gli investitori che desiderano bloccare tassi più elevati prima che la BCE li riduca ulteriormente. Sull'euro cautela a breve termine, ma non si vede una debolezza strutturale. Sono le indicazioni di Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer di Amundi, sulle prospettive per l'Europa e la Francia dopo le elezioni europee, che si sono svolte in un contesto economico chiaramente in miglioramento, con i principali indicatori che puntano sempre più a un miglioramento nella seconda metà dell'anno.
L’esperto di Amundi prevede una crescita dell’Eurozona dello 0,8% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025, mentre l'occupazione in aumento conferma che le aziende che conservano forza lavoro in previsione di una ripresa. Ma ci sono notevoli differenze tra paese e paese e settore e settore: la Germania probabilmente sarà il fanalino di coda mentre la Spagna dovrebbe andare meglio. Nel 2025 è attesa una ripresa più diffusa, sostenuta dal miglioramento del potere d'acquisto e dall'allentamento delle condizioni finanziarie. In questo quadro si inseriscono le elezioni anticipate in Francia da cui Macron cerca di ottenere una politica interna più stabile.
Se l'estrema destra dovesse vincere sarà comunque il Presidente a presiedere la politica estera, europea e di difesa ed è quindi prevista stabilità in questi ambiti. Macron è anche una figura chiave per le nomine al vertice nel settore pubblico. Per quanto riguarda le implicazioni per i mercati francesi e l'euro, secondo Mortier le elezioni anticipate hanno creato una certa volatilità, sia nei mercati azionari che del reddito fisso, e i primi potrebbero sottoperformare brevemente rispetto alle controparti europee durante questa fase di incertezza. I mercati obbligazionari hanno già parzialmente valutato il deterioramento di bilancio della Francia e i mercati del debito pubblico sono molto liquidi.
Secondo l’esperto di Amundi potremmo assistere a un allargamento degli spread francesi rispetto ai Bund tedeschi. I mercati probabilmente guarderanno ai risultati del primo turno il 30 giugno e al secondo il 7 luglio, e saranno in una fase di attesa, prima di salire o scendere ancora, mentre la volatilità dovrebbe diminuire quando la situazione politica diventerà più chiara. Sull'euro, Mortier si dice cauto a breve termine, ma non vede una debolezza strutturale, anche se la volatilità è aumentata e il sentiment è diventato negativo facendo scendere la moneta unica.
Guardando avanti, l’euro è intrappolato tra l'alta incertezza politica e le divergenze tra Fed e BCE nel breve termine, per cui il rapporto rischio-rendimento è poco attraente per ora, ma cali eccessivi potrebbero aprire opportunità. Strutturalmente, l’esperto di Amundi vede poche ragioni per essere negativi sull'euro, notando che a differenza delle incertezze politiche del passato i paesi periferici europei sono oggi più forti. E anche la Fed rimane orientata verso tagli dei tassi, una volta che sarà sicura della riduzione dell'inflazione USA.
In conclusione, l’analisi di Mortier sottolinea che la volatilità è destinata a continuare in una fase di incertezza elettorale, l'incertezza politica non dovrebbe aprire la porta all'instabilità dell’Eurozona. Anche perché il debito pubblico francese ha aspetti positivi: è uno dei mercati più liquidi della zona, mentre il contesto rimane favorevole per il reddito fisso, con gli investitori che desiderano bloccare tassi di interesse più elevati prima che la BCE riduca ulteriormente i tassi.
UN QUADRO DIVERSO DA PAESE A PAESE
L’esperto di Amundi prevede una crescita dell’Eurozona dello 0,8% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025, mentre l'occupazione in aumento conferma che le aziende che conservano forza lavoro in previsione di una ripresa. Ma ci sono notevoli differenze tra paese e paese e settore e settore: la Germania probabilmente sarà il fanalino di coda mentre la Spagna dovrebbe andare meglio. Nel 2025 è attesa una ripresa più diffusa, sostenuta dal miglioramento del potere d'acquisto e dall'allentamento delle condizioni finanziarie. In questo quadro si inseriscono le elezioni anticipate in Francia da cui Macron cerca di ottenere una politica interna più stabile.
L’AZIONARIO FRANCESE PUO’ SOTTOPERFORMARE A BREVE
Se l'estrema destra dovesse vincere sarà comunque il Presidente a presiedere la politica estera, europea e di difesa ed è quindi prevista stabilità in questi ambiti. Macron è anche una figura chiave per le nomine al vertice nel settore pubblico. Per quanto riguarda le implicazioni per i mercati francesi e l'euro, secondo Mortier le elezioni anticipate hanno creato una certa volatilità, sia nei mercati azionari che del reddito fisso, e i primi potrebbero sottoperformare brevemente rispetto alle controparti europee durante questa fase di incertezza. I mercati obbligazionari hanno già parzialmente valutato il deterioramento di bilancio della Francia e i mercati del debito pubblico sono molto liquidi.
CAUTELA SULL’EURO SOLO A BREVE TERMINE
Secondo l’esperto di Amundi potremmo assistere a un allargamento degli spread francesi rispetto ai Bund tedeschi. I mercati probabilmente guarderanno ai risultati del primo turno il 30 giugno e al secondo il 7 luglio, e saranno in una fase di attesa, prima di salire o scendere ancora, mentre la volatilità dovrebbe diminuire quando la situazione politica diventerà più chiara. Sull'euro, Mortier si dice cauto a breve termine, ma non vede una debolezza strutturale, anche se la volatilità è aumentata e il sentiment è diventato negativo facendo scendere la moneta unica.
POCHE RAGIONI PER ESSERE STRUTTURALMENTE NEGATIVI
Guardando avanti, l’euro è intrappolato tra l'alta incertezza politica e le divergenze tra Fed e BCE nel breve termine, per cui il rapporto rischio-rendimento è poco attraente per ora, ma cali eccessivi potrebbero aprire opportunità. Strutturalmente, l’esperto di Amundi vede poche ragioni per essere negativi sull'euro, notando che a differenza delle incertezze politiche del passato i paesi periferici europei sono oggi più forti. E anche la Fed rimane orientata verso tagli dei tassi, una volta che sarà sicura della riduzione dell'inflazione USA.
NON IN VISTA INSTABILITA’ DELL’EUROZONA
In conclusione, l’analisi di Mortier sottolinea che la volatilità è destinata a continuare in una fase di incertezza elettorale, l'incertezza politica non dovrebbe aprire la porta all'instabilità dell’Eurozona. Anche perché il debito pubblico francese ha aspetti positivi: è uno dei mercati più liquidi della zona, mentre il contesto rimane favorevole per il reddito fisso, con gli investitori che desiderano bloccare tassi di interesse più elevati prima che la BCE riduca ulteriormente i tassi.