Mercati
DPAM vede potenziale di valore nelle small cap europee e in particolare in quelle italiane
Un commento di Bart Geukens sottolinea valutazioni molto interessanti, soprattutto in Italia e nel Benelux. Tra le idee di investimento l’italiana Reply, la danese Royal Unibrew e la belga Recticel
di Stefano Caratelli 15 Giugno 2024 10:00
Dopo una lunga sovraperformance, da settembre 2021 le small cap europee hanno sottoperformato in modo significativo le large cap europee, per la politica monetaria restrittiva dovuta all'inflazione e anche per la stretta quantitativa della Fed. Anche la guerra in Ucraina e non ha giovato all’asset class, che per crescere ha bisogno di condizioni economiche sane, basso stress finanziario, buon accesso al credito e una certa propensione al rischio. La paura per crescita, inflazione e fiducia non ha portato a una sottoperformance delle small cap europee in termini di aumento degli utili rispetto alle large cap, ma a un declassamento delle valutazioni che è invece molto interessante da una prospettiva storica.
Lo sottolinea un commento di Bart Geukens, Portfolio Manager European Small Caps, di DPAM, che ricorda che anche il 2024 è iniziato in modo sfavorevole, dato che ad aprile le small cap sono diminuite quasi del 6% in termini relativi. Poi hanno recuperato in parte, ma ad oggi sono ancora in calo dell'1,5% rispetto alle large cap, anche se alcuni fattori sfavorevoli si stanno ora ribaltando o almeno stabilizzando. L'inflazione è scesa in modo significativo e gli indicatori anticipatori sono in recupero, l'attività sia di M&A che IPO è in ripresa e l'accesso al credito e il costo dei finanziamenti stanno lentamente migliorando, come la liquidità. Le valutazioni relative rispetto alle large cap hanno raggiunto, per alcune metriche, livelli visti l'ultima volta nella grande crisi finanziaria del 2009.
L’esperto di DPAM osserva che le small cap europee sono un universo molto eterogeneo, costituito da “angeli caduti”, small cap “eterne” e “stelle nascenti”. Sebbene molte abbiano un'ampia presenza geografica e le stesse regole dell'UE si applichino a tutte, le aziende con un orientamento nazionale possono essere influenzate dalla legislazione locale e dagli incentivi o disincentivi del mercato, un aspetto da non sottovalutare. Geukens fa l’esempio dei PIR in Italia, che sono stati un sostegno negli ultimi anni, anche se negli ultimi 12-18 mesi hanno comunque costituito un freno, in mancanza di un nuovo pacchetto.
Le small cap italiane hanno comunque registrato una netta sovraperformance nell'ultimo anno, grazie a un'esposizione relativamente più elevata ai settori finanziario, energetico e dei materiali, tutti positivi. Le tedesche sono invece state nettamente sottoperformanti, dato che la Germania è più esposta a industria, media e materiali, e più dipendente dallo slancio cinese ora debole. La Francia è più diversificata in termini di settori, mentre il mercato delle small cap del Regno Unito è il più grande ma anche più esposto all’interno. Entrambi hanno registrato un andamento relativamente positivo, col Regno Unito che sta guadagnando terreno, perché il peggio di inflazione e tassi sembra passato.
Il portafoglio di DPAM è ben diversificato in termini di Paesi, settori e tematiche: in termini geografici ha un sovrappeso in Benelux e Italia, dove trova molte aziende interessanti e di alta qualità a valutazioni ragionevoli), mentre sottopesa Regno Unito, Svezia e in Germania. In termini di settori, sovrappesa gli Industriali, che rappresentano un terzo dell'universo small cap, essendo di per sé molto diversificato con molti modelli di business, non necessariamente altamente correlati, e i beni di consumo, dove sono presenti molti modelli di business interessanti, mentre sottopesa finanziari, immobiliare e energia.
Nel suo commento, Geukens propone tre idee di investimento. La prima è la danese Royal Unibrew, leader delle bevande nei Paesi nordici, con forti marchi locali, attenzione alle categorie in crescita e struttura di produzione e distribuzione molto efficiente. Recenti acquisizioni in Norvegia, Italia e Paesi Bassi le forniscono una prospettiva di crescita. La seconda è Reply, azienda IT italiana a conduzione familiare in posizione importante per il portafoglio da molti anni, che vanta ha un assetto molto imprenditoriale caratterizzato da piccoli team specializzati, che la pongono all'avanguardia nell'implementazione delle innovazioni tecnologiche, rimanere agile e concentrarsi sulla redditività. Reply ha superato la performance media del settore, generando liquidità che consente di fare acquisizioni a valore aggiunto.
Infine la belga Recticel, che si è trasformata di recente in un'azienda di isolamento puro, incentrata su pannelli e sistemi isolanti. Un nuovo team di gestione sta attuando una strategia di crescita mirata su prodotti più specializzati e con margini più elevati, meno ciclici, concentrandosi su un assetto più efficiente in termini di costi. Recticel dispone anche di un'ampia liquidità per sostenere la strategia.
VALUTAZIONI ANCORA A SCONTO RISPETTO ALLE LARGE CAP
Lo sottolinea un commento di Bart Geukens, Portfolio Manager European Small Caps, di DPAM, che ricorda che anche il 2024 è iniziato in modo sfavorevole, dato che ad aprile le small cap sono diminuite quasi del 6% in termini relativi. Poi hanno recuperato in parte, ma ad oggi sono ancora in calo dell'1,5% rispetto alle large cap, anche se alcuni fattori sfavorevoli si stanno ora ribaltando o almeno stabilizzando. L'inflazione è scesa in modo significativo e gli indicatori anticipatori sono in recupero, l'attività sia di M&A che IPO è in ripresa e l'accesso al credito e il costo dei finanziamenti stanno lentamente migliorando, come la liquidità. Le valutazioni relative rispetto alle large cap hanno raggiunto, per alcune metriche, livelli visti l'ultima volta nella grande crisi finanziaria del 2009.
UN UNIVERSO ETEROGENEO, IL CASO ITALIANO DEI PIR
L’esperto di DPAM osserva che le small cap europee sono un universo molto eterogeneo, costituito da “angeli caduti”, small cap “eterne” e “stelle nascenti”. Sebbene molte abbiano un'ampia presenza geografica e le stesse regole dell'UE si applichino a tutte, le aziende con un orientamento nazionale possono essere influenzate dalla legislazione locale e dagli incentivi o disincentivi del mercato, un aspetto da non sottovalutare. Geukens fa l’esempio dei PIR in Italia, che sono stati un sostegno negli ultimi anni, anche se negli ultimi 12-18 mesi hanno comunque costituito un freno, in mancanza di un nuovo pacchetto.
LE ITALIANE HANNO FATTO MEGLIO NELL’ULTIMO ANNO
Le small cap italiane hanno comunque registrato una netta sovraperformance nell'ultimo anno, grazie a un'esposizione relativamente più elevata ai settori finanziario, energetico e dei materiali, tutti positivi. Le tedesche sono invece state nettamente sottoperformanti, dato che la Germania è più esposta a industria, media e materiali, e più dipendente dallo slancio cinese ora debole. La Francia è più diversificata in termini di settori, mentre il mercato delle small cap del Regno Unito è il più grande ma anche più esposto all’interno. Entrambi hanno registrato un andamento relativamente positivo, col Regno Unito che sta guadagnando terreno, perché il peggio di inflazione e tassi sembra passato.
DPAM SOVRAPPESA ITALIA E BENELUX, SOTTOPESA GERMANIA, UK E SVEZIA
Il portafoglio di DPAM è ben diversificato in termini di Paesi, settori e tematiche: in termini geografici ha un sovrappeso in Benelux e Italia, dove trova molte aziende interessanti e di alta qualità a valutazioni ragionevoli), mentre sottopesa Regno Unito, Svezia e in Germania. In termini di settori, sovrappesa gli Industriali, che rappresentano un terzo dell'universo small cap, essendo di per sé molto diversificato con molti modelli di business, non necessariamente altamente correlati, e i beni di consumo, dove sono presenti molti modelli di business interessanti, mentre sottopesa finanziari, immobiliare e energia.
TRA IDEE DI INVESTIMENTO, I CASI REPLY E ROYAL UNIBREW
Nel suo commento, Geukens propone tre idee di investimento. La prima è la danese Royal Unibrew, leader delle bevande nei Paesi nordici, con forti marchi locali, attenzione alle categorie in crescita e struttura di produzione e distribuzione molto efficiente. Recenti acquisizioni in Norvegia, Italia e Paesi Bassi le forniscono una prospettiva di crescita. La seconda è Reply, azienda IT italiana a conduzione familiare in posizione importante per il portafoglio da molti anni, che vanta ha un assetto molto imprenditoriale caratterizzato da piccoli team specializzati, che la pongono all'avanguardia nell'implementazione delle innovazioni tecnologiche, rimanere agile e concentrarsi sulla redditività. Reply ha superato la performance media del settore, generando liquidità che consente di fare acquisizioni a valore aggiunto.
E QUELLO DELLA BELGA RECTICEL
Infine la belga Recticel, che si è trasformata di recente in un'azienda di isolamento puro, incentrata su pannelli e sistemi isolanti. Un nuovo team di gestione sta attuando una strategia di crescita mirata su prodotti più specializzati e con margini più elevati, meno ciclici, concentrandosi su un assetto più efficiente in termini di costi. Recticel dispone anche di un'ampia liquidità per sostenere la strategia.