Verso le elezioni

Ecco come la vittoria della destra impatterebbe sul futuro economico della Francia e dell'Ue

Un aumento dei prestiti e una politica euroscettica e anti-immigrazione: è quanto prevedono gli analisti di Schroders se Rassemblement National vincerà le elezioni francesi di fine giugno. Mentre l'Ue, con lo spostamento dell'asse a destra, rivedrà la politica green delle aziende

di Davide Lentini 14 Giugno 2024 12:29

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I mercati iniziano a valutare l’impatto che potrebbe avere sull’economia della Francia e dell’Unione europea l’eventuale vittoria del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, alle elezioni anticipate di fine giugno, dopo l’ottimo risultato delle europee. RN ha infatti ottenuto la quota maggiore di voti e di seggi al Parlamento europeo, in linea con il generale spostamento verso i partiti populisti nazionalisti di destra. Per di più ha ottenuto una quota di voti circa doppia rispetto a quella della coalizione di governo Besoin d'Europe, tanto da spingere il presidente Emmanuel Macron a sciogliere l’Assemblea nazionale e a indire nuove elezioni.

LE POSIZIONI DI RASSEMBLEMENT NATIONAL


“Il RN – analizza Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders - è noto per la sua posizione anti-immigrazione, nazionalista ed euroscettica e negli ultimi anni ha chiesto un maggiore protezionismo e si è opposto alle riforme strutturali, tra cui l'aumento delle tasse sul carburante. Si è anche schierata contro la decisione della coalizione di governo di aumentare l'età pensionabile da 62 a 64 anni”.

CON RN AUMENTO DEI PRESTITI


Secondo l’analista di Schroders, quindi, il successo alle elezioni parlamentari francesi potrebbe comportare un aumento dei prestiti, grazie ai tagli fiscali e ai sussidi offerti agli elettori più giovani. "In effetti - sostiene Zangana - i mercati hanno inizialmente reagito alla notizia delle elezioni lampo facendo salire il rendimento dell'OAT decennale, il titolo di Stato francese, di 12 punti base. Si tratta di sei punti base in più rispetto all'aumento registrato dai Bund tedeschi - spiega Zangana - il che suggerisce che si sta già stabilendo un premio per riflettere il rischio politico. Ne sapremo di più molto presto, quando verranno comunicate le promesse prima delle elezioni”.

CHI GUIDERÀ L'AGENDA POLITICA FRANCESE?


In mancanza di recenti sondaggi sulle intenzioni di voto, molti utilizzano i risultati delle elezioni del Parlamento europeo come un segno che la Francia potrebbe essere pronta per un governo nazionalista di destra. “Se RN riuscirà non solo a vincere, ma anche a formare una maggioranza di coalizione di governo, allora possiamo aspettarci una coabitazione con Macron che rimarrà presidente - spiega Azad Zangana - Ciò significa che manterrà un certo controllo (tramite veto) su alcune questioni di sicurezza nazionale, ma in definitiva l'agenda interna si sposterà e sarà guidata da Jordan Bardella, presidente di Rassemblement National”.

L'IMPATTO DEI PARTITI DI DESTRA SULL'EUROPA


Anche l’asse europeo, alle ultime consultazioni, si è spostato verso i partiti populisti nazionalisti di destra. E questo, nonostante quasi certamente la Commissione europea sarà ancora guidata dalla maggioranza uscente formata da Ppe, S&D e Renew, non potrà non avere impatti. Per Zangana c'è un desiderio molto chiaro di vedere maggiori controlli e restrizioni sull'immigrazione e c'è una reale insoddisfazione sull'impatto percepito delle iniziative verdi e sul costo di tali politiche.

DECARBONIZZAZIONE E COMPETITIVITÀ


“L'idea che l'Europa possa andare avanti e decarbonizzare la propria economia senza tenere conto dell'impatto sulla competitività delle proprie imprese - aggiunge l’economista di Schroders - ha danneggiato l'agenda della transizione energetica. Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) dell'Ue, un sistema di dazi sulle materie prime importate che non rispettano i limiti e i costi delle emissioni di carbonio, probabilmente otterrà ulteriore sostegno”.

IL FUTURO DELL'UCRAINA IN UE


Per Zangana l'aumento dell'euroscetticismo potrebbe anche portare a un rallentamento dei progressi dei Paesi candidati all'adesione all'Unione europea. Il più importante è attualmente l'Ucraina, che ha avviato i negoziati di adesione alla fine dello scorso anno. “L'adesione all'Ue può richiedere molti anni - spiega - e non vi è alcuna garanzia di successo (si veda la Turchia come esempio). Tuttavia, uno stallo o un arresto pubblico del processo di adesione dell'Ucraina potrebbe essere visto come una vittoria politica per la Russia”.

SOSTEGNO MILITARE NON IN DISCUSSIONE


Secondo Schroders, comunque, nonostante questo, i risultati delle elezioni non avranno un impatto sul sostegno militare dell'Europa all'Ucraina. “Molti partiti euroscettici, soprattutto quelli del blocco dell'Europa orientale, temono l'eventualità di un'ulteriore espansione delle forze russe verso ovest e non vorrebbero vedere tagliati gli aiuti all'Ucraina”, conclude il Senior European Economist and Strategist Azad Zangana.

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